La situazione del riscaldamento globale e l’aiuto di Greenpeace

Le emissioni dei gas serra causate dalle attività dell’uomo hanno incrementato la temperatura media globale di 0,8 gradi centigradi dalla rivoluzione industriale ad oggi. Ulteriori incrementi di queste emissioni potrebbero portare ad un aumento delle temperature esponenzialmente in maniera più elevata di quella causata finora.

Le previsioni infatti parlando di un possibile aumento delle temperature globali di circa 2 gradi centigradi, il che potrebbe portare a conseguenze catastrofiche non solo nel clima, ma nella vita di tutti i giorni di miliardi di abitanti su tutto il pianeta. Per questo i leaders europei hanno spesso intrapreso politiche mirate a contenere l’innalzamento della temperatura globale, ma non sempre queste vengono prese in considerazione. Per questo motivo Greenpeace, WWF e altri partners mondiali stanno cominciando a fare pressioni sui Governi di tutto il mondo per fare in modo che questi tengano sempre conto di questi obiettivi in qualsiasi scelta essi facciano.

Emissioni da traffico marittimo, raggiunto un accordo internazionale

L’International Maritime Organization è riuscita nell’intento di trovare un accordo, ben accetto da tutti i Paesi aderenti, sul regolamento delle immissioni nell’atmosfera di agenti inquinanti provenienti dalle navi da carico addette allo spostamento a fini commerciali delle merci, da un continente all’altro.
Giovedì scorso è stato infatti approvato un provvedimento che prevede più rigidi controlli sull’inquinamento atmosferico derivante dalle circa 300.000 grandi navi che solcano costantemente gli oceani.

Le emissioni prodotte dalle navi a vapore nei porti, dallo scalo di Rotterdam a Shanghai fino a Long Beach, sono infatti  responsabili, ogni anno,  di circa 60.000 morti premature in tutto il mondo.
Le nuove norme, che differiscono di poco dalle proposte che l’associazione internazionale aveva approvato nel mese di aprile, dovrebbero contribuire a ridurre le emissioni di zolfo derivanti dall’uso di combustibili sulle navi del 63%  a partire da luglio del 2010, e di oltre il 95% dal gennaio 2015.
Ovviamente la riduzione è prevista in aree i cui confini saranno stabiliti dai singoli Paesi, in prevalenza lungo le coste, dove causano i maggiori danni.

E’ Belluno la città più vivibile d’Italia

E’ Belluno, secondo Legambiente, la città italiana dove si vive meglio. Lo svela il rapporto sull’Ecosistema Urbano che l’associazione ambientalista, insieme a il Sole 24 Ore, stila ogni anno per capire quali sono i posti in cui si vive meglio (e di conseguenza anche quelli dove si vive peggio), secondo oltre 125 parametri ambientali e 27 indicatori diversi di qualità (dalla pressione ambientale delle attività dell’uomo, all’inquinamento, fino alle attività politiche per migliorare la situazione).

Da quest’anno, con grande gioia da parte nostra, tra gli indici di Legambiente sono stati inseriti anche quelli sull’utilizzo delle energie rinnovabili, non soltanto sul piano politico e quindi sulla grande massa, ma anche su quello personale, e cioè sulle iniziative che ogni singolo cittadino ha preso per sè stesso, e di conseguenza anche per il resto del mondo.

Le pellicce delle grandi firme, un bagno di sangue per abbellire la stupidità

Riprendo la mia morale preferita oggi, l’ecologia degli Indiani d’America: cosa è giusto prendere dalla Natura perchè necessario alla sopravvivenza della nostra specie e cosa invece è un inutile sfregio, un bagno di sangue ingiustificato che rende l’uomo la più crudele tra le creature viventi.
Vi abbiamo mostrato molti crimini perpetrati ai danni degli animali dagli esseri umani: cuccioli di foca uccisi con uncini aguzzi, tigri scuoiate a testa in giù come maiali, a far da pasto a ricchi cinesi, elefanti martoriati per ottenere avorio, balene dissanguate per una sciocca tradizione, orsi torturati a vita per estrarne bile.

Ebbene, non so decidere quali di questi massacri sia il più efferato, credo siano tutti di una disumanità insopportabile, ma certamente posso dirvi che le immagini che sto per mostrarvi sono tra le più terribili che io abbia mai visto, mi hanno scosso profondamente e spero riescano a smuovere le coscienze di chiunque acquisti una pelliccia e pensi di essersi accaparrato un bene di lusso.

La Volvo tra biocarburanti e motori elettrici

L’auto ecologica continua ad essere al centro dell’attenzione dei grandi dell’automobile che lavorano da anni allo sviluppo di auto elettriche o ibride ad emissioni zero. Tutte le case automobilistiche hanno lanciato programmi ecologici per la realizzazione di auto a bassissime emissioni nocive. In quest’ottica la Volvo ha avviato un programma che prevede nell’immediato l’utilizzo dei biocarburanti e in un futuro più lontano lo sviluppo del “plug in“, l’auto elettrica senza l’impiego del motore a combustione. La Volvo, dunque, sceglie di puntare inizialmente sui biocarburanti ed in particolare sul bioetanolo. Già oggi sono disponibili alcuni modelli, come la V70 e la S80, che montano motori Flexifuel turbo-compresso da 2,5 litri e con 5 cilindri il cui consumo di carburante si attesta attorno ai 9,2 l/100 km con cambio manuale e ai 10,2 l/100 km in caso di cambio automatico.

Girls go green, l’ecocalendario più sexy è firmato Habana Works

Mancano pochi mesi all’inizio del nuovo anno. Già decine di letterine, passaparoline, ereditiere, isoline (?) stanno posando per scatti sexy che gli frutteranno migliaia di euro. Niente in contrario. Avere sul muro per dodici mesi queste bellezze ritoccate (a questo punto è meglio un poster di Lara Croft!) può avere i suoi lati piacevoli, non c’è dubbio.

Quest’anno, però, potremmo avere appese al muro delle belle foto di altrettanto belle donne che stavolta non ci guadagnano nulla e daranno tutto il ricavato delle vendite alla causa ambientale.
Sto parlando dell’ecocalendario finanziato e realizzato grazie all’impegno di Habana Works, un’associazione no profit che si dedica da anni alla raccolta fondi per sostenere svariate iniziative a favore della natura.

Non solo i mammiferi, in pericolo anche centinaia di anfibi, piante e pesci

All’inizio di questa settimana, l’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN) ha riferito che il 25% delle specie appartenenti ai mammiferi di tutto il mondo è a rischio estinzione a causa della distruzione degli habitat e della caccia.
La relazione dell’IUCN è certamente lodevole per il suo intento di divulgare una così amara realtà, per spingere istituzioni e governi a prendere seri provvedimenti per tutelare gli ecosistemi in pericolo di questi animali.

Tuttavia, bisogna aggiungere dell’altro. Innanzitutto che a rischiare l’estinzione non sono solo i mammiferi, ma anche centinaia di altre specie di altre categorie animali e vegetali. E, inoltre, va necessariamente sottolineato che, anche se si dovessero ridurre le emissioni, molte specie animali e vegetali sono ormai completamente andate, non esistono più e non c’è modo di salvarle.

Finalmente la macchina volante esce dal cinema e diventa realtà

Di modalità di automobili poco o non inquinanti ne parliamo da sempre. Ora però finalmente è arriva l’auto che tutto il mondo aspettava, e che finora aveva potuto osservare soltanto nei film di fantascienza: l’auto volante. E il bello di quest’auto (oltre a risolvere il problema del traffico) è che è al 100% ecologica.

Ad inventarla è stata la Moller int., una piccola azienda californiana composta da grandi cervelli. Gli ingegneri di questa azienda hanno voluto far diventare la fantasia realtà, e per farlo hanno costruito M400 Skycar, il primo modello reale di macchina volante.

Una petizione contro la deforestazione nella penisola di Sumatra

Delle conseguenze della deforestazione nella Penisola di Sumatra, che mette a rischio l’habitat di molti animali, tra cui le tigri, avevano già parlato tempo fa. Ma finalmente il governo indonesiano ha deciso di fare qualcosa di concreto per mettere un freno al disastro, arginando le perdite.

Ogni anno, infatti, si perdono milioni di dollari di capitale naturale proprio a causa del taglio delle risorse boschive.
Qualcosa, come dicevamo, sembra smuoversi: ieri i politici indonesiani, nel corso dell’IUCN World Conservation Congress a Barcellona,  hanno firmato un piano  che mira a proteggere le foreste rimanenti, salvando gli ecosistemi in pericolo sull’isola di Sumatra.

Scarlett Johansson e Ryan Reynolds uniti dall’eco-matrimonio

Non sappiamo se lo fanno per vero amore per la natura o solo per farsi pubblicità, ma le celebrità di tutto il mondo, soprattutto quelle di Hollywood, non perdono mai l’occasione di distinguersi dal punto di vista dell’ambientalismo. A noi piace comunque pensare che l’opzione giusta sia la prima.

E così ecco che due star come Scarlett Johansson e Ryan Reynolds hanno deciso di dedicare il giorno più bello della loro vita all’ambientalismo, come esempio per tutti gli altri futuri sposi che pare facciano a gara su chi festeggia il matrimonio più sfarzoso, con un conseguente spreco immenso di denaro, e di inquinamento.

I ghiacciai dell’Alaska si stanno ritirando

Parliamo spesso di scioglimento dei ghiacciai, un fenomeno dovuto al surriscaldamento globale, che mette in pericolo l’equilibrio degli ecosistemi e dell’intera terra, perchè è un processo che coinvolge da vicino oceani, formazione di uragani, surriscaldamento delle acque e lo stesso habitat di molte specie viventi.
Una recente relazione pubblicata in un libro dell’US Geological Survey, ha messo in evidenza come i ghiacciai dell’Alaska si stiano letteralmente diradando, in alcune aree addirittura sarebbero già scomparsi, come ben documentano le immagini raccolte dagli esperti.

Circa il 5 per cento dell’area dell’Alaska è coperta da ghiacciai, che sono più di 100.000, per un totale complessivo di 75.000 chilometri quadrati, una superficie superiore all’intero stato del West Virginia.
Soltanto alcune di queste immense riserve di ghiaccio stanno avanzando, ma la percentuale di quelli in ritirata è sorprendente ed allarmante e corrisponde al 99% dei ghiacciai totali. Questi dati sono stati pubblicati in un libro dal titolo Glaciers in Alaska (Ghiacciai in Alaska), scritto dal geologo Bruce Molina che fa parte del gruppo di ricerca dell’USGS.

ThermaProof: le finestre super-isolanti che fanno risparmiare e riducono le emissioni di CO2

Risparmiare sulla bolletta energetica e ridurre le emissioni di anidride carbonica grazie ad una delle finestre più efficienti al mondo. Si chiama ThermaProof ed è stata ideata dalla Serious Materials, azienda californiana leader nel settore dei materiali da costruzione. ThermaProof è una eco-finestra super isolante in grado di migliorare notevolmente l’isolamento termico e di ridurre le perdite di energia fino al 40%. Le finestre ThermaProof, secondo la Serious Materials, sarebbero, in base al  modello scelto, dal 200 al 400% più efficienti, dal punto di vista energetico, di qualsiasi altra finestra in circolazione e per garantire al massimo il prodotto, l’azienda offre una garanzia a vita. L’elevato isolamento delle nuove finestre ThermaProof è ottenuto grazie all’impiego di una o due sottili e sospese pellicole di vetro in grado di sigillare efficacemente l’apertura della finestra.

Costo delle rinnovabili: geotermico

Ultimo appuntamento con i costi delle rinnovabili. In questi giorni abbiamo imparato tanto sulle nuove fonti di energia, e soprattutto ci siamo resi conto che investire in esse non è poi impossibile. Per chi si fosse perso le “puntate” precedenti, può rivisitarle cliccando qui.

Oggi analizziamo una nuova fonte rinnovabile, conosciuta solo da pochi anni, e che in Italia è quasi totalmente inutilizzata: il geotermico. A dir la verità questa fonte va ancora poco di moda perchè il processo per ottenerla non è semplice come per le altre fonti, ma una cosa è sicura: essa è presente ovunque ed utilizzabile da chiunque. Motivo per cui probabilmente è su questa che bisognerà puntare nel prossimo futuro.

Il nucleare per porre fine al riscaldamento globale, la favoletta di McCain

E’ opinione diffusa, da quest’anno ahimè anche in Italia, che l’energia nucleare rappresenti la panacea di tutti i mali. Forse che tutti coloro che si oppongono alla costruzione di impianti anche in Italia siano in realtà dei semplici nemici dell’ecologia, oppositori fini a sè stessi che non desiderano il bene del pianeta.

In realtà, l’energia nucleare ha dei costi di realizzazione e di gestione ingenti, di molto superiori a quelli del solare, dell’eolico e delle altre rinnovabili, nonchè un grosso peso nella gestione delle ingenti misure di sicurezza necessarie per evitare tragici incidenti e nello smaltimento delle scorie radioattive.  E non lo dico io, ma personalità di un certo calibro scientifico come il premio Nobel per la fisica Carlo Rubbia. Inoltre, bisogna operare una necessaria distinzione tra il nucleare di ultima generazione e gli impianti dell’era della pietra che si trovano in molti Paesi e che sono a dir poco obsoleti e fonti di frequenti perdite radioattive.