Traffico legname illegale, intesa Camerun-Ue

di Redazione 1

Il governo del Camerun ha firmato un Accordo Vincolante di Partenariato (VPA) con l’Unione europea per contrastare il traffico illegale del legname che sta distruggendo le foreste tropicali dell’Africa, e del Pianeta. Soddisfatto il commissario europeo allo Sviluppo, Andris Piebalgs, che ha commentato

Questa intesa contribuirà allo sviluppo economico e ad alleviare la povertà del Camerun, ma andrà anche a beneficio dei consumatori europei che potranno contare sulla garanzia sull’origine dei prodotti, come i mobili.

Per verificare che il legname e i prodotti derivati provenienti dallo Stato africano e riversati sui mercati dei Paesi europei siano legali, si dovrà verificare la licenza di cui tutti i legnami dovranno essere in possesso, dove è indicata l’origine legale del legname.

Il Camerun esporta circa l’80% del legno in Europa e solo il nostro Paese ne acquisisce 19 milioni di tonnellate ogni anno. Il giro d’affari sfiora i 362 milioni di dollari. La firma del VPA va a tutelare le foreste africane, e anche i consumatori europei, preoccupati per il disboscamento illegale e la degradazione delle grandi foreste, fattori determinanti dei cambiamenti climatici in atto. La nuove direttive andranno in vigore da luglio 2012, e si pongono come strumento indispensabile per fermare il fenomeno della deforestazione e del commercio illegale del legname, causa principale dello sfruttamento delle foreste, come tiene a precisare Elvis Ngolle Ngolle, ministro delle Foreste e della Fauna del Camerun

Non si tratta solo di un impegno contro lo sfruttamento illegale delle nostre foreste, ma anche di mettere fine al commercio fuorilegge, che ne è la causa.

L’accordo che l’Unione europea ha firmato con il governo del Camerun segue quelli già avviati con altri Paesi africani, come la Repubblica del Congo e il Ghana. Sono in corso trattative per porre fine al taglio indiscriminato delle foreste, polmoni verdi per l’intero Pianeta, con la Liberia, la Repubblica Centroafricana, la Malesia e l’Indonesia.

[Fonti: Ansa; Salvaforeste]

[Foto: bioforestblog.wordpress]

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