Di chiaro nel ritorno al nucleare italiano c’è l’incertezza. La scarsa, per non dire nulla, trasparenza sui siti di localizzazione delle scorie e delle centrali, l’inesistente campagna di informazione (e non di propaganda!) volta a rispondere ai mille leciti dubbi dei cittadini. Una svolta energetica di questo tipo, è assodato, non può e non dovrebbe avvenire in un simile clima di tensione, senza la serenità e la maturità necessarie ad un passo cruciale per la vita del Paese, che dovrebbe procedere di concerto con le Regioni, con l’opinione pubblica, con l’opposizione. Altrimenti non sarà l’Italia a tornare al nucleare, quanto il Governo ad avvalersi dell’appellativo di atomico, con le sue scelte pesanti come bombe che scatenano altrettante reazioni dal mondo che fa opinione oggi nel nostro Paese.
A questo proposito oggi vogliamo tornare sull’argomento, tanto controverso, della presidenza dell’Agenzia per la Sicurezza Nucleare all’oncologo di fama internazionale, nonché senatore PD, Umberto Veronesi. Un incarico che ormai sembra scontato gli appartenga ma che solleva molti dubbi e perplessità.