Anche Topolino diventa ecologico

La sensibilità della Disney al problema ambientale era già nota, visti i provvedimenti ecologici presi per la struttura di Disneyland di cui vi avevamo raccontato già tempo fa. Ma il pezzo forte della collezione del fumettista americano è sicuramente il suo simbolo, il giornalino settimanale che da decenni tiene compagnia a centinaia di migliaia di bambini in tutto il mondo.

Questo piccolo fumetto però ultimamente era stato messo sotto accusa dall’organizzazione LifeGate, la quale aveva accusato la casa produttrice americana di inquinare tantissimo, anche più delle altre attività produttive, per scrivere, produrre e commercializzare il suo giornalino. In pratica oltre 81 mila chilogrammi di CO2 vengono immessi nell’aria per ogni copia. E così, in onore dell’Earth Day del prossimo 22 aprile, Topolino ha voluto prendere provvedimenti.

Earth Hour: questa sera spegnamo tutti le luci per un’ora

Sì lo so che stasera c’è la Nazionale, ma il gesto è simbolico e può essere molto importante. Stasera, sabato 28 marzo, alle 20:30 si spegneranno le luci dei luoghi simbolo di mezzo mondo, dal Colosseo di Roma alle Piramidi di Giza, dalla Tour Eiffel di Parigi all’Empire State Building di New York.

L’iniziativa, che coinvolge 2848 città di 83 Paesi diversi è stata lanciata dal WWF per sensibilizzare il mondo sul problema ambientale. L’associazione ambientalista infatti vuole lanciare un messaggio forte, e cioè fa vedere come sarà il mondo al buio se non dovessero essere presi provvedimenti in favore del clima.

Stopthefever.org, il nuovo sito di Legambiente in cui si calcola il vostro impatto ambientale

Quanto consumo percorrendo il tragitto da casa al bar prendendo l’auto? E quanta CO2 produco utilizzando le lampadine ad incandescenza piuttosto che quelle ad alta efficienza? E quanto consumo facendo la lavatrice a 90 gradi anziché a 40? Ma soprattutto, quanto inquinamento in meno produrrei con alcune piccole attenzioni?

A questa e a tante altre domande da oggi può rispondere il nuovo sito internet di Legambiente stopthefever.org. Si tratta di un sito a dir poco perfetto in cui, suddivise in quattro categorie, ci sono tutte le possibili cause di inquinamento da noi prodotto, volontariamente ed involontariamente, ma soprattutto il calcolo di quanto inquinamento noi produciamo. Tutto in una sorta di videogioco.

Giornali on-line vs. cartacei. Chi vincerà la sfida ambientale?

Sì, lo so che siamo di parte, facendo i blogger. Ma oggettivamente ci sono, come in tutte le cose della vita, gli aspetti positivi e quelli negativi, sia per quanto riguarda i giornali on-line, che per quelli cartacei. Ad effettuare questa ricerca però non siamo stati noi direttamente, ma un organo terzo, il Centro per lo sviluppo sostenibile KTH comunicazioni di Stoccolma. Si tratta di uno studio di valutazione ambientale del ciclo di vita della stampa, web based, del giornale di carta e dell’e-giornale, ed i risultati sono piuttosto sorprendenti. Noi proviamo ad analizzare qui soltanto quelli che riguardano l’ecologia. Ecco l’iter per ognuno dei due mezzi di comunicazione:

Stampa: lavoro editoriale, produzione di carta da giornale, trasporto di carta per la stampante, lavoro di prestampa, stampa della carta, distribuzione, riciclaggio, smaltimento.

On-line: il lavoro editoriale stabilisce la carta “virtuale” da utilizzare, la produzione di un computer utilizzato per leggere, scaricare le news, l’energia utilizzata durante la lettura delle notizie, le emissioni per la produzione di energia elettrica. Per l’e-reader: scegliere le notizie che gli interessano, ricercarle, la produzione del dispositivo, il download, la lettura, le emissioni.

Eco Cab: il futuro dell’eco-trasporto

Ci sono diversi modi per combattere l’inquinamento. Uno dei più utili è abbandonare l’automobile in garage e prendere la bicicletta. Quando però questa è scomoda o pericolosa (in alcuni centri urbani senza percorsi ciclabili diventa una scommessa ogni giorno) vengono molti dubbi, e si potrebbe essere scoraggiati.

Per questo un’azienda canadese ha inventato Eco Cab, una sorta di bicicletta cabinata in grado di trasportare fino a tre persone in maniera del tutto sicura. Simile ad un moderno risciò, l’Eco Cab è nata inizialmente come taxi ecologico, in quanto sulla parte anteriore sedeva l’autista, mentre alle sue spalle dei divertiti turisti. Adesso che la commercializzazione sta prendendo piede, sta diventando un mezzo per tutti, e soprattutto per tutte le tasche.

Obama, svolta per le auto ecologiche?

[Photo| Flickr] Auto ecologiche, la svolta? Barack Obama, il presidente Green? Si direbbe di sì. Il neoeletto – e neoinsediato – 44esimo presidente degli Stati Uniti sarà, in giornata, alla riunione dell’Agenzia americana per la protezione dell’ambiente. All’ordine del giorno c’è la possibilità di modificare il provvedimento preso dal suo predecessore, George W. Bush. Un atto che impediva di fatto alla California e ad altri 13 stati di limitare le emissioni di gas dalle auto.

La notizia della partecipazione di Obama è ufficiale e viene direttamente dalla Casa Bianca. L’obiettivo del Presidente, per il quale lavorerà con il dipartimento Usa dei Trasporti per avere nuovi regolamenti, è quello di arrivare – entro la data del 2011 – a livelli generalizzati più efficienti nei consumi dei carburanti auto.

Dall’Arabia Saudita arrivano le pietre che assorbono l’inquinamento

Il principe Abdulrahman Bandar Al-Saud, nipote del re dell’Arabia Saudita, ha fatto una scoperta che, se confermata, potrebbe essere una delle soluzioni per il problema inquinamento. Durante il suo dottorato di ricerca presso l’Università britannica Queen’s University Belfast’s School of Chemistry and Chemical Engineering, il principe Abdulrahman ha scoperto che esistono alcune rocce, molto comuni nel suo Paese, in grado di assorbire l’inquinamento atmosferico ed idrico.

Secondo la sua scoperta, le pietre antiche sono in grado di formare un elemento chiamato “carbone attivo” che, se lavorato, diventa estremamente poroso. Questa porosità gli consente di assorbire altro materiale, che potrebbe essere proprio il carbonio diffuso nell’aria, ma anche gli agenti chimici che inquinano le acque, in maniera tale da ridurli, inglobandoli in sè.

Una città senza smog garantisce 5 mesi di vita in più

20 anni fa il livello di inquinamento in America cominciava a diventare preoccupante. Per questo motivo alcune metropoli, come Pittsburgh e Buffalo, decisero di imporre metodi di riduzione del traffico, in maniera tale da ridurre lo smog che circolava nell’aria, e che ogni giorno finiva nei polmoni di milioni di cittadini.

Secondo alcuni ricercatori della Brigham Young University e della Harvard School of Public Health i dati di oggi danno ragione a quelle decisioni dei sindaci prese negli anni ’80: la vita media degli abitanti di quelle zone è aumentata di 2,72 anni. Ma le città odierne pare non abbiano ancora raggiunto il punto di non ritorno. Sempre secondo la stessa ricerca, pubblicata sul New England Journal of Medicine, se i sindaci di oggi decidessero un blocco dello smog, i loro cittadini potrebbero recuperare dai 5 agli 8 mesi di vita, mica male.

Gallery: le 23 auto verdi del futuro

Se pensiamo ad un futuro ecologico non possiamo non pensare al sistema di trasporto, che sarà molto diverso dall’attuale. Non possiamo infatti pensare ai tanti sforzi fatti tra riciclo, energie rinnovabili ed azioni eco-sostenibili, se poi per spostarci usiamo le auto a benzina super-inquinanti. Molto di più se pensiamo che le auto occupano una grossa fetta della nostra vita, e quindi la loro incidenza pesa non poco.

Aree pedonali, biciclette o trasporto pubblico sono solo delle alternative per evitare l’inquinamento, ma con queste iniziative non sarà facile convincere la maggior parte degli automobilisti a lasciare il proprio bolide in garage. Per questo abbiamo bisogno di una rivoluzione automobilistica. Dopo il salto vi forniremo le prime immagini di alcune delle auto elettriche del futuro che potrebbero migliorare l’aria che respiriamo senza intaccare la comodità di spostarsi a bordo di un macchinone.

Il carbone ci costa 360 miliardi di euro all’anno

Secondo il rapporto di Greenpeace, stilato in collaborazione con “Ce-Delft“, un istituto indipendente olandese, il costo che grava sull’intero pianeta per l’utilizzo del carbone, attualmente, è di circa 360 miliardi di euro all’anno, molto di più di quello che i vari Governi di tutto il mondo ci vogliono far credere.

Infatti quei Paesi che puntano su questa risorsa spesso si trincerano dietro la frase “il carbone costa di meno rispetto alle altre fonti energetiche”, giustificandolo come un risparmio che conviene anche ai cittadini. Tutto questo è falso. Infatti il carbone è il combustibile fossile più inquinante al mondo (paradossalmente anche più del petrolio), dato che da solo contribuisce al 41% delle emissioni di gas serra imputabili all’uomo.

A Firenze operazione di Terra! contro l’inquinamento dei SUV

Le automobili fanno male: inquinano l’ambiente con le loro emissioni nocive e danneggiano la salute umana. Inoltre, come ci spiega Paola Pagliaro, uno studio del Centro internazionale per la ricerca sul clima e l’ambiente (Cicero) ha evidenziato che le auto hanno una forte incidenza sul riscaldamento globale. Per tutti questi motivi, alcuni attivisti dell’associazione ambientalista Terra! hanno organizzato a Firenze un’azione di protesta contro l’inquinamento da CO2 da auto ed in particolare da SUV. La scorsa notte sono stati piazzati 40 cartelli stradali di divieto di accesso ai SUV nei 20 varchi di accesso alla ZTL della città di Firenze. “Vietato l’ingresso al centro storico per i veicoli con emissioni di CO2 superiori a 120 g/km”, “Vietato l’accesso ai SUV”, “Vietato respirare!” cosi recitano alcuni dei cartelli posizionati dagli attivisti di Terra!.

WWF: L’uomo sta distruggendo il mondo

Nel Living Planet Report 2008, presentato oggi dal WWF, si apprende una verità sconcertante: per far spazio all’uomo, stiamo distruggendo la natura. I dati portati dall’associazione sono sconcertanti: negli ultimi 35 anni la popolazione umana è quasi raddoppiata, quella animale è diminuita di un terzo e le foreste tropicali si sono dimezzate.

E’ questa la denuncia di un sistema che non funziona, e che gli uomini hanno fatto troppo spesso finta di non sapere. O di non voler vedere. Osservando 1686 specie diverse di animali, il WWF ha rilevato che la perdita dal 1970 ad oggi è stata di circa il 28% di biodiversità, mentre l’indice delle zone tropicali vede un ribasso del 51%, un’enormità.

L’acidificazione degli oceani, dalla rivoluzione industriale incremento del 30%

L’acidificazione degli oceani, come recita Wikipedia:

è il nome dato alla decrescita del valore del pH oceanico, causato dalla assunzione di anidride carbonica di origine antropica dall’atmosfera.
A causa dell’alta immissione di anidride carbonica nell’atmosfera ad opera dell’uomo gli scambi di CO2 non sono più equilibrati, e quindi nell’acqua marina c’è molta più CO2 del normale.
Dal momento che l’anidride carbonica in acqua si scioglie e produce acido carbonico (H2CO3), con un’elevata concentrazione di anidride carbonica aumenta l’acidità degli oceani.

Dalla Rivoluzione industriale ad oggi l’incremento nei livelli di acidità oceanici è giunto al 30%. Per discutere del problema, 250 scienziati provenienti da 32 diversi Paesi del mondo, si daranno appuntamento all’Oceanographic Museum di Monaco da domani 6 ottobre fino al 9 ottobre, nel corso del “Second Symposium on the ocean in a high CO2 world”.

Green Design Festival, Atene ci prova

Atene ci prova. Forse consapevole del suo essere tra le capitali più inquinate d’Europa, fa un salto avanti ed edifica un Eco Museo nella piazza centrale, costruisce giardini verticali lungo le pareti dei palazzi e si ripensa in tema ecologista.

Diffondere nei cittadini una cultura del verde, o almeno crearne la consapevolezza, è lo scopo dell’Athens Green Design Festival, il primo tentativo greco di parlare di Design e di sostenibilità. Attraverso l’uso di installazioni, idee creative, nuove tecnologie e riuso di materiali, il festival mira a presentare idee e soluzioni per tingere di verde la vita quotidiana di una popolazione che di attenzione all’ecologia oggi ne ha ben poca.