
Dalle vette più alte del Himalaya alle piatte colline italiane, l’altezza delle montagne della Terra può essere controllata dai cambiamenti climatici che hanno effetto sui ghiacciai molto di più rispetto al sollevamento tettonico della superficie terrestre, come ci facevano studiare a scuola.
Le montagne provengono dalla collisione di due o più placche tettoniche, un incrocio di pezzi di crosta terrestre che sono costantemente in movimento, spinti dal flusso del mantello sottostante. Quando si scontrano le placche, la crosta è schiacciata, si ispessisce e cresce in altezza. Ma mentre alcune catene montuose più vicine all’equatore, come le Alpi e l’Himalaya, hanno la caratteristica di essere alte alcuni chilometri e aguzze, altre presenti a latitudini più elevate, come in Canada e Norvegia, sono più brevi e piatte come altopiani.
Gli scienziati hanno a lungo attribuito queste differenze alle diverse piastre tettoniche. Le montagne più elevate si pensava fossero state create da una più intensa azione tettonica. Ma il nuovo studio, pubblicato sulla rivista Nature, utilizza immagini radar della superficie della Terra (presa durante una missione dello Space Shuttle della NASA diversi anni fa) e modelli di computer per dimostrare che questo non è sempre così. Anzi, è l’azione glaciale, disciplinata dal clima, la responsabile dell’altezza in molte catene montuose della Terra.

