Pepsi riduce dell’88% i rifiuti e ci guadagna milioni di dollari

di Redazione 1

Lasciamo da parte, per il momento, gli effetti sulla salute dei prodotti Pepsi, e le preoccupazioni legittime sul cibo elaborato in generale. Considerando che, fanno bene o fanno male, le bevande gassate esistono ed esisteranno sempre, va dato atto ad una delle aziende del settore più grande al mondo di aver ridotto il proprio impatto ambientale. E trattandosi di una multinazionale non è poco.

Venerdì scorso PepsiCo ha rilasciato un aggiornamento sui suoi obiettivi riguardanti l’invio dei rifiuti non trattati in discarica entro il 2020, e sulle fonti energetiche, con l’obiettivo di eliminare del tutto i combustibili fossili entro il 2023. Uno dei principali modi per ridurre il proprio impatto sarà di utilizzare imballaggi riciclabili o biodegradabili.

Green Business riferisce che dal 2008, PepsiCo è cresciuta di più del 15%, ma ha ridotto il proprio impatto ambientale del 3,7%, riducendo l’uso totale di energia del 7,3%, dell’acqua del 14,6%, e dei rifiuti in discarica del 88%. Nei prossimi cinque anni Pepsi intende lavorare con i suoi agricoltori per ridurre l’intensità carbonica e l’acqua utilizzata nella produzione dei raccolti del 50%.

Il presidente Richard Evans ha spiegato:

La creazione di sostenibilità e salute nel nostro DNA aziendale renderà un vantaggio strategico a lungo termine. Le imprese sostenibili possono ridurre i costi, stimolare l’innovazione, ridurre i rischi e motivare i dipendenti, aiutando i clienti al dettaglio a fidelizzare i consumatori.

Considerando che Pepsi, come molte altre holding, ha in mano grosse quote di mercato non solo per quanto riguarda le bevande, ma anche nel resto del settore alimentare e non solo, questo impegno nella riduzione degli sprechi e delle emissioni assume dimensioni molto vaste, considerando che la multinazionale raggiunge un po’ tutto il mondo. Certo, è vero che magari non sono prodotti altamente salutari, ma il riciclaggio, gli imballaggi biodegradabili, la riduzione delle emissioni di carbonio, l’uso meno intensivo di acqua e l’energia rinnovabile sono sempre meglio dello schema produttivo usato negli ultimi decenni.

[Fonte: Treehugger]

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