Il mondo avanza nella lotta ecologica grazie alla recessione e ai Paesi poveri

di Redazione Commenta

inquinamento

Secondo gli ultimi dati sulla riduzione delle emissioni, la lotta all’inquinamento, lo sviluppo sostenibile e tutti gli altri obiettivi che il mondo si era posto nel 2000 come propositi per il nuovo Millennio, la strada da percorrere è ancora lunga, ma in questo momento ci troviamo già a buon punto. Ma se non stiamo tanto indietro, lo dobbiamo più che alle grandi potenze mondiali, a due fattori fondamentali: i Paesi poveri e la recessione economica.

Secondo Marta Guglielmetti, coordinatrice per l’Italia della campagna del Millennio per le Nazioni Unite, per gli obiettivi di sviluppo che il mondo si era posto quasi un decennio fa, siamo circa a metà. Questo perché nei Paesi del cosiddetto Terzo Mondo si sono fatti passi da gigante, soprattutto nell’istruzione, permettendo quello sviluppo sostenibile che dalle nostre parti ancora è un grande sconosciuto, o quasi.

Afferma la Guglielmetti:

il vero problema è lo scarso impegno e la scarsa volontà dei paesi del Nord del mondo che faticano a riconoscere un vero cambiamento, in cui ci sia un’interazione tra Nord e Sud del pianeta e una responsabilità condivisa. Sono i Paesi più ricchi che non stanno tenendo fede ai propri impegni, giustificandosi con la crisi economica, ma ricordiamo solo un dato: in Italia l’aiuto pubblico allo sviluppo è stato tagliato molto prima che esplodesse la crisi. I tagli sono stati fatti già nel dpf di giugno dello scorso anno, mentre le crisi è stata proclamata nel tardo autunno.

E con tutte le conseguenze negative che essa ha portato nell’economia, verrebbe quasi da dire “meno male che è arrivata”, dal punto di vista dell’inquinamento. Recenti dati provenienti dall’Unione Europea parlano di una riduzione, nell’ambito dei 25 Paesi presi in considerazione, del 3% delle emissioni rispetto allo scorso anno. Può sembrare poco, ma Stavros Dimas, commissario Ue all’ambiente, si dice contento di tale risultato, perché rispetto al passato è un grosso passo avanti.

Purtroppo è brutto dover ammettere che questa riduzione in molti casi è stata involontaria, in quanto dovuta proprio alla crisi economica, la quale ha fatto chiudere molte industrie, riducendo le emissioni, ma anche al costo della benzina che fino a qualche mese fa era altissimo, e quindi portava la gente a prendere sempre meno l’automobile. Il risultato sarà pure incoraggiante, ma non ci dobbiamo cullare, perché prima o poi la crisi passerà, e se non si saranno prese adeguate misure in termini di emissioni, tutto lo sforzo fatto finora sarà vanificato.

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