Un’Europa alimentata al 100% da energia rinnovabile è possibile. E non tra mille anni ma entro il 2050. Ne è convinto Paul Hockenos di Renewable Energy World che ha riportato un recente studio dell’Heinrich Böll Foundation. Come molti scienziati affermano da tempo, la tecnologia per raggiungere questo obiettivo esiste già. E’ la volontà politica che manca. Una politica energetica coerente in tutto il Vecchio Continente potrebbe modificare molte cose.
politica energetica
Primarie PD, per Greenpeace devono vincere i valori ambientali
In occasione delle Primarie del Partito Democratico Greenpeace ha effettuato un sondaggio sui votanti che si apprestavano a porre la propria preferenza alle urne. Stando alle domande poste agli oltre duemila elettori di sinistra, pare proprio che l’argomento preponderante, o almeno uno dei principali, è l’ambiente. Ha avuto successo la campagna di qualche giorno fa sulla politica energetica dato che il 97% degli elettori si è detto disponibile a puntare su chi, eventualmente da presidente del Consiglio, non investirà sulle industrie sporche.
Eco-guida Greenpeace, HP diventa produttore tecnologico più green
Dopo due anni di dominio incontrastato, Nokia non è più il produttore di prodotti elettronici più green del mondo. La casa produttrice famosa per i telefonini ha un po’ abbandonato la “retta via” e, a causa della poca attenzione alla politica energetica mostrata negli ultimi mesi ha un po’ “declassato” gli sforzi fatti sulla sostenibilità dei suoi prodotti. Per questo non solo perde la prima posizione, ma anche la seconda, facendosi scavalcare da HP e Dell.
Energia, Romani: “Rivedere strategia energetica nazionale in fretta”
Dopo Fukushima in Giappone e le rivolte in Nord Africa, dobbiamo rivedere la nostra strategia di produzione e approviggionamento energetico, non abbiamo molto tempo e dobbiamo fare in fretta inoltre
Nucleare, riesame delle politiche energetiche in Giappone
Non ora, ma tra un po’, quando l’emergenza sarà alle spalle. Così ha esordito questa mattina il premier Naoto Kan, dopo alcune settimane dal disastro nucleare in Giappone. La situazione
Far qualcosa per salvare l’ambiente costa. Non far nulla costa anche di più
In America è talmente sentito il problema del riscaldamento globale che il dibattito su cosa fare sta infiammando il Parlamento. Sembrerebbe una cosa normale, ma al confronto del Parlamento italiano in cui tali problematiche sono sempre messe in fondo all’agenda, può sembrare una cosa eccezionale.
Secondo i calcoli dell’Onorevole Romm (un collaboratore del Dipartimento di Energia nell’era Clinton), se non facessimo nulla per l’energia, questa scelta costerebbe alle famiglie americane quasi 10.000 dollari a testa entro il 2030, e il costo per i loro figli potrebbe essere molto di più.
Spiegano su Treehugger che:
I problemi energetici e climatici del Paese hanno raggiunto il punto in cui l’ostruzionismo dei politici non può essere permesso semplicemente per criticare coloro che tentano di risolvere questi problemi, offrendo alternative credibili o politiche al riguardo.
In Europa l’energia del futuro sarà il sole
L’energia solare intesa non solo come risorsa energetica alternativa ai combustibili fossili ma anche e soprattutto come fonte sostenibile della crescita economica europea.
Queste le linee guida che intende perseguire l’Unione Europea nel campo del rinnovabile, rivolgendo uno sguardo particolarmente fiducioso proprio al sole come un punto fisso che illumini un percorso così buio e ricco di ostacoli come la risalita dalla crisi che stiamo vivendo, sia a livello ambientale che finanziario.
Gli scienziati provenienti da vari istituti di ricerca europei nel settore dell’energia solare sono chiamati ad unire i loro sforzi per sostenere, incentivare, inaugurare una nuova politica energetica che sostenga attivamente le nuove tecnologie volte a fornire energia pulita ai Paesi dell’Unione.
Secondo il rapporto stilato dalla European Science Foundation, “Harnessing Solar Energy for the Production of Clean Fuel” (Sfruttare l’energia solare per la produzione di combustibili puliti), la trasformazione diretta di energia solare in combustibile rappresenta una delle poche grandi opzioni che l’umanità ha di fornire un’alternativa valida alle attuali risorse energetiche, contribuendo altresì a diminuire in maniera consistente l’impatto ambientale del genere umano.
Sarah Palin: una vicepresidente poco attenta all’ambiente che fa il tifo per i carburanti fossili
Una politica energetica poco attenta alla salute dell’ambiente. E’ quella presentata dalla candidata repubblicana alla vicepresidenza degli Stati Uniti nonchè governatrice dell’Alaska, Sarah Palin. La vice di Mc Cain, infatti, in un discorso tenutosi a Toledo, nell‘Ohio, ha illustrato, rivolgendosi alla Xunlight Corporation, azienda costruttrice di pannelli solari, la sua visione energetica basata soprattutto sull’impiego dei carburanti fossili. I pilastri della politica energetica della Palin sono il petrolio e le altre fonti fossili: si punta allo sviluppo del nuovo petrolio, del carbone pulito, delle centrali nucleari (se ne prevedono 45 da realizzare entro il 2030), delle trivellazioni e dei gasdotti. Per quanto riguarda le energie rinnovabili la vice di Mc Cain si dichiara scettica sulla loro efficacia in quanto non hanno applicazione immediata e afferma che bisogna pur procedere con esse ma non a discapito delle fonti fossili.