L’ultima mossa del movimento “Extinction Rebellion” per l’ambiente

Il 22 novembre a Venezia, il movimento ambientalista “Extinction Rebellion” ha messo in scena una plateale manifestazione sul Canal Grande, tingendo l’acqua di un verde acceso all’altezza di Rialto. L’azione, guidata dall’attivista di fama internazionale Greta Thunberg, ha visto 37 attivisti versare contemporaneamente un liquido tracciante, la fluoresceina, da cinque bidoni capovolti in poppa a un vaporetto.

Extinction Rebellion
Extinction Rebellion

Cosa ha fatto il movimento “Extinction Rebellion”?

Nonostante l’impatto visivo, l’azione non ha causato danni ambientali, poiché la fluoresceina utilizzata non è nociva, né ha interrotto significativamente il servizio di navigazione. Le forze dell’ordine sono salite sul vaporetto per intercettare gli attivisti. Tutti i 37 manifestanti, inclusa Thunberg che si è identificata verbalmente in quanto personaggio pubblico, sono stati allontanati con un provvedimento di Daspo della polizia locale per 48 ore dal Comune.

Sono stati inoltre denunciati per manifestazione non autorizzata e i loro strumenti musicali e striscioni sono stati sequestrati. Contemporaneamente all’azione sull’acqua, una quindicina di attiviste con abiti rossi e volti pallidi come Pierrot hanno messo in scena una performance silenziosa a Rialto per simboleggiare il dolore delle ferite del pianeta. Lo slogan esposto, e poi sequestrato, era “Fermare l’ecocidio”.

La protesta di “Extinction Rebellion” mirava a contestare gli esiti ritenuti fallimentari delle recenti “Conferenze delle Parti” sui cambiamenti climatici, accusate di non aver prodotto risultati concreti per invertire il surriscaldamento globale. Gli attivisti hanno citato la recente Conferenza delle Nazioni Unite di Belém, dove una bozza per l’uscita dai combustibili fossili non è stata firmata da Italia e Polonia, nonostante il sostegno di 82 delegazioni.

In segno di solidarietà e per amplificare il messaggio, azioni simili di colorazione dell’acqua sono state organizzate in altre dieci città italiane (tra cui Bologna, Milano, Genova, Palermo, Torino), a dimostrazione di una protesta coordinata a livello nazionale. A Padova, in particolare, la fluoresceina è stata versata nella fontana di Prato della Valle. Il governatore del Veneto, Luca Zaia, ha condannato fermamente l’atto, definendolo un “gesto che ferisce le nostre città” e un “attacco al cuore del nostro patrimonio”, sostenendo che l’ambiente non si difende con “azioni vandaliche”.

Dei 37 identificati, la maggior parte sono italiani (34, di cui 19 veneti), mentre due stranieri sono stati multati per aver compromesso la viabilità acquea. La Questura sta ancora valutando l’emissione di eventuali fogli di via. Non è la prima volta che “Extinction Rebellion” colora l’acqua della laguna con fluoresceina: episodi simili si erano già verificati a Rialto nel maggio e nell’aprile precedenti, quest’ultimo ad opera di due artisti francesi che avevano utilizzato anche rosso e giallo.

Nonostante le condanne per la modalità della protesta, il consigliere comunale Giovanni Andrea Martini ha riconosciuto la realtà dell’allarme lanciato dai giovani e la mancanza di ascolto da parte delle istituzioni.

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