L’altezza delle montagne? Colpa dei cambiamenti climatici

himalaya

Dalle vette più alte del Himalaya alle piatte colline italiane, l’altezza delle montagne della Terra può essere controllata dai cambiamenti climatici che hanno effetto sui ghiacciai molto di più rispetto al sollevamento tettonico della superficie terrestre, come ci facevano studiare a scuola.

Le montagne provengono dalla collisione di due o più placche tettoniche, un incrocio di pezzi di crosta terrestre che sono costantemente in movimento, spinti dal flusso del mantello sottostante. Quando si scontrano le placche, la crosta è schiacciata, si ispessisce e cresce in altezza. Ma mentre alcune catene montuose più vicine all’equatore, come le Alpi e l’Himalaya, hanno la caratteristica di essere alte alcuni chilometri e aguzze, altre presenti a latitudini più elevate, come in Canada e Norvegia, sono più brevi e piatte come altopiani.

Gli scienziati hanno a lungo attribuito queste differenze alle diverse piastre tettoniche. Le montagne più elevate si pensava fossero state create da una più intensa azione tettonica. Ma il nuovo studio, pubblicato sulla rivista Nature, utilizza immagini radar della superficie della Terra (presa durante una missione dello Space Shuttle della NASA diversi anni fa) e modelli di computer per dimostrare che questo non è sempre così. Anzi, è l’azione glaciale, disciplinata dal clima, la responsabile dell’altezza in molte catene montuose della Terra.

Continua la campagna Disney per l’ambiente: canzoni, suonerie e raccolta fondi per salvarlo

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Una melodia per adolescenti in sintonia con un messaggio ambientale. Si chiama “Send It On“, ed è un file zip per iTunes rilasciato ieri come suoneria. A produrlo per i loro fans sono stati Miley Cyrus e gli Jonas Brothers, che hanno riprodotto anche una grande canzone come “We Are the World”, ma con un occhio al problema ambientale.

Dopo Neil Young e Madonna, esibitisi per il Live Earth, con risultati piuttosto discutibili, anche Miley Circus ha fatto propria la lotta ecologica da inserire nelle sue canzoni e nello stile di vita (gira con una Toyota Prius, l’auto ibrida che tanto va di moda tra le star). L’intento è di coinvolgere tantissimi bambini nelle cause verdi, ma con la Disney dietro le quinte, a dirigere le danze, compreso il rilascio proprio di “Send It On”.

Foreste in salvo con l’ecocarta della Scottex

foreste-ecocarta-scottexLa conservazione delle foreste. Un obiettivo importante per l’uomo quanto respirare. Per respirare. Da anni Greenpeace lotta contro colossi come la Kimberly-Clark per spingerli ad adottare politiche green che tutelino e preservino il patrimonio boschivo terrestre. E una vittoria è stata finalmente ottenuta, in queste ultime settimane la multinazionale Kimberly-Clark che produce con i marchi Kleenex, Scottex e altri, all’avanguardia nella produzione di tessuti in fibra di carta in più di ottanta Paesi nel mondo, ha finalmente preso un’importante decisione che salverà migliaia di foreste, vale a dire l’adozione di standard per l’acquisto di fibre.

Un primo passo fondamentale che servirà, lo si spera, da esempio per molte altre multinazionali che hanno basato la loro fortuna e il loro successo sulla carta. Che di alberi vivono, come tutti noi. E che farebbero bene ad interessarsi maggiormente all’impatto ecologico delle loro industrie e dei loro prodotti.

Bixi: la nuova generazione del bike-sharing

bixi

Ambientalisti o semplici appassionati provenienti da tutto il Canada stanno inviando le foto sul web del loro sistema locale di affitto di  biciclette, conosciuto anche come bike-sharing. Nessuna novità sembra esserci all’orizzonte, visto che in Italia già da qualche anno questa realtà è molto utilizzata.

Ma il sistema canadese “Bixi” sembra essere la scelta più appropriata al problema. La città di Ottawa a breve inizierà ad usarla come risorsa fissa, dopo un periodo di sperimentazione durato da giugno a settembre, durante la prima stagione turistica della città.

Il ruolo delle radiazioni solari nel cambiamento climatico

oscuramento globale

Un articolo pubblicato sul Journal of Geophysical Research ripercorre le ricerche sull’incremento dell’ “oscuramento globale” e dello “schiarimento globale” di cui si è parlato in oltre 20 articoli. Questi fenomeni, apparentemente di origine umana, controllano i fenomeni della radiazione solare sulla superficie terrestre, e quindi influenzano il clima. Speciali strumenti sono stati utilizzati nella registrazione sin dal 1923, l’anno in cui la radiazione solare che raggiunge la superficie terrestre è diventata misurabile.

I dati ottenuti mostrano che l’energia fornita dal sole alla superficie terrestre ha subito notevoli variazioni nel corso degli ultimi decenni, con i relativi effetti sul clima. Indagando su quali fattori riducano o intensifichino la radiazione solare, e quindi causare oscuramento o schiarimento globale, è ancora molto complicato per i ricercatori. Secondo l’American Geophysical Union (AGU), guidata da Martin Wild, scienziato senior presso l’Istituto di Scienza e clima atmosferico ETH di Zurigo, esiste una diminuzione della radiazione solare.

Germania: ideato metodo per allarmare la popolazione in caso di catastrofe naturale

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In passato, alcune sirene cittadine erano state installate in Germania per avvertire la popolazione delle alluvioni, dei grandi incendi o degli incidenti chimici. Oggi, tuttavia, non esiste più un tale sistema di allarme, in quanto la maggior parte delle sirene sono state smantellate dopo la fine della guerra fredda. I ricercatori del Fraunhofer Institute per l’analisi delle tendenze tecnologiche INT di Euskirchen desiderano che la popolazione fosse messa in guardia dai clacson delle auto.

Nella città di Batman, Gotham City, un gigantesco proiettore proietta il Bat-segnale in cielo, in caso di catastrofe per lanciare l’allarme alla popolazione ed avvisare che arriva il supereroe. In Germania, una fitta rete di sirene potrebbe essere utilizzata per le nuove catastrofi del ventunesimo secolo in maniera molto simile. Nel mese di gennaio, i ricercatori dell’INT hanno richiesto un brevetto per una tecnologia che permette ai clacson delle auto parcheggiate di essere attivati in caso di catastrofe. La tecnologia si basa sul sistema di emergenza eCall, che sarà presente sulle nuove auto a partire dal settembre 2010.

Le emissioni globali continuano ad aumentare: 40% in più del previsto

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Le emissioni globali di biossido di carbonio nel 2008 sono salite dell’1,94% all’anno per un totale di 31,5 miliardi di tonnellate metriche, secondo l’istituto delle energie rinnovabili tedesco IWR.

L’istituto privato, che ha sede a Muenster e fornisce consulenza ai ministeri tedeschi, ha dichiarato che il biossido di carbonio (CO2), lesivo per l’ambiente, è aumentato per il decimo anno consecutivo, in contrasto con i programmi del protocollo di Kyoto del 1997, volti a cercare di ridurre le emissioni di CO2 del 5,2% entro il 2012.

I 10 più grandi visionari dell’ecologia: ecco le loro teorie (seconda parte)

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Siamo giunti alla seconda e ultima parte dedicata ai grandi visionari dell’ecologia; quelle persone che ci permettono oggi di conoscere di più sul mondo ambientalista e sui problemi che attanagliano la Terra, perché li hanno segnalati per primi.

Riprendiamo la nostra lista quindi con David Suzuki, il primo a denunciare e combattere il fenomeno del cosiddetto “Greenwashing“. Si tratta di una pratica piuttosto comune soprattutto tra i politici, e cioè professarsi ecologisti o attuare pratiche con finalità (almeno apparenti) ambientaliste, per poi fare i propri interessi, magari a discapito proprio dell’ambiente. Suzuki, zoologo e biologo di fama mondiale, porta avanti la sua lotta dagli anni ’70 in oltre 40 nazioni attraverso i suoi 43 libri in cui si incoraggia la popolazione a vivere secondo natura, utilizzando le energie rinnovabili e cibandosi di alimenti provenienti da colture/caccia/pesca sostenibili. Oggi gestisce una radio a Vancouver da cui continua a professare il suo pensiero.

Foreste inglesi a rischio per la perdita di biodiversità

foreste cambiamenti climaticiLe foreste soffrono a causa dei cambiamenti climatici che portano ad una scomparsa rapida e progressiva quanto inarrestabile di biodiversità.
Una nuova ricerca dimostra che le foreste britanniche del 21° secolo sono meno differenziate nella vegetazione rispetto a quelle del 20° secolo a causa dei cambiamenti ambientali.

Le piante dei boschi si sono infatti ri-organizzate nel corso degli ultimi 70 anni e sono più omogenee e simili le une alle altre, avendo perso le caratteristiche e la vegetazione tipica di ogni località.
La ricerca è stata effettuata da un team di studiosi della Bournemouth University, Natural England e dal Centre for Ecology & Hydrology, e pubblicata online sui Proceedings of the Royal Society.

I 10 più grandi visionari dell’ecologia: ecco le loro teorie (prima parte)

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L’era di Woodstock, oltre a contribuire enormemente alla cultura musicale, ha fatto anche nascere il movimento ambientalista, facendolo diventare una vera e propria lotta-verde fino ai giorni nostri. In questo periodo sono nati (scientificamente parlando) dei visionari-verdi che con il loro ingegno già 40 anni fa avevano cominciato a mettere in guardia il mondo dal riscaldamento globale, dalla crescita della popolazione, sulle energie rinnovabili e sulla conservazione della natura. Il nostro intento di oggi è di far conoscere tali geni alle nuove generazioni e di capire le loro teorie spiegate in poche parole, e renderci conto di quanto vicini fossero andati alla problematica attuale, nonché le loro posizioni odierne. Lo faremo in due puntate. Oggi conosceremo i primi 5 “eroi”, domani altri 5.

1. James Lovelock: inventore della teoria su “Gaia”. La sua teoria che ha affascinato diverse generazioni è che esiste una “Gaia”, cioè un sistema più grande che comprende tutti i sistemi complessi della Terra, i quali interagiscono per creare le condizioni per la vita sul nostro pianeta. Lovelock ha lavorato sui clorofluorocarburi atmosferici ed è un sostenitore del nucleare. Oggi vive in Cornovaglia, Inghilterra, in un fienile trasformato in laboratorio, fa esperimenti sull’energia nucleare perché crede che sia il solo modo per fermare il riscaldamento globale. Egli ritiene che la situazione è disperata, e che il 90% della popolazione umana sarà uccisa entro il 2100 dall’effetto serra.

Una casa del 1930… ecologica!

casa ecologicaUna casa costruita nel 1930 può essere ecologica? A quanto pare si. Accade nel Regno Unito, dove già nel 2008 è stato (ri)costruito un vecchio edificio, così come sarebbe stato messo su nel 1930, e che ha subito il primo dei tre aggiornamenti necessari per garantirne l’efficienza energetica e che, a missione compiuta, porterà alla conversione di un’abitazione inefficiente dal punto di vista energetico ad una casa a zero emissioni.

Proprio come quelle progettate oltremanica per soddisfare l’impegno assunto dal governo britannico di ridurre entro il 2016 le emissioni di CO2 prodotte dalle case. I risultati di questa ricerca sperimentale saranno utili per milioni di famiglie in tutto il Regno Unito.

La Francia inaugura la tassa sull’inquinamento

 	macchina-inquinante

La lotta all’inquinamento si combatte anche con ciò che sta più caro ai cittadini, e cioè il denaro. Il principio della nuova tassa sull’inquinamento è stata ispirata dal giornalista e ambientalista francese Nicolas Hulot. Soprannominata carbon tax, come quella che anche Obama vuole introdurre in America, essa dovrebbe rendere più costoso il consumo di energia inquinante in Francia, per favorire le famiglie e le imprese che cambiano le loro abitudini. Essa impone un costo aggiuntivo per ogni tonnellata di CO2 emessa.

Inoltre, per quanto riguarda le imprese, più l’industria inquina, più il prezzo sarà alto. Gli ideatori del sistema stimano che nel 2010, nel migliore dei casi, i francesi cercheranno di risparmiare riducendo i viaggi in auto, migliorando l’isolamento delle loro case o abbassando il termostato per il riscaldamento. Ma andiamo a capire come funziona la legge e se è effettivamente conveniente.

WWF: 350 specie rarissime a rischio nell’Himalaya

Muntiacus putaoensis

L’Himalaya non è soltanto una delle catene più affascinanti della nostra Terra (forse la più affascinante), ma è anche un’immensa distesa di biodiversità che rischia di sparire a causa del riscaldamento globale. Ma stavolta non si tratta solo di ghiacciai che si sciolgono. In pericolo ci sono centinaia di specie, alcune ritenute rarissime.

A lanciare l’allarme è il WWF, che dopo anni di ricerca ha scoperto alcuni tipi di animali che si credeva fossero estinti, ed altri addirittura ancora sconosciuti. Tra questi il più affascinante è un geco che potrebbe essere una delle specie più antiche ancora in vita. Si stima infatti che questa specie abitasse la Terra oltre 100 milioni di anni fa, e che adesso, a causa dei mutamenti climatici causati dall’uomo, potrebbe sparire per sempre. Ma altre affascinanti specie sono a rischio.

Perché il comportamento comune non è ecologico? Ecco i motivi degli psicologi

psicologo

Alcuni studi effettuati negli Stati Uniti hanno rivelato il perché è così difficile per il cervello umano comportarsi adeguatamente per migliorare il pianeta. La domanda che si pongono in molti è: se tutti conoscono le buone norme per mantenere pulito il mondo, perché sono in pochi ad adottarle? A risponderci ci ha pensato l’American Psychological Association (APA) che ha appena completato uno studio sul perché le persone sono così lente quando si tratta di lotta al cambiamento climatico. La loro conclusione? Semplice. E’ psicologica.

La relazione afferma che vi sono una serie di barriere mentali che impediscono alle persone di agire, anche se sono convinte che il cambiamento climatico sia una grave minaccia. Ma risalendo nell’elenco delle priorità personali, nella maggior parte dei casi il cambiamento climatico non è considerato un pericolo immediato e, quindi, la necessità di agire è meno urgente.