Record di uragani in Atlantico nel 2008, colpa del riscaldamento globale e della Niña

di Redazione Commenta

La stagione degli uragani atlantici si chiude ufficialmente proprio oggi, 30 novembre 2008, e già si tirano le prime somme su quella che è stata una delle attività più intense mai registrate prima d’ora.
O più precisamente una delle stagioni più attive degli ultimi 64 anni, da quando cioè sono iniziate le registrazioni dettagliate e la catalogazione del numero delle tempeste annuali.

Sulla base di una stima effettuata dal NOAA National Hurricane Center, nel corso del 2008 nell’area atlantica si sono formate ben 16 tempeste tropicali. Tra queste, otto erano uragani, cinque dei quali con una forza tre o superiore a tre. Queste cifre concordano con quelle che erano state le previsioni degli scienziati nel mese di maggio e agosto. Gli studiosi avevano messo in conto il verificarsi di 14-18 tempeste tropicali, anche se la media stagionale è di circa undici tempeste, di cui generalmente sei si trasformano in uragani, solo due in uragani di dimensioni preoccupanti.

Come fa notare il professor Gerry Bell, del NOAA Climate Prediction Center:

Quest’anno la stagione degli uragani ha fatto registrare dati al di sopra della norma, come d’altra parte accade da ben 14 anni, con attività intense che superano la media di tempeste reputata come fenomeno naturale.

Il 2008 è stato l’anno di un record negativo, quello di ben sei cicloni tropicali consecutivi che si sono abbattuti con violenza sulle coste americane (Dolly, Edouard, Fay, Gustav, Hanna e Ike) e di ben tre grandi uragani (Gustav, Ike e Paloma). Questa è anche la prima stagione in cui nell’Atlantico si vengono a creare in cinque mesi consecutivi così tante tempeste  (luglio: Bertha, agosto: Gustav, settembre: Ike, ottobre: Omar, novembre: Paloma). Le cause dell’aumento dell’attività degli uragani sono da attribuire, secondo gli esperti, a due principali fattori:

  1. Gli effetti persistenti della Niña che, malgrado si sia conclusa nel mese di giugno, continua a far sentire i suoi influssi.
  2. L’innalzamento della temperatura dell’oceano Atlantico, di circa un grado al di sopra della media stagionale.

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