
Si è svolta ieri la Giornata mondiale dell’Ambiente con eventi, dibattiti, iniziative verdi e tanta informazione per i cittadini e per i governi per sapere come sta davvero il nostro Pianeta. Male. Questa è la risposta che si evince dai dati raccolti dagli indicatori sia nazionali sia internazionali, anche se ci sono piccoli segnali di ripresa. Vediamo in dettaglio quali sono i mali che più incidono sull’ambiente e sulla vivibilità delle nostre città e quali sono invece le cure in atto.

L’inquinamento è prodotto da quasi tutte le attività umane, ma non credevamo di avercelo persino sotto i piedi. Stiamo parlando delle scarpe, ed in particolare di quelle da ginnastica che, stando ad una recente ricerca effettuata dal MIT sembra che inquinino tantissimo. E non ci riferiamo al modo in cui vengono smaltite, ma al fatto che emettono CO2 durante l’intero ciclo della loro vita utile.
Le concentrazioni di anidride carbonica nell’atmosfera della Terra hanno raggiunto per la prima volta negli ultimi 3 milioni di anni quota 400 ppm (parti per milione). Le rilevazioni ufficiali sono state effettuate nell’osservatorio Mauna Loa delle Hawaii la scorsa settimana. Secondo gli scienziati questa misurazione è ormai parte integrante dell’atmosfera terrestre, e possono andare soltanto a crescere.
Due grandi spauracchi dell’ambientalismo, ovvero gli OGM e la CO2, potrebbero presto unirsi per risolvere la maggior parte dei problemi della Terra. No, non è una storia di fantascienza ma è la realtà. A realizzare questa scoperta che potrebbe cambiare il corso della storia è stata l’Università della Georgia che ha sviluppato un organismo geneticamente modificato, un OGM appunto, in grado di “cibarsi” di anidride carbonica (la CO2), ed in cambio produrre un combustibile.
Acquistereste mai un prodotto alimentare che per arrivare dalla terra alla vostra tavola inquina quanto un SUV? Probabilmente no, ma ancor più probabilmente lo fate tutti i giorni. Sicuramente ciò accade con i prodotti provenienti dall’altra parte del mondo che durante tutto il processo di lavorazione emettono CO2 senza che il consumatore ne sappia nulla. Per questo Legambiente, in collaborazione con IEFE-Bocconi e Ambiente Italia, ha proposto una “etichetta per il clima“.
Ormai gli scienziati le stanno provando tutte per contrastare l’inquinamento. Visto che le foreste e gli oceani non riescono ad assorbire tutta la CO2 e gli altri agenti inquinanti che rilasciamo ogni giorno con le attività umane, hanno deciso di trovare un modo artificiale per recuperare tutti questi gas. Una ricerca spagnola avrebbe trovato in una fonte molto rinnovabile, l’urina, la risposta.
Noi di Ecologiae lo