Piovono merli, uccelli morti cadono dal cielo in Arkansas (foto e video)

Un cielo nero di merli, quello piovuto la vigilia di Capodanno sulle teste dei cittadini di Beebe, in Arkansas, USA. Stramazzati a terra morti se ne contano oltre duemila. Uno scenario macabro degno di un magistrale Hitchcock se non fosse che la trama è reale e gli uccelli sono tutt’altro che vivi e cattivi:  a scagliarsi contro gli uomini altro non sono che le carcasse rubate alla vita nel bel mezzo del volo.

Il fenomeno lascia perplessi tanto gli esperti ambientali quanto i residenti che inizialmente avevano pensato ad un avvelenamento di massa: il grande afflusso di uccelli in questo periodo dell’anno potrebbe aver spinto più di qualcuno a scegliere un metodo alquanto discutibile per liberarsene il più in fretta possibile.
Un residente ha dichiarato che

In milioni volano sulla zona ogni notte. Alzi gli occhi verso il cielo e vedi solo nero. Ieri sera verso le 10:30 sono venuto qui e ho visto cadere un uccello.

Mangiare come un uccellino per salvare le foreste

uccelli insettivoriLeoni, tigri e orsi, i grandi predatori insomma, stanno in cima alla piramide alimentare, lo schema che ci è ben noto fin dai primi anni di scuola. Si nutrono di animali più piccoli, vivendo dell’energia che scorre dalla base in cui le piante trasformano la luce solare in carboidrati.

Un recente studio, effettuato da un team di ricercatori dello Smithsonian Tropical Research Institute, ha analizzato le interazioni complesse al centro della piramide, dove sono collocati gli uccelli, i pipistrelli e le lucertole che consumano insetti. Questi predatori mangiano insetti in quantità sufficienti a beneficiare indirettamente le piante, aumentandone la crescita, scrivono gli scienzati.

“I nostri risultati sono rilevanti per le comunità naturali come praterie e foreste, ma anche nella coltivazione di alimenti per l’uomo, in quanto questi animali insettivori riducono i parassiti sulle piante coltivate”, ha spiegato Sunshine Van Bael, scienziato presso lo Smithsonian Tropical Research Institute.

I cambiamenti climatici spingono gli uccelli fino al ghiaccio

oche sul ghiaccio

Si sapeva che i cambiamenti climatici stavano spostando le mete di migrazione degli uccelli, ma questo è davvero troppo. C’è addirittura una specie di uccello che è rimasto dove si trovava nei mesi invernali, invece di migrare a sud.

Un nuovo rapporto della US Geological Survey pubblicato su Arctic rivela che la cosiddetta “Pacific brant”, cioè un’oca di mare tipica del Pacifico, ha deciso di passare l’inverno nelle zone sub-artiche. In passato, il 90% della popolazione degli uccelli migrava in Messico, con il resto che si spargeva lungo la costa del Pacifico. Oggi ormai quasi un terzo trascorre gli inverni in Alaska. Per renderci conto della situazione, basti dire che almeno 3.000 uccelli rimasero in Alaska durante l’inverno del 1977, mentre oggi, il numero è salito a circa 40.000.

Riscaldamento globale: anche gli uccelli si stanno rimpicciolendo

aquila in gabbia

Tempo fa ci siamo occupati di un fenomeno strano che stava accadendo in Scozia. Una specie tipica di pecora si stava rimpicciolendo a causa del riscaldamento globale. Sembrava dovesse essere un accadimento speciale, ed invece secondo alcuni ornitologi, pare essere un evento piuttosto diffuso, anche tra gli uccelli.

Esistono infatti alcune specie di volatili, a diverse latitudini, specialmente più verso Nord, che lentamente e progressivamente stanno diventando sempre più piccoli. E’ noto infatti che gli uccelli che vivono vicino all’Equatore sono più piccoli rispetto a quelli che vivono nei territori freddi alle estremità del mondo. Questo è un adattamento evolutivo in quanto un animale piccolo disperde il calore molto più velocemente rispetto ad uno più grande.

I parchi naturali, ancora di salvezza per le specie minacciate dai cambiamenti climatici

aree-protette-biodiversita-cambiamenti-climaticiIl mantenimento di aree protette che garantiscano la sopravvivenza della fauna selvatica è fondamentale per contribuire a salvare fino al 90% delle specie di uccelli che in Africa sono stati pesantemente colpiti dal cambiamento climatico. E’ quanto affermano in una recente ricerca gli scienziati della Durham University, che insieme ai ricercatori di BirdLife International e di RSPB (BirdLife nel Regno Unito), hanno esaminato gli effetti del cambiamento climatico sulle 815 specie di uccelli considerati specie protette che si trovano nell’Africa sub-sahariana e nel complesso delle Important Bird Areas, le aree a loro destinate.

Pubblicato da Ecology Letters, lo studio, finanziato dalla RSPB, dimostra che la rete di aree protette destinate alla fauna selvatica sono e saranno in misura sempre maggiore uno strumento fondamentale per aiutare la biodiversità a sopravvivere ai cambiamenti climatici. I risultati suggeriscono un urgente bisogno di leggi per tutelare gli eco-sistemi e le principali oasi della fauna selvatica in Africa.

Meraviglie della natura: il Kinabalu Park di Sabah

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Il Parco Kinabalu prende il nome dal monte omonimo da cui è racchiuso, insieme al monte Tambayukon e le colline ai loro piedi. Questo paradiso della natura confina con Sabah, in Malesia, sull’isola del Borneo, ed è stato dichiarato dall’Unesco patrimonio dell’umanita’, per la sua inestimabile ricchezza in flora ed in fauna. Il Parco è rinomato per le numerose specie vegetali tra le piu’ antiche e rare al mondo, nascoste tra le foreste e le boscaglie, che sono circondate dai picchi delle montagne, quasi come un tesoro protetto da uno scrigno.

Le foreste sono ricche di querce, di muschi e di felci (oltre 300 specie), che si aprono ad una varieta’ di colori portata dai rododendri, che vanno dal rosso al rosa pallido, dal bianco al fucsia. Le specie piu’ rappresentate sono senza dubbio le orchidee, circa 1200, le quali fanno capolino dai cespugli, dalle rocce, accanto ai ruscelli, e l’estenuante bellezza di questi fiori culmina nella “collana bianca”, cosi’ soprannominata per il paragone con il prezioso oggetto. Una menzione meritano anche le piante carnivore, come la Nepenthes, formata da ampolle in cui sono racchiusi i succhi gastrici per intrappolare gli insetti.