La salute degli oceani è stata misurata attraverso un nuovo indice, l’Ocean Health Index, e i risultati dello studio sono stati pubblicati su Nature. Le condizioni generali degli oceani del pianeta sono sufficienti: 60 su 100 secondo il nuovo indice. L’italia in perfetta linea con la media, 60 su 100 anche per la penisola.
inquinamento oceani
Le 5 abitudini umane che mettono in pericolo gli oceani

Non importa dove viviamo, anche se siamo nel mezzo del deserto del Mojave o in un’enorme prateria, il nostro collegamento con l’oceano è sorprendentemente diretto. I sistemi marini del pianeta sono strettamente collegati con le nostre attività quotidiane, anche quando tali attività possono sembrare banali o distanti. Non ci credete? Ecco cinque modi in cui le nostre piccole scelte diventano grossi problemi per la salute degli oceani.
1) Le emissioni di carbonio e l’acidificazione degli oceani. Ogni volta che accendiamo le luci, apriamo il rubinetto dell’acqua, carichiamo un telefono cellulare, saliamo su un aereo o in qualsiasi altro modo creiamo emissioni di anidride carbonica, stiamo direttamente provocando l’acidificazione degli oceani e le perturbazioni dannose sulla vita marina che ne risultano. L’oceano è in grado di assorbire circa i due terzi delle emissioni di carbonio nell’atmosfera, e più CO2 assorbe, più acido diventa. Questo pH alterato provoca conseguenze sui gusci dei crostacei, lo sbiancamento dei coralli e la sovrabbondanza delle meduse. Decisioni come evitare un volo inutile con l’aereo, mangiare meno carne, e l’acquisto di energia pulita possono ridurre drasticamente la propria impronta di carbonio, e contribuire ad alleviare una delle più grandi minacce che incombono sui nostri oceani.
Plastiki, la barca fatta da bottiglie riciclate ha terminato il suo viaggio

E’ durato 130 giorni e 8.000 miglia nautiche il viaggio di Plastiki, il catamarano composto al 100% da bottiglie di plastica recuperate direttamente dal mare. Il lungo tour ideato per sensibilizzare il mondo sul problema dell’inquinamento degli oceani, principalmente dovuto proprio ai contenitori e buste di plastica, è terminato questa mattina a Sidney, in Australia, salutato da migliaia di curiosi, politici e proprietari di barche che hanno atteso l’arrivo di David de Rothschild e del suo equipaggio.
Il rampollo della ricca famiglia Rothschild ha toccato i porti di San Francisco, Kiribai, Samoa Occidentali e Nuova Caledonia con il suo catamarano lungo 19 metri e composto da 12.500 bottigliette di plastica, attraversando il Pacifico insieme ad altre navi che riprendevano l’impresa, ma accompagnato anche da tantissimi curiosi che lo hanno sostenuto durante il tragitto oceanico.