Uni Land, società italiana quotata in Borsa e leader nel settore dell’house building, nel land banking e nel settore delle energie rinnovabili, ha reso noto d’aver siglato un importante accordo che porterà alla costruzione in Italia, per il biennio 2010-2011, di nuovi impianti di produzione di energia da fonte fotovoltaica per una potenza pari a 20 MW. L’accordo, nello specifico, è stato siglato da Uni Land con la società LDK Solar Co., Ltd., azienda specializzata nella fornitura di moduli, wafer e produzione di silicio policristallino solare per il fotovoltaico. Da un lato, l’accordo prevede che Uni Land si occupi di sostenere il progetto dal punto di vista finanziario, mentre LDK Solar si occuperà di progettare, costruire e gestire l’approvvigionamento degli impianti fotovoltaici con potenza di 20 MW; a carico di LDK Solar è anche la fornitura dei moduli solari.
Risparmio energetico
Fotovoltaico e non solo: in Italia spopola l’energia solare
In concomitanza con lo svolgimento del vertice di Copenhagen, anche il Papa ha invitato tutti a sfruttare le grandi potenzialità offerte dall’energia solare; l’Italia, nonostante tutto, sta raccogliendo questa sfida visto che, come sottolineato dalla Coldiretti, ci troviamo al quarto posto nella graduatoria mondiale riguardo alla crescita ed allo sviluppo, un po’ ovunque sul territorio, degli impianti di produzione di energia pulita da fonte fotovoltaica. Nel dettaglio, in Italia si contano, in base alle ultime rilevazioni aggiornate a cura del GSE, il Gestore dei servizi elettrici, oltre 56 mila impianti fotovoltaici, ovverosia ben 49 mila in più rispetto al 2007; questo significa che nell’arco di un paio d’anni gli impianti di produzione di energia pulita sfruttando il fotovoltaico sono cresciuti dell’800%.
Fotovoltaico Klimaleader e Associazione Terre dei Peligni
In Abruzzo la società Klimaleader, operante da 25 anni nel risparmio energetico e nella tutela dell’ambiente, e sei comuni abruzzesi, hanno unito le forze per dare avvio ad un progetto di diffusione di sistemi di produzione di energia da fonte fotovoltaica, prevalentemente di piccola taglia, sulle tettoie, pensiline, edifici artigianali ed abitazioni. I sei comuni abruzzesi, che a loro volta si sono riuniti nell’Associazione Terre dei Peligni, sono quelli di Secinaro, Pratola Peligna, Corfinio, Raiano, Prezza e Vittorito.
Energia dai tetti: Ater e Regione Lazio, insieme per il fotovoltaico
Nel Lazio le Ater, Aziende territoriali per l’edilizia residenziale, e la Regione, hanno stipulato nei giorni scorsi “Energia dai tetti”, un programma che prevede interventi di manutenzione straordinaria sui tetti degli edifici delle Ater ed il contestuale efficientamento energetico attraverso l’installazione di pannelli fotovoltaici su ben 350 immobili. L’iniziativa, approvata dalla Giunta della Regione Lazio con una delibera dello scorso mese di novembre, su proposta dell’Assessore alle Politiche della Casa Mario Di Carlo, è il chiaro esempio di come la potenza installata in Italia per l’energia prodotta da fonti rinnovabili, ed in questo caso con il fotovoltaico, si possa espandere senza la necessità che ci sia un consumo di suolo.
Il fotovoltaico ed il consumo di territorio
E’ una vera e propria “campagna nella campagna” quella che il Movimento nazionale per lo “Stop al Consumo di Territorio” sta portando avanti contro gli impianti di produzione di energia da fonte fotovoltaica, ma solo contro quelli che generano un consumo di suolo, ovverosia quelli realizzati sui terreni liberi. Secondo il Movimento per lo “Stop al Consumo di Territorio”, infatti, occorre intervenire non contro il fotovoltaico, ma contro il fotovoltaico “selvaggio” che sta prendendo fin troppo piede. Quella del Movimento per lo “Stop al Consumo di Territorio”, in ogni caso, e come accennato, è comunque una campagna nella campagna visto che si portano avanti iniziative contro l’avanzata del cemento e dell’asfalto.
Energia pulita: tetto fotovoltaico Stadio Bentegodi
Lo Stadio Bentegodi, arena del calcio per la città di Verona, diventa non solo il luogo delle gesta dei campioni del sport, ma anche un sito di produzione di energia pulita da fonte fotovoltaica. Con un investimento pari a quattro milioni di euro, che saranno ammortizzati nell’arco dei prossimi venti anni grazie all’energia prodotta che sarà messa in rete, lo Stato Bentegodi diventa ufficialmente in Italia il più grande impianto di produzione di energia da fonte fotovoltaica su struttura sportiva, ed uno dei più importanti del Vecchio Continente. L’installazione di tutti i moduli, corrispondenti ad oltre 13 mila pannelli, è stata ultimata nelle ultime ore grazie ad un progetto curato dalla società multiutility locale Agsm, e permetteranno di generare energia pulita pari al fabbisogno annuo di ben 400 famiglie.
Fotovoltaico a Nola: 21 mila tonnellate di CO2 all’anno risparmiate
Entrerà in esercizio il prossimo anno nel Comune di Nola, in provincia di Napoli, uno dei più grandi sistemi di produzione di energia da fonte fotovoltaica grazie ad un accordo siglato tra il CIS, Centro Ingrosso Sviluppo Campania, l’Interporto Campano e la società Enel Green Power. Secondo quanto reso noto da Enel, l’impianto a regime garantirà produzione di energia pulita equivalente ad un risparmio di emissioni di anidride carbonica (CO2) in atmosfera pari ad oltre 21 mila tonnellate all’anno.
La realizzazione dell’impianto, sfruttando gli innovativi moduli fotovoltaici flessibili a film sottile, non comporterà alcuna modifica di natura paesaggistica visto che l’impianto sarà realizzato sui tetti degli immobili ad uso logistico e commerciale, ed i moduli saranno perfettamente integrati a livello architettonico.
Greenpeace: l’Italia può ridurre le emissioni grazie alle rinnovabili

Mancano solo 3 giorni all’apertura dei negoziati sul clima di Copenaghen, ed in Italia ancora si discute se aderire o meno al patto di riduzione delle emissioni. L’Europa, si sa, farà da sola, e resta solo di stabilire se continuare a mantenere la riduzione entro il 2020 al 20% o portarla al 30%, mentre per il 2050 ci si divide tra il 70 e l’80%. L’Italia sembra una di quelle nazioni che punta al ribasso, ma secondo una recente relazione presentata da Greenpeace, fa male, perché potrebbe tranquillamente ridurre le sue emissioni con piccolissimi accorgimenti.
Con il supporto tecnico dell’Istituto di Termodinamica del Centro Aerospaziale Tedesco, Greenpeace ha effettuato le rilevazioni sulle emissioni attuali e sul potenziale di produzione futuro, ed ha concluso che l’Italia è in grado di ridurre le sue emissioni in maniera drastica con due semplici provvedimenti: energia pulita e risparmio energetico.
Costruito in Arabia Saudita il primo eco-campus universitario

Sulla sponda orientale del Mar Rosso a Thuwal, a circa un’ora a Nord della Mecca si trova il campus di 22,5 chilometri quadrati dell’Università più recente dell’Arabia Saudita, la Kaust. L’Università di scienze e tecnologia in cui anche il re Abdullah si è laureato, è nota per essere il primo posto nella conservatrice Arabia Saudita, dove gli studenti di sesso maschile e femminile possono studiare senza discriminazioni.
E così il progresso introdotto dal Kaust sta anche portando ad esplorare nuovi ambiti ecologici e architettonici. Situato nel clima duro del deserto saudita con la luce intensa e le precipitazioni scarse, gli architetti hanno unito il design tradizionale regionale con l’eco-design moderno per creare un ambiente confortevole e sostenibile per gli studenti. L’architetto Bill Odell, uno dei due designer principali del progetto, ha spiegato il lavoro alla CNN.
Lotta ai cambiamenti climatici: la grande mano dell’Asia povera

Chi l’ha detto che l’Asia non contribuisce alla lotta ai cambiamenti climatici? Spesso si sente parlare di impegni importanti presi dall’Unione Europea e dagli Stati Uniti, e solo raramente c’è qualche accenno a quanto fa (o promette di fare) la Cina. Ma in realtà, nonostante l’alto tasso di povertà, molti Paesi asiatici si stanno impegnando per non lasciar solo l’Occidente in una battaglia che interessa tutto il mondo.
Ad esempio la Corea del Sud sta tentando di recuperare le vie d’acqua antiche, sepolte nelle loro tombe di cemento. Per la prima volta dopo la guerra di Corea, le famiglie possono guardare le carpe nuotare anche nel centro di Seoul. Ma è indubbio che la maggior mano in Asia proviene dal Giappone.
Il Paese più ricco del Continente punta tutto sul risparmio energetico. Un esempio ingegnoso può essere quello di Hokkaido, una delle città in cui spesso nevica, la quale ha deciso di inviare carichi di neve nelle zone più calde, dove viene utilizzata per ridurre le temperature nelle abitazioni, senza sprecare la preziosa energia elettrica per i condizionatori. Oppure le batterie ad urina. Può sembrare un’assurdità, ma i giapponesi hanno inventato una batteria che, una volta esaurita, si ricarica semplicemente facendovi sopra la pipì. Gli ioni nelle urine provocano una reazione chimica che produce energia elettrica. Vendute in tutto il Giappone, queste batterie possono essere ricaricate fino a cinque volte e sono di sicuro funzionamento.
Il Governo ci riprova: eliminati gli incentivi ecologici dalla Finanziaria

La battaglia ecologica è importante in tutto il mondo. Ma non in Italia. La dimostrazione l’ha data una volta per tutte il Governo Berlusconi, il quale nella tanto decantata “Finanziaria leggera” è riuscito a non aumentare le tasse perché ha tagliato praticamente tutto, e tra tutti questi tagli ci sono anche gli incentivi a non inquinare.
Negli altri Paesi industrializzati tutti i Governi si stanno adoperando per spingere i propri cittadini a risparmiare energia elettrica e a produrre elettricità rinnovabile fatta in casa. Addirittura qualcuno ha già stanziato fondi per aiutare i Paesi più poveri a farlo. Il nostro no, e dopo aver tentato di ottenere l’autorizzazione ad inquinare di più, ora toglie anche quel minimo di incentivi che erano disponibili per gli italiani per tentare di diminuire le proprie emissioni. Ma non si tratta di una novità. Lo scorso anno fece anche di peggio, e la scelta dell’ultima legge fa capire che quello non fu solo un caso, ma che le questioni ambientali sono messe dal Governo in fondo all’agenda politica.
IBM lancia un dispositivo per far risparmiare energia dal 15 al 40% (video)

Negli ultimi sei mesi, IBM ha provato un progetto pilota a Fayetteville, North Carolina, che mirava a scoprire che tipo di risparmio energetico può essere realizzato utilizzando le reti intelligenti e attuando modifiche semplici delle abitudini quotidiane. Ieri hanno rivelato i risultati ottenuti finora, e hanno affermato che il progetto ha una media del 15% di risparmio energetico nelle case e nelle imprese, e fino ad un picco del 40% di risparmio in alcuni appartamenti.
Il segreto del successo è che molti strumenti, anche i più impensabili, hanno partecipato alla formazione totale del risparmio energetico. Ma tutto lo si deve ad un oggetto che è diventato lo strumento più ricercato degli ultimi anni: una sorta di computer di bordo che consente agli utenti di vedere in tempo reale ciò che gli apparecchi, i dispositivi e i sistemi elettrici utilizzano in termini di quantità di energia, e avvertirci quando stanno funzionando.
In Turchia anche il lusso diventa ecologico

Una delle migliori ditte dell’architettura internazionale, la RMJM, ha appena sviluppato un nuovo eco-piano di lusso per un palazzo ad Istanbul, il quale sarà probabilmente la prima struttura certificata-LEED in Turchia. Il 90% del complesso residenziale e commerciale Varyap Meridian sarà costituito da spazi verdi e si prevede che il consumo di energia e di acqua sarà del 40% inferiore rispetto ai progetti analoghi.
La novità principale è che si tratta di una struttura di lusso, un hotel a cinque stelle e con appartamenti-attico. Gli sviluppatori affermano che anche “appartamenti per un piccolo studio” saranno disponibili, ma di certo i prezzi non saranno accessibili a tutti. In secondo luogo, si tratta di un grattacielo. In periferia. Un grattacielo lontano dalla città il cui i centri storici sono a misura d’uomo e percorribili a piedi, in una delle città più incredibili del mondo.
Anche le moschee diventano ecologiche

Al di sopra degli spessi tappeti a motivi geometrici e sotto le alte cupole di molte moschee, cerchi di piccole luci appese al soffitto a spirale che illuminano gli interni in penombra, sono destinati a far risparmiare ai responsabili religiosi, e alla Terra, un bel po’ di risorse. Non parliamo di una moschea in particolare, ma di quasi tutte le moschee della Turchia, dove queste 80.013 luci sono state sostituite con versioni eco-friendly, per un grande risparmio di energia.
L’anno scorso, i responsabili religiosi del Paese hanno annunciato che alcune delle 961.427 luci delle moschee verranno sostituite con 895.390 versioni a risparmio energetico, con una conseguente riduzione del 65% dei costi dell’energia elettrica. Secondo giornale locale Today’s Zaman, la direzione del progetto costruirà il suo successo incoraggiando l’uso diffuso di lampade a risparmio energetico in tutto il Paese.