Ecologia nel Regno Unito, sostenibilità o gas flaring?

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Fa un po’ discutere la tutela del pianeta Terra nel Regno Unito in questi giorni: se da un lato il principe Carlo d’Inghilterra ha lanciato un appello per salvare le foreste e il Pianeta, definito “un paziente in fin di vita” inveendo contro l’Associazione internazionale dei lobbisti per le aziende;dall’altro si legge sul quotidiano The Guardian che il Regno Unito sta varando l’idea di utilizzare il gas flaring, ossia di bruciare il gas naturale dei siti di estrazione del metano, con ripercussioni sull’ambiente a dir poco devastanti.
La pratica del gas flaring, usata al momento solo nel Delta del Niger, ha ripercussioni sull’ambiente gravissime. Eppure le aziende iGas e Cuadrilla che stanno esplorando le regioni del Lancashiore e del West Sussex alla ricerca di gas naturale da scisto, hanno dichiarato che bruceranno il gas metano che fuoriuscirà dai siti di estrazione. La notizia è subito arrivata agli ambientalisti britannici che sono insorti contro i due colossi energetici. A loro detta, catturare il gas metano proveniente dai siti di estrazione per utilizzarlo come fonte energetica è molto costoso, così come potrebbe essere tanto pericoloso lasciarlo fuoriuscire nell’ambiente; ma neppure la scelta del gas flaring è meno dannosa.

Dall’altro si legge che l’erede al trono del Regno Unito, in una conferenza sulle foreste che si è svolta questa settimana a Londra, ha dichiarato che il Pianeta sta morendo e si deve intervenire subito per salvarlo e che

Il rischio di un ritardo è enorme e non possiamo permettercelo.

Nel suo intervento il principe Carlo ha anche accusato apertamente l’Associazione internazionale dei lobbisti per le aziende che cercano di distogliere i governi dalla reale pericolosità dei cambiamenti climatici, quando invece dovrebbero essere proprio i governi i primi a dover intervenire con leggi ad hoc per fermare il surriscaldamento terrestre e tutelare l’ambiente.

[Fonti: Valori; Ansa]

[Photo Credit | Thinkstock]

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