Global warming responsabile uomo

Global Warming, ora si conosce il vero responsabile: l’uomo

Global warming responsabile uomo

Sembra essere confermata la certezza che sia l’uomo il maggiore responsabile del Global Warming, il surriscaldamento terrestre che sta alterando il clima e la biodiversità, mettendo in pericolo l’esistenza di animali, piante e dell’uomo stesso. E’ quanto emerge da uno studio effettuato da un gruppo di scienziati, i cui dati saranno pubblicati in modo dettagliato solo nel prossimo rapporto sul clima delle Nazioni Unite.

Innalzamento del livello degli oceani quadruplicato dall’inquinamento umano

Il livello degli oceani è in costante incremento, ma questo era ormai un dato accertato. Ciò che invece c’è di nuovo è la conferma che il livello del mare, misurato in un nuovo studio pubblicato sulla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences, non è mai cresciuto così tanto nella storia come dall’inizio della rivoluzione industriale. Lo studio ricostruisce l’innalzamento dei livelli oceanici sulla costa atlantica degli Stati Uniti degli ultimi 2.100 anni, ed ha così scoperto che i tassi del 19° secolo sono stati superiori a qualsiasi altra rilevazione in quel periodo di tempo. Guardacaso, si tratta del primo periodo in cui viene mostrato un legame con i cambiamenti delle temperature globali.

Corrette le stime dell’innalzamento del livello dei mari, ma la preoccupazione resta

ghiacciaio in alaska

I glaciologi del Laboratorio di Studi Spaziali in Geofisica e Oceanografia dell’Università di Tolosa e dei loro colleghi statunitensi e canadesi hanno dimostrato che gli studi precedenti hanno ampiamente sopravvalutato la perdita di massa dei ghiacciai dell’Alaska nel corso degli ultimi 40 anni. Dati recenti provenienti dai satelliti e dai centri di rilevazione hanno permesso ai ricercatori di mappare ampiamente la perdita di massa in questi ghiacciai, che hanno contribuito allo scioglimento che ha innalzato di 0.12 mm/anno il livello del mare tra il 1962 e il 2006, invece di 0,17 millimetri/anno, come precedentemente stimato.

I ghiacciai montani coprono tra 500.000 e 600.000 km2 di superficie terrestre (circa le dimensioni della Francia), che è poco rispetto al settore della Groenlandia (1,6 milioni di km2) e dell’Antartide (12,3 milioni di km2). Nonostante le piccole dimensioni, i ghiacciai di montagna hanno svolto un ruolo importante nel recente innalzamento del livello del mare a causa del loro rapido scioglimento in risposta al riscaldamento climatico globale.

Scioglimento ghiacci Himalaya: stima al 2035 sbagliata, ma i pericoli ora sono altri

himalaya

Una settimana dopo da quando sono emerse alcune osservazioni speculative da parte di un giornalista in merito alla fusione di tutti i ghiacciai dell’Himalaya entro il 2035 (spiegato nella relazione del 2007 IPCC), l’organizzazione del mondo rispetto al cambiamento climatico ha cominciato ad essere più attentamente esaminata, ed ha richiesto un riesame del dato contestato.

Ma facciamo un passo indietro. Il rapporto IPCC ha spiegato che:

I ghiacciai dell’Himalaya si stanno ritirando più velocemente che in qualsiasi altra parte del mondo e, se il tasso di riscaldamento attuale dovesse continuare, la loro probabilità di sparire entro l’anno 2035, e forse prima, è molto elevata.

La dichiarazione originale che ha dato vita a questa ipotesi è stata fatta dal glaciologo indiano Syed Hasnain a Fred Pearce per un articolo apparso su New Scientist. Pearce stesso ha poi fatto marcia indietro sulla notizia, affermando che proprio Hasnain ha poi rivisto quelle indicazioni.

Summit di Copenaghen: riassunto del settimo giorno

aumento livello mare australia

Nonostante ieri fosse domenica, il vertice di Copenaghen non si è fermato, ma ha soltanto rallentato i lavori per prepararsi meglio alla settimana cruciale, quella che comincia oggi e si concluderà venerdì prossimo con la firma dell’accordo (si spera) dei vari Capi di Stato.

Così ieri hanno trovato più spazio gli scienziati. La conferenza si è aperta con la relazione della commissione sulla biodiversità delle Nazioni Unite, che ha parlato del ruolo degli oceani nel recupero della Co2. Secondo la commissione UNEP, gli oceani sono, in condizioni normali, in grado di assorbire un quarto della Co2 prodotta dall’uomo attraverso la deforestazione, combustione, ecc. Negli ultimi anni però il livello della loro acidità è salito molto rapidamente, al tasso più veloce di sempre (si calcola che l’acidità sia aumentata di 100 volte negli ultimi 20 milioni di anni), portando così ad una duplice conseguenza: il pericolo per la biodiversità, con un calcolo al 2100 che prevede come il 70% della barriera corallina sparirà a causa dell’acidificazione; ma portando anche ad una conseguente diminuzione della Co2 assorbita. In quel caso, se non si mette un freno alle emissioni, si rischia di vedere un incremento improvviso della concentrazione di gas serra.

Tra 90 anni San Francisco non esisterà più. Almeno in superficie

schwarzenegger california

Altro che riscaldamento globale. Qui si parla di una vera e propria catastrofe. Dopo osservazioni, raccolte di dati, esperimenti e controesperimenti, ormai non ci sono più dubbi. E’ talmente sicuro che la California sarà una delle regioni più colpite al mondo dai cambiamenti climatici che il suo governatore, Arnold Schwarzenegger, è stato costretto ad andare in televisione ed annunciare al suo popolo cosa gli scienziati gli hanno appena riferito: buona parte della città di San Francisco, ma gran parte della west coast in generale, entro la fine del secolo sarà sommersa.

Già da tempo ci si aspetta la rottura della faglia di San Andrea, la quale potrebbe far staccare un pezzo della California dal resto degli Stati Uniti, o peggio ancora potrebbe farla affondare, ma a tutto questo si aggiunge lo scioglimento dei ghiacciai, l’innalzamento del livello degli oceani, l’eccessiva pressione di strade e abitazioni su un territorio troppo fragile per sostenerle e lo stravolgimento delle temperature. Tutti fattori che fanno pensare che tutta la zona costiera di una delle città più belle del mondo potrebbe trovarsi un metro e mezzo sott’acqua entro il 2099.

Aumento del livello del mare, previsto innalzamento di un metro nei prossimi cento anni

Una nuova ricerca indica che il livello del mare potrebbe salire nei prossimi 100 anni di un metro rispetto ad oggi, previsione che è tre volte superiore alla prospettiva sull’innalzamento delle acque effettuata dall’UN’s Intergovernmental Panel on Climate Change, IPCC. La nuova rivoluzionaria tesi deriva da una collaborazione internazionale tra i ricercatori del Niels Bohr Institute presso l’Università di Copenaghen e scienziati inglesi e finlandesi, i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista di divulgazione scientifica Climate Dynamics.

Secondo il Gruppo intergovernativo di esperti delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, il clima globale nel prossimo secolo sarà tra i due e i quattro gradi più caldo rispetto ad oggi , ma l’oceano è molto più lento nel trasmettere calore all’atmosfera così come le grandi lastre di ghiaccio in Groenlandia ed in Antartide sono decisamente più lente nello sciogliersi. La grande incertezza nel calcolo del futuro aumento del livello del mare deriva sostanzialmente dall’incapacità di prevedere la velocità con la quale i ghiacci che si sciolgono sulla terraferma confluiscano poi verso il mare.  Il modello impreciso di previsione di fusione del ghiaccio è alla base degli attuali pronostici effettuati dall’IPCC, che non sono in grado di rendere atto dei rapidi cambiamenti avvenuti negli ultimi anni. Ecco perchè questa ricerca ha affrontato il problema con un approccio totalmente diverso.