L’etanolo adesso si potrà fare anche dall’anguria

angurie

Con il loro dolce succo di frutta fresca, le angurie sono uno dei frutti preferiti della stagione estiva. Ma ora questa palla di bontà potrà avere una funzione ulteriore al semplice dissetare i bagnanti accaldati in spieggia. L’Agricultural Research Service (ARS) studi di Lane, Oklahoma, hanno dimostrato che gli zuccheri semplici del succo di anguria possono essere trasformati in etanolo.

Nel 2007, i coltivatori hanno raccolto quattro miliardi di sterline di anguria dai mercati. Ora quei meloni potrebbero ottenere una “nuova vita”, come etanolo. Normalmente, questo biocarburante è prodotto da colture di canna  come mais, sorgo e canna da zucchero, per offrire una combustione alternativa più pulita della benzina. Il cocomero potrebbe spingere a diversificare il “portafoglio” di coltivazioni di biocarburanti che possono diminuire la dipendenza da petrolio, senza incidere soltanto su un tipo di coltura, con le conseguenze sull’alimentazione mondiale che conosciamo.

Scopriamone di più sul bioetanolo

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Il bioetanolo è un etanolo prodotto tramite un processo di fermentazione delle biomasse. Per chiarire meglio questa definizione, è opportuno specificare che il termine etanolo indica l’alcool, mentre per biomasse si intendono i prodotti agricoli che contengono molti glucidi (zuccheri), quali ad esempio i cereali, gli amidacei, le piante da zucchero e le vinacce.

Si può ricavare dalla canna da zucchero (il Brasile detiene il primato con 6 mila litri per ettaro coltivato); dal tronco delle piante (solitamente l’abete rosso) estraendo il glucosio e ottenendo poi per via fermentativa l’etanolo; dalla cellulosa trasformandola, grazie all’azione di funghi e batteri, in glucosio, e fermentando poi gli zuccheri con microbi e lieviti.