Obama all’industria automobilistica: “O ecologia o fallimento”

di Redazione 2

Ieri ha fatto il giro del mondo la notizia che Obama ha negato a Chrysler e General Motors ulteriori fondi per il salvataggio. Entrambi hanno presentato piani dettagliati indicando in che modo preferivano utilizzare il finanziamento pubblico per le loro imprese. Ed entrambi i piani sono stati considerati “non validi”.

Uno dei motivi è stato perché non erano “abbastanza ecologici”. Dopo aver respinto entrambi i piani, l’amministrazione Obama ha definito un percorso di fattibilità per entrambe le società, per poter richiedere nuovamente il finanziamento. La direttiva principale è stata sforzarsi maggiormente verso l’utilizzo di risorse e sviluppo della vendita di veicoli a basso consumo di carburante. In pratica gli ha detto che se vogliono i finanziamenti, devono costruire le fantomatiche automobili ecologiche.

Questo si legge nel “Nuovo Sentiero di Fattibilità per GM e Chrysler” reso ufficiale sui giornali americani:

Gli analisti industriali e finanziari e gli esperti del settore sono quasi unanimi nel dire che, per essere competitivi nei decenni a venire, l’industria dell’auto dovrà trasformare i propri processi e prodotti per migliorare l’efficienza, ridurre i costi e offrire una qualità più alta ed un più basso consumo di carburante.

L’efficienza energetica è ormai una necessità, e lo sarà ancora di più nel futuro del mercato dell’auto. Quello che Obama ha in mente, in perfetto stile di mercato americano, è una leadership tecnologica per le case automobilistiche americane. La nuova GMScryve Corporate Social Responsibility Rating (una specie di votazione di una società esterna che dovrà valutare la responsabilità sociale della casa automobilistica) avrà maggior peso e si concentrerà sullo sviluppo delle auto ad alta efficienza energetica, con costi non elevati ma che garantiscono buone prestazioni, affidabilità, durata e sicurezza. Questo è quanto è stato indicato specificatamente alla General Motors.

Per Chrysler la situazione è un po’ diversa. L’amministrazione Obama ha dato 30 giorni all’azienda per stipulare un efficace accordo con Fiat, ma con alla base le stesse ragioni. In particolare Obama vede di buon occhio Fiat perché a suo dire l’azienda torinese è già in grado di affrontare alcuni di questi problemi e fornire a Chrysler un percorso di sostenibilità. L’alleanza potrebbe portare alla produzione di auto che consumano meno combustibile, esportando il successo di Fiat degli ultimi 5 anni anche in America, ed espandendolo alla Chrysler. In entrambi i casi, il miglioramento dell’efficienza energetica sarà una pietra miliare della futura strategia. Questo obiettivo rientra nella strategia iniziale, annunciata in campagna elettorale, sulla regolamentazione delle emissioni.

Commenti (2)

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