Le aree più inquinate al mondo? L’Africa e l’Asia orientale

Se si pensa alle nazioni più inquinate al mondo, vengono automaticamente in mente la Cina e gli Stati Uniti. Ma queste sono sicuramente le più inquinanti, non le più inquinate, in quanto diversi fattori atmosferici, primo fra tutti il vento, spostano l’aria “malata” in altre zone.

Gli scienziati conoscono da tempo l’impatto potenzialmente letale dell’inquinamento atmosferico, ma fino ad ora un calcolo globale preciso era fuori portata. Con le nuove immagini satellitari, tuttavia, i ricercatori hanno finalmente dato la prima occhiata a come il particolato è distribuito in tutto il mondo, e i luoghi dove l’inquinamento dell’aria era stato difficile da misurare con precisione a causa dell’arretratezza tecnologica. Un passo importante verso una migliore comprensione di un problema che gli epidemiologi dicono contribuisce a milioni di morti premature ogni anno.

Smog, ictus ed infarto aumentano in città inquinate

inquinamento atmosfericoNelle città inquinate si è più esposti al rischio di ictus ed infarto. E’ quanto ha stabilito un recento studio condotto da un’équipe composta da esperti dell’Harvard School of Public Health, del Policlinico di Milano e del centro trombosi della Fondazione ospedale Maggiore.
La ricerca, pubblicata sugli Archives of Internal Medicine, mette sul banco degli imputati le polveri sottili, suscettibili di provocare un’infiammazione delle cellule immunitarie delle vie aeree e addirittura di provocare modifiche nel DNA, con conseguenze devastanti per la salute.

Come spiega il dottor Pier Mannuccio Mannucci, professore ordinario di medicina interna all’Università di Milano:

Le cosiddette polveri sottili attivano in senso infiammatorio le cellule immunitarie presenti nelle vie aeree, in particolare i macrofagi alveolari. Queste cellule residenti nei bronchi e nei polmoni, contaminate dalle polveri, cominciano a produrre grandi quantità di 6 citochine, che innescano una generale reazione infiammatoria, la quale può manifestarsi sotto forma di asma o allergia respiratoria, ma può anche dare origine a un evento trombotico, a causa degli effetti pro-coagulanti del mediatore stesso.

Picco di ipertensione per chi vive in ambienti inquinati

inquinamento cittadino

Le persone che vivono in aree urbane dove l’inquinamento da particolato nell’aria è elevato tendono ad avere la pressione arteriosa superiore a quelli che vivono nelle aree meno inquinate, secondo i ricercatori dell’Università di Dusiburg-Essen in Germania. I ricercatori hanno usato i dati provenienti dall’Heinz Nixdorf Recall Study, uno studio effettuato su una popolazione di quasi 5.000 persone che si concentra sullo sviluppo di malattie cardiache. Essi hanno analizzato gli effetti dell’esposizione all’inquinamento atmosferico sulla pressione arteriosa tra il 2000 e il 2003.

Mentre alcuni studi precedenti hanno dimostrato che un aumento acuto del particolato atmosferico, come le fluttuazioni giorno per giorno, può aumentare la pressione sanguigna, poco era noto nell’esposizione a medio e lungo termine.

I nostri risultati mostrano che chi vive in aree con livelli più elevati di inquinamento dell’aria hanno associata una più alta pressione sanguigna

ha spiegato Barbara Hoffman, capo dell’Unità di Epidemiologia Ambientale e Clinica dell’Università di Duisburg-Essen, e autore senior dello studio. I risultati sono stati presentati alla Conferenza Internazionale 2010 ATS a New Orleans.

Rischio asma elevato per chi vive vicino all’autostrada

inquinamento autostradeAncora sui danni dell’inquinamento per la salute. Oggi parliamo di asma, un disturbo respiratorio sempre più comune soprattutto tra la popolazione infantile e che è aggravato dall’inquinamento atmosferico e dall’alto livello di polveri sottili nelle grandi città.

Ma anche per chi vive lontano dal trafficatissimo centro, magari in periferia, vicino alle tangenziali e all’imbocco di autostrade e superstrade, il rischio di malattie respiratorie è elevato. Un recente studio effettuato da un’équipe di ricercatori della Mayo Clinic ha scoperto infatti che chi vive in prossimita di intersezioni stradali, stazioni ferroviarie e autostrade ha molte più probabilità di ammalarsi d’asma.

Inquinamento, donne più a rischio degli uomini

inquinamento donneLa scadente qualità dell’aria influisce negativamente sulla salute umana, a diversi livelli. Gli studiosi hanno scoperto che a soffrirne maggiormente sarebbero le donne, dato appurato basandosi sulle prestazioni in calo delle maratonete. Pare, infatti, che i tempi di esecuzione delle donne nelle maratone siano condizionati dall’inquinamento atmosferico.

A dirlo è uno studio effettuato dall’ingegnere ambientale Linsey Marr, della Virginia Tech.
I risultati della Marr provengono da uno studio approfondito che ha preso in analisi i tempi della maratona, i dati meteorologici e le concentrazioni di inquinanti nell’aria in sette maratone in un periodo di tempo da otto a ventotto anni. I tempi dei primi tre classificati maschili e femminili sono stati confrontati con il record storico della pista e con i livelli di inquinanti atmosferici, tenendo conto ovviamente delle alte temperature che hanno alterato le prestazioni prese in considerazione.

Polveri sottili aumentano rischio di ictus ed infarto

inquinamento atmosfericoMolte città italiane, vedi l’esempio di Milano, pur di ridurre l’inquinamento atmosferico hanno optato per soluzioni tanto drastiche quanto impopolari, come l’ecopass, gli stop completi al traffico una tantum, tutto pur di abbassare la soglia di polveri sottili, sempre pericolosamente in bilico tra la norma e l’eccesso.
Queste iniziative non dovrebbero restare episodi isolati, in ballo c’è infatti la salute dei cittadini, in particolare ad essere compromesse dall’inquinamento sono le vie respiratorie, con bambini che sempre più sviluppano asma e allergie.

Tuttavia, una recente ricerca, effettuata da un team internazionale di studiosi, composto da ricercatori svizzeri, spagnoli e californiani, ha scoperto che anche il cuore sarebbe a rischio a causa del particolato dei gas di scarico delle auto. Secondo quanto riportato nello studio, le polveri inquinanti possono portare ad un ispessimento delle pareti delle arterie, con conseguente aumento del rischio di subire un attacco cardiaco o un ictus.

Le barriere stradali sono brutte ma riducono l’inquinamento atmosferico e acustico

barriere stradali

Le barriere autostradali, che all’apparenza non sono bellissime, sono destinate a bloccare il suono e la vista del traffico ai quartieri adiacenti. Esse possono fare qualcosa anche in termini di carico di inquinamento atmosferico. In uno studio del NOAA e della US Environmental Protection Agency, i ricercatori hanno analizzato innocui “traccianti” per misurare il movimento potenziale delle sostanze inquinanti come il monossido di carbonio, i metalli pesanti e i composti organici volatili come il benzene.

I risultati hanno mostrato una riduzione significativa del tasso di inquinamento nei quartieri vicini grazie alle barriere. Esse sono state originariamente progettate per “alleviare” il rumore autostradale, ma anche per evitare l’inquinamento visivo per i residenti nelle vicinanze. Alcuni le hanno anche abbellite, piantandoci delle viti e altre piante per “ammorbidire” gli effetti estetici.

Quantificata l’incidenza dell’inquinamento del traffico sull’asma infantile

inquinamento del traffico

Le zone con traffico pesante nelle città di Long Beach e Riverside sono responsabili di una percentuale significativa di casi di asma infantile prevenibile. Il vero impatto dell’inquinamento atmosferico e le emissioni che causano malattie sono stati probabilmente sottovalutati, secondo i ricercatori della University of Southern California (USC).

Lo studio, pubblicato sul Journal of Public Health, ha stimato che il 9% di tutti i casi di asma infantile a Long Beach e il 6% di Riverside erano attribuibili alla vicinanza del traffico. Lo studio ha inoltre rilevato che le emissioni delle navi nel complesso portuale hanno contribuito al peggioramento dell’asma. Ad esempio, ogni anno circa 1.400 episodi di asma e bronchite sono rilevati nella cittadina californiana. Essi rappresentano il 21% del totale, e sono quelli che certamente sono stati causati dalle emissioni delle navi che hanno incrementato i livelli di biossido di azoto nell’aria.

L’inquinamento aumenta i casi di appendicite

inquinamento appendicite

Un nuovo studio pubblicato sulla rivista CMAJ (Canadian Medical Association Journal) suggerisce che l’inquinamento atmosferico può far scattare l’appendicite negli adulti. Lo studio, condotto da ricercatori dell’Università di Calgary, l’Università di Toronto e dell’Health Canada, hanno esaminato 5.191 adulti ricoverati negli ospedali di Calgary in Alberta, Canada. Il 52% dei ricoveri sono avvenuti tra aprile e settembre, i mesi più caldi dell’anno in Canada, durante il quale le persone hanno più probabilità di ritrovarsi fuori casa.

La teoria dominante della causa dell’appendicite è stata l’ostruzione dell’apertura dell’appendice, ma questa teoria non spiega la differenza tra l’appendicite nei Paesi sviluppati e quella nei Paesi in via di sviluppo. I casi di appendicite infatti sono aumentati drammaticamente nei Paesi industrializzati nel secolo 19 e all’inizio del ventesimo, per poi scendere a metà e la fine del 20° secolo, in coincidenza con la legislazione per migliorare la qualità dell’aria. L’incidenza di appendicite è cresciuta nei Paesi in via di sviluppo che stanno diventando più industrializzati.

L’inquinamento attraversa il mondo

nube di polvere

Lo smog e l’inquinamento atmosferico delle fabbriche può avere un impatto negativo sulla qualità dell’aria non solo nelle nazioni in cui è prodotto, ma anche nelle regioni lontane del mondo. Nei prossimi decenni, le emissioni di origine antropica dovrebbero aumentare in Asia orientale ed in un numero crescente di Paesi si potranno sentire gli effetti anche se il mondo industrializzato sta lavorando per rafforzare le norme di protezione ambientale.

Il Consiglio Nazionale delle Ricerche ha analizzato i dati meteorologici e chimici e ha scoperto che alcuni picchi inquinanti negli Stati Uniti possono essere trasportati fin verso l’Asia. Uno studio ha scoperto che una massa d’aria inquinata ha circa otto giorni di tempo per viaggiare dall’Est asiatico fino al centro degli Stati Uniti prima di esaursi.

L’inquinamento atmosferico non conosce confini nazionali, l’atmosfera si connette tra regioni remote del nostro pianeta. Le emissioni in un solo Paese possono influire sulla salute umana e dell’ecosistema in Paesi lontani sottovento. Anche se è difficile quantificare queste influenze, in alcuni casi l’impatto è notevole in termini di prospettive legislative e di sanità pubblica

ha spiegato Charles Kolb, presidente della commissione che ha redatto il rapporto e presidente dell’Aerodyne Research Inc.

La Cina Olimpica era più inquinata di quello che ci hanno fatto credere

inquinamento-cina

Alla fine delle Olimpiadi, Pechino ha ricevuto la medaglia del bilancio ambientale. Ma appena i riflettori del mondo si sono spenti, l’inquinamento atmosferico della città ha ripreso a spingere nuovamente verso pericolosi livelli. Due nuovi rapporti sottolineano che l’inquinamento durante i Giochi è stato nascosto da misurazioni scarse e più attenuate grazie ad un massiccio intervento del Governo.

Mentre i livelli di inquinamento sembravano raggiungere un livello storicamente basso per Pechino, l’aria era effettivamente 3,5 volte peggio di quello di città come che di recente hanno ospitato le Olimpiadi come Atene, Atlanta e Sydney, e spesso superiori a quanto l’Organizzazione Mondiale della Sanità ritiene sicuro.

Una relazione di Steve Andrews, pubblicata dal Wilson Center, ribadisce che la Cina ha fatto una campagna di disinformazione pubblica sull’inquinamento, sulle polveri sottili inquinanti, sul PM 2,5 e l’ozono. Pechino e altre città cinesi si basano su un indice di inquinamento dell’aria (API) in cui un punteggio di 100 o inferiore indica la qualità dell’aria, come “buona”. Durante i giorni di eventi olimpici a Pechino e nei 274 giorni del 2008 la qualità dell’aria era considerata ottima.

La lotta al fumo salva anche l’ambiente

sigarette

Il Senato degli Stati Uniti ha appena approvato una legge che imporrà regolamenti più severi in materia di fumo all’industria del tabacco. E’ stato Obama stesso a volere fortemente questa legge, non soltanto come un problema di salute, ma anche come problema ambientale. Le nuove leggi cercheranno di salvare gli ecosistemi combattendo la sigaretta.

La nuova legge, nota come Family Smoking Prevention and Tobacco Control Act, fissa le norme che riducono il contenuto di nicotina e determinano le sostanze chimiche ammesse nelle sigarette. Ci sarà anche una depressione della campagna di marketing, costringendo tutti gli spot ad apparire, sia in tv che sulla stampa, in bianco e nero. Infine, le sigarette ai vari gusti saranno abolite, e termini come “leggero” e “a basso tenore di catrame” saranno illegali. Tutto questo avrà come conseguenza anche un aumento dei prezzi.

Ma tutto questo avrà risvolti sulla salute, cosa c’entra con l’ecologia? Basta dare due numeri. Tutto questo porterebbe ad un calo previsto nel settore dei giovani fumatori dell’11% e degli adulti del 2% sui circa 300 milioni di fumatori americani. Ciò significa meno rifiuti da carta per i pacchetti e per i mozziconi di sigaretta.

L’aria si fa irrespirabile, i più a rischio sono i bambini piccoli

problemi-respiratori-cambiamento-climatico-bambiniIn un futuro ormai prossimo i cambiamenti climatici potrebbero causare gravi problemi respiratori nei bambini piccoli, che risultano già  tra i soggetti più esposti e maggiormente sofferenti a causa dell’aria pressocché irrespirabile di molte città.
Un recente studio, realizzato dai ricercatori della Mount Sinai School of Medicine, è giunto ad infauste previsioni che vedono nei prossimi dieci anni un aumento allarmante dei bambini ricoverati in ospedale per colpa di problemi alle vie respiratorie. Aumento dovuto, secondo gli studiosi, proprio al previsto cambiamento climatico.

In particolare, la causa dei disturbi alle vie aeree sarebbe provocato da un aumento nei livelli di ozono dell’atmosfera, generato dal riscaldamento globale. Più le temperature si innalzano, maggiori quantitativi di ozono vengono liberati nell’atmosfera. Un componente altamente nocivo, che ha effetti negativi sulla salute del sistema respiratorio, e che andrebbe a colpire, secondo le stime, in particolar modo i bambini in tenera età, al di sotto dei due anni.