Giappone, acqua radioattiva finirà in mare

Giappone: ultime notizie dall‘inferno nucleare, sempre più fuori controllo. Malgrado l’attenzione del mondo e dei media si sia affievolita, prosegue infatti, crescendo di settimana in settimana di livello fino ad avvicinarsi pericolosamente al sette di Chernobyl, l’emergenza atomica che ha messo in ginocchio la centrale di Fukushima a seguito del violento terremoto e del conseguente devastante tsunami occorso l’undici marzo scorso.

Piani a dir poco pericolosi quelli della Tepco per gestire la crisi. La stessa azienda definisce una soluzione estrema quella di scaricare l’acqua radioattiva in mare a partire da domani.
Che effetti avrà sulla catena alimentare? I danni potrebbero essere immensi e anche l’idea di circoscrivere il braccio di mare che ospiterà i liquidi sporchi, è proprio il caso di dirlo, fa acqua da tutte le parti.

Nucleare Giappone, Greenpeace: “Evacuare la popolazione”

Giappone, centrale di Fukushima: Greenpeace chiede l’evacuazione della popolazione. I tecnici dell’associazione, in loco da giorni, hanno infatti registrato livelli di radioattività elevati nel villaggio di Iitate, localizzato a 40 km a Nord-Ovest dall’impianto in avaria.

Esattamente i livelli di contaminazione rilevati dalla squadra di radioprotezione, sfioravano i 10 micro Sievert per ora (S/h). Benché i confini dell’area di evacuazione distino 20 km da Iitate, la radioattività è talmente alta da poter rappresentare un immediato pericolo, specie per soggetti sensibili come donne incinte e bambini.

Nucleare: nuovo allarme al reattore 3 di Fukushima, innalzato livello di pericolo

I tecnici per la sicurezza nucleare in Giappone, dopo i proclami rassicuranti dei giorni scorsi che parlavano di situazione sotto controllo, hanno lanciato questa mattina un nuovo allarme. La nuova paura riguarda il nocciolo di un reattore, il numero 3 (il più pericoloso perché contiene plutonio) della centrale nucleare di Fukushima, che potrebbe essersi danneggiato, causando una perdita di elevati livelli di radiazione.

La crescente incertezza sullo stato del reattore ha spinto il Governo ad invitare nuovamente le persone che vivono entro un raggio di 30 km a lasciare le loro case temporaneamente. Secondo i dati forniti dal portavoce del capo del Governo, Yukio Edano, dovrebbero essere 130.000 gli abitanti della zona che dovrebbero lasciare le loro case, anche se dicono non ci siano rischi per la salute.

Centrale di Fukushima, fumo nero dal reattore 3

Ultime notizie dal Giappone. Dopo che la situazione sembrava essersi stabilizzata a seguito del ripristino dell’elettricità in tutti e sei i reattori della centrale di Fukushima, avvenuto nei giorni scorsi, oggi una colonna di fumo nero sollevatasi dal reattore 3 ha riacceso con più evidenza la crisi.

La Tepco, società che gestisce l’impianto, ha fatto sapere che i tecnici, a lavoro per ripristinare il sistema di raffreddamento, sono stati evacuati dalla sala di controllo del reattore. Quello che sconcerta maggiormente è che l’azienda nucleare non è a conoscenza della causa di questo ennesimo incidente.

Nucleare, scattati controlli e blocco dei piani in tutto il mondo

Se lo tsunami vero (quello di acqua) ha colpito solo il Giappone, un altro tipo di tsunami, quello dell’onda anti-nucleare, ha letteralmente invaso tutto il mondo. Le prime a muoversi sono state Germania e Svizzera, seguite da alcuni Paesi del Sudamerica, ma ora pare che tutto il mondo si stia ponendo due domande: 1- abbiamo davvero bisogno del nucleare? 2- quanto è sicuro quello che abbiamo?

Molti Paesi hanno deciso di fare il punto sulla sicurezza degli impianti nucleari, e/o di frenare l’approvazione di qualsiasi nuovo sviluppo di energia nucleare. Dopo la decisione di Svizzera e Germania, avantieri la Commissione europea ha ordinato a tutte le società energetiche dell’UE di presentare i dati sulla sicurezza e la preparazione all’emergenza di ogni singola centrale nucleare.

Centrali nucleari: persino in Sudamerica vogliono chiuderle

Anche se i Paesi latinoamericani basano il loro rifornimento di energia in piccolissima parte sul nucleare (solo Argentina, Brasile e Messico hanno installato impianti che rappresentano solo il 2% della produzione energetica della regione), molti altri avevano piani per nuove centrali. Almeno fino a questa settimana. Questi Paesi, vale a dire Cile, Ecuador e Venezuela, più altri Paesi che avevano già centrali e volevano espanderle, di fronte al disastro giapponese hanno fatto ciò che l’Italia non vuol fare: fermarsi a riflettere.

Di fronte alla crisi nucleare nella centrale di Fukushima in Giappone, il Venezuela ha già fatto un passo indietro nei suoi piani, mentre il Cile, un Paese non solo soggetto a terremoti, ma che ne ha subito uno terrificante poco più di un anno fa, sta decidendo in queste ore se continuare il suo percorso.

Centrale Giappone: Wikileaks rivela che l’Aiea avvisava del rischio esplosioni già 3 anni fa

Un funzionario della Agenzia internazionale dell’energia atomica (AIEA) avvisò nel dicembre 2008 che le norme di sicurezza presenti nelle centrali giapponesi avrebbero potuto rappresentare un “problema serio” in casi di forti terremoti. A rivelarlo è un cablogramma pubblicato da Wikileaks nei giorni scorsi, in cui si rende evidente che il Governo nipponico era già da tempo a conoscenza di tali rischi.

Il Governo giapponese si è sempre impegnato a potenziare la sicurezza in tutte le sue centrali nucleari, ma ora ci si chiede se abbia davvero fatto abbastanza, o se abbia qualche responsabilità. Anche se ha risposto alle segnalazioni con la costruzione di un centro di emergenza proprio nello stabilimento di Fukushima (quello distrutto dallo tsunami), questo era in grado di resistere ad una magnitudo di 7.0. Il devastante terremoto di venerdì scorso ha registrato una magnitudo di 9.0.

Esplosione nucleare Giappone, il punto sulle centrali

Centrale nucleare di Fukushima: è ancora seria la crisi che ha coinvolto alcuni degli impianti atomici nipponici. Una nuova scossa di 6.2 gradi ha fatto sussultare nuovamente il Giappone, alle prese in queste ore con l’allarme nucleare che fa tremare la popolazione, i Paesi confinanti ed il mondo intero forse ancor più del terremoto, per via degli scenari catastrofici che potrebbe aprire. Occorre mantenere la calma ma chi può stia lontano e lasci il Paese, fanno sapere dall’ambasciata italiana.

Oggi è avvenuta una nuova esplosione nel reattore 2 ed un incendio nel reattore numero 4, reattore che era spento quando è avvenuto il sisma. L‘esplosione è stata scatenata da una reazione chimica avvenuta con il vapore rilasciato, vapore che a contatto con lo zirconio che ricopre le barre di combustibile, rilascia idrogeno.

Esplosione nucleare Giappone, Prestigiacomo: “Non rifacciamo l’errore del 1987”

L’esplosione nucleare in Giappone ha catalizzato l’attenzione dell’UE spingendo ad un’immediata chiusura delle centrali obsolete la Germania, dopo la proroga che aveva fatto discutere qualche mese fa sul prolungamento della vita degli impianti atomici. Bloccati i finanziamenti alla ristrutturazione delle vecchie strutture. Anche la Svizzera guarda ad Oriente con una certa apprensione e chiude temporaneamente alla prospettiva di nuovi impianti: la sicurezza dei cittadini viene prima di tutto, si affrettano a dichiarare le autorità elvetiche a seguito degli incidenti che stanno tenendo con il fiato sospeso il mondo intero sulle sorti della centrale nucleare di Fukushima.

Il commissario all’Energia dell’UE Guenther Oettinger, in vista del vertice di esperti nucleari dell’UE previsto per oggi, ha fatto sapere che all’ordine del giorno c’è, tra l’altro, la discussione sulla fattibilità di un futuro senza nucleare per l’Europa, alla luce della crisi nucleare in Giappone.

Dobbiamo anche porci la domanda se, in Europa, in futuro, potremo soddisfare i nostri bisogni energetici senza energia nucleare.

Giappone prima e dopo il terremoto su Google Earth

L’occhio di Mountain View è puntato sul Giappone: su Google Earth le diapositive del prima e del dopo terremoto ritraggono, dall’alto ma affatto distante, la devastazione sismica che ha colpito il Nord-Est del Paese.

Lo tsunami ha aperto un profondo squarcio color fango nell’isola, tappezzando con tinte di distruzione un territorio che, mai come oggi, appare afflitto e trafitto al cuore dalla sua natura fisica, una forza violenta ed inarrestabile che l’ordine, la disciplina architettonica e l’impegno per la massima sicurezza profusi dal popolo nipponico nella progettazione di case e palazzi, centrali nucleari e dighe, non sono riusciti a fermare.

Esplosione centrali nucleari in Giappone, le reazioni dell’Europa

Dopo la seconda esplosione in una centrale nucleare giapponese, a seguito del terribile terremoto di pochi giorni fa, decine di migliaia di persone hanno preso parte ad una manifestazione anti-nucleare nella Germania meridionale. La manifestazione era stata programmata da tempo, ma dopo la notizia dell’emergenza nucleare giapponese, gli organizzatori sono stati travolti da una folla di circa 50.000 persone, molte di più di quelle che speravano potessero arrivare al momento dell’organizzazione.

I manifestanti, che si sono disposti in una catena di 45 km intorno alla centrale elettrica di Neckarwestheim (Stoccarda), chiedevano che il Governo tedesco prendesse le distanze dal nucleare. Il Cancelliere Angela Merkel, che ha esteso la durata della vita delle centrali nucleari in Germania, ha convocato i ministri per una riunione d’emergenza.