Meduse e Mediterraneo, nuovi rischi per la pesca e il turismo balneare

di Redazione 1

meduse nel Mediterraneo

Complici il riscaldamento globale e l’aumento della temperatura delle acque, ma anche la pesca sempre più invasiva e intensiva, il mar Mediterraneo anche quest’estate è stato preso d’assalto dalle meduse.

La quantità maggiore di meduse, animali marini planctonici estremamente urticanti, è stata avvistata lungo le coste di Toscana e Liguria, nell’alto Tirreno. Molti esemplari si sono spinti fino a riva, mettendo a repentaglio la salute dei bagnanti, il turismo e anche la pesca.

Un rimedio efficace per chi viene punto da una medusa è

spargere sabbia bollente sulla puntura e rimuovere i tentacoli con una carta di credito, usandola come fosse un rasoio.

Questo il consiglio di Ferdinando Boero, responsabile del progetto “Scienza dei cittadini” nonché professore nell’Università del Salento, che da anni segue gli spostamenti delle meduse nel Mediterraneo, l’evoluzione del fenomeno, compie osservazioni e raccoglie dati sugli esemplari che si spingono fino alle acque del Mare nostrum.

Ricevo un centinaio di segnalazioni al giorno, per i bambini è diventato quasi un gioco, come andare a vedere i leoni allo zoo.

Lo studioso spiega che la presenza delle meduse nelle acque del Mediterraneo è aumentata sensibilmente negli ultimi 6- 7 anni, a seguito della

tropicalizzazione del mar Mediterraneo

che nel tempo darà luogo anche ad una crescita della diversità biologica. Il mar Mediterraneo si arricchirà dunque di animali marini provenienti dalle calde acque dell’Oceano Indiano, che raggiungeranno l’Italia attraverso il canale di Suez o l’Oceano Atlantico. La presenza massiccia di meduse comporterà a sua volta una diminuzione dei pesci, già minacciati dalla pesca intensiva. La perdita di spazio ecologico sarà dovuta anche alle meduse, nuovi predatori e competitori del Mediterraneo.

Unendo l’utile al dilettevole, la Commission internationale pour l’exploration scientifique de la mar Mediterranee (Ciesm), a cui aderiscono 23 Stati, ha lanciato “Occhio alla medusa“, la campagna Jellywatch 2010. Le meduse finora avvistate lungo le coste italiane sono di diverse specie: la Pelagia, la medusa più urticante giunta nel Mediterraneo, è presente nel mar Tirreno centrale; lungo la riviera adriatica sono stati segnalati molti sciami di Aurelia, una medusa innocua ma che comunque scoraggia i bagnanti a concedersi qualche minuto di relax refrigerante in mare. Infine è giunta nel Mediterraneo la Physalia, o caravella portoghese, non una medusa, ma un medusoide

molto urticante e dalle punture dolorosissime

come tiene a precisare il professor Boero. La Physalia quest’anno si è spinta dall’isola di Malta al mar Ligure, con esemplari dai tentacoli lunghi anche 20 metri. Altro medusoide avvistato nel Mare nostrum è la Mnemiopsis leidyi, uno ctenoforo simile alla medusa composto da una forma globulosa e gelatinosa, innocua per l’uomo ma molto pericoloso per la fauna ittica perché si nutre di uova e larve di pesci. Gli esemplari sono stati avvistati  nella Laguna di Orbetello, e potrebbero causare problemi per la pesca.

[Fonte: Ansa]
[Foto: nuoviorizzontisrl]

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