Vivisezione: la Camera blocca gli allevamenti a scopi scientifici

di Redazione 3

La prima battaglia contro la vivisezione di cani, gatti e primati è stata vinta, ma per vincere la guerra ci vuole ancora un altro po’. Ieri infatti la Camera ha approvato il testo uscito dalla commissione fortemente voluta dall’ex Ministro Brambilla, il quale pone il divieto su tutto il territorio nazionale all’allevamento di questi animali per poi condurre esperimenti scientifici e vivisezionarli. Anche se lo scopo è scientifico, la barbarie è innegabile.

L’idea era nata dalla rivolta degli animalisti contro Green Hill, quella struttura in provincia di Brescia tristemente nota per allevare dei bellissimi Beagle da sottoporre ai più disparati test. Ma poi si è estesa a tutto il resto del Paese dato che, se Green Hill era l’unica che faceva esperimenti sui cani in Italia, in altre parti gli stessi si facevano sui primati e altri animali.

La legge inoltre segue una direttiva comunitaria del 2010 che però era più generica, ma l’ex Ministro Brambilla ha voluto molto più dura.

Purtroppo la legge comunitaria non portava all’ordine del giorno l’abolizione della vivisezione, che è il grande obiettivo che deve essere raggiunto ad ogni costo, nell’interesse degli animali ma anche della nostra salute. Abbiamo quindi potuto intervenire esclusivamente emendando in termini migliorativi i diversi punti previsti da quella che considero una direttiva sciagurata e che ancora non posso credere che abbia ottenuto il voto di così tanti europarlamentari. Alcune di quegli articoli, come ad esempio l’utilizzo di cani randagi per la vivisezione, non avevano bisogno di intervento perché già superati dalla nostra legge 281, che tutela gli animali randagi e vaganti. Ma abbiamo invece reintrodotto l’anestesia obbligatoria che era stata tolta, come abbiamo vietato la sperimentazione con gli animali per scopi didattici di ogni genere

ha esultato l’ex Ministro del Turismo che però ha specificato che verranno stanziati finanziamenti per trovare delle alternative, come le simulazioni al computer o su corpi artificiali come già avviene in fase sperimentale in altre parti del mondo.

Photo Credits | Thinkstock

Commenti (3)

  1. Vorremmo esprimere alcune perplessità in merito all’effettiva possibilità di chiusura dell’allevamento Green Hill in virtù dell’emendamento sulla vivisezione in discussione al Parlamento. La Direttiva europea è stato un vergognoso ‘passo indietro’ in materia e gli stati membri, purtroppo, non possono modificarla, possono solo mantenere al momento del recepimento norme migliori in vigore al 09/11/2010. Quindi non crediamo che l’emendamento in questione possa intervenire su di essa e, in ogni caso, siamo fortemente scettici nei confronti di quel testo. Non fa alcun cenno a cani e gatti randagi su cui la Direttiva europea permette la vivisezione. Considera solo primati, cani e gatti, “dimenticando” tutti gli altri animali usati nei laboratori. Approva e consacra ancora una volta, fin dal primo comma, la vivisezione; e non vieta nemmeno la creazione e manipolazione di animali geneticamente modificati poi usati nei laboratori. Prevede non indifferenti eccezioni al divieto di vivisezione in campo didattico e bellico. Il divieto di esperimenti senza anestesia o analgesia vale solo se è dimostrato il dolore dell’animale, non sempre di fatto riscontrabile e il cui rilevamento sarebbe comunque affidato agli stessi sperimentatori. In questi giorni si enfatizza soprattutto il fatto che questo emendamento introdurrebbe il divieto di allevamento sul territorio nazionale di primati, cani e gatti; a nostro parere, tuttavia, esso sembra doversi interpretare in senso ristretto, con il mantenimento della possibilità del loro allevamento se destinati ad esperimenti permessi dal testo stesso (obblighi nazionali o internazionali di ricerche finalizzate alla salute dell’uomo o delle specie coinvolte). Vorremmo inoltre smentire quanto detto dall’on. Brambilla in merito ai test tossicologici sul ratto che non sarebbero ancora evitabili: ogni esperimento di vivisezione è fuorviante, inutile, non scientifico e non predittivo, perché basato sull’errore metodologico di ritenere una specie ‘modello’ per un’altra.
    Amministratore del sito http://www.unacremona.it
    e Responsabile della Comunicazione
    dell’Associazione UNA Cremona (Uomo-Natura-Animali)
    (23/01/2012)

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