Inquinamento, quelle misure antismog di Pesaro che non piacciono agli artigiani

di Redazione 2

Adottare misure antismog non è mai compito facile per le amministrazioni cittadine. Molto spesso, infatti, ai piani contro l’inquinamento non fanno, non vogliono e/o non possono far seguito incentivi concreti a sostegno della popolazione affinché si adegui in maniera più morbida alle norme maggiormente rigide, che si tratti di trasporti piuttosto che di rifiuti. E così i comportamenti sostenibili si trasformano quasi in un peso, un ulteriore capitolo di spesa che in tempi di vacche magre, porta ad un’ostilità, solo all’apparenza ingiustificata, contro provvedimenti volti a migliorare la qualità dell’aria e dunque la salute pubblica dei cittadini.

E’ il caso di Pesaro, dove gli artigiani e gli autotrasportatori protestano contro il piano antismog e la circoscrizione di una zona blu, vietata ai veicoli inquinanti. Decisione accolta a dir poco male dagli operatori dei due settori che minacciano di consegnare le chiavi degli automezzi al sindaco.

CNA e Confartigianato lamentano di non essere state consultate prima dell’adozione del piano antismog, un comportamento dell’amministrazione comunale ritenuto inaccettabile, dal momento che il provvedimento le vede direttamente coinvolte ed avrà forti ripercussioni su decine di lavoratori del settore.
Sui veicoli euro 0 a benzina ed euro 1 e 2 diesel, interessati dal divieto nelle aree del centro, del mare e del porto, si spostano infatti idraulici, elettricisti, muratori, manutentori, imbianchini, installatori. Come faranno a raggiungere le abitazioni e i condomini che necessitano del loro pronto intervento ma che sono localizzati nelle zone vietate? Questo il dubbio, più che legittimo, posto dagli artigiani e dagli autotrasportatori che in una nota prendono una posizione netta contro il piano antismog:

Non è possibile in questo momento di crisi adottare un provvedimento di questo tipo che va contro ogni regola di buon senso. Non possiamo infatti imporre a centinaia di attività di acquistare nuovi veicoli. Oltretutto molte di queste hanno già pagato al comune degli abbonamenti per entrare in isola pedonale e zone Ztl.

Commenti (2)

  1. Siamo sempre allo stesso punto: non è possibile far comprendere ed attuare politiche che tutelano il benessere futuro (effetti dell’inquinamento sulla salute) a discapito dell’immediato (lavoro e quindi “la pagnotta”).
    Purtroppo non si capisce che non ha senso lavorare se poi la salute non consente di goderti il tutto.

    D’altra parte non si può nemmeno pretendere che il parco macchine si rinnovi ogni tot anni, perchè giustamente se una macchina vecchia va ancora, perchè devo spendere 10 mila euro per farne una nuova (che magari ha i pezzi prodotti in Cina e mi darà problemi ogni 3×2?!).

    Ognuno ha le sue ragioni, ma alla fine, se si vuol tutelare le generazioni a venire bisogna dare un taglio ai veicoli inquinanti.

    Questa è la mia opinione, probabilmente è viziata anche dal fatto che a Pesaro giro in centro in bici e quindi mi respiro e mangio più smog di quelli che sui camion vecchi vanno lamentandosi…però questo è quanto mi viene da pensare.

    Saluti

    1. “Purtroppo non si capisce che non ha senso lavorare se poi la salute non consente di goderti il tutto”: concordo… questa tua frase mi fa pensare agli operai dell’ILVA di Taranto… perché il lavoro ci deve costare la vita? Accettiamo sul nostro territorio mezzi e fabbriche inquinanti perché creano occupazione, fanno girare l’economia, in realtà bisogna ripensare anche il mondo del lavoro, è ora di farlo. Lo dimostrano le esperienze di chi vive grazie alle rinnovabili, all’agricoltura biologica, al riciclaggio dei rifiuti, alla produzione di veicoli elettrici. Puntare sulla green economy è l’unica strada per avere occupazione senza sacrificare la vita e la qualità della vita e soprattutto senza contaminare i polmoni dei bambini e dei cittadini che circolano in bici. Poi è ovvio che per farlo bisogna superare le resistenze dei cittadini, in questo caso specifico degli incentivi ai veicoli meno inquinanti stanziati dal Comune avrebbero certamente fatto la differenza e messo a tacere il malcontento.

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