Ambiente e trivelle, geologi e Nichi Vendola vs Clini

di Redazione Commenta

E’ stato lanciato ieri l’appello dei geologi italiani, riuniti nel Consiglio Nazionale dei Geologi, per tutelare e proteggere le aree marine dalle rotte delle navi e dalle trivellazioni. Nel dettaglio ecco cosa chiedono gli esperti al governo

La navigazione turistica e mercantile ha certamente risvolti economici, ma essi non possono essere disgiunti dalla necessità di tutela dell’ambiente

ha dichiarato il presidente Gian Vito Graziano. Un ricordo al naufragio della Costa Concordia è doveroso, in questi giorni di allarme per l’inquinamento marino e per il recupero del carburante e degli olii pericolosi ancora stivati nella grande nave; ma anche alle trivellazioni che proseguono nonostante le proteste della popolazione e delle amministrazioni locali.

Come ha spiegato Graziano

Le aree marine protette in Italia sono 27 e inoltre ci sono 2 parchi sommersi che tutelano 22.000 ettari di mare e 700 km di costa. Abbiamo persino il cosiddetto Santuario per i mammiferi marini, area protetta di valenza internazionale. Questi dati del Ministero dell’Ambiente dovrebbero indurre ad una profonda riflessione sul come tutelare le nostre acque, l’ambiente, le coste italiane ed il territorio.

Si deve, ha concluso il presidente dei Geologi italiani,

necessariamente regolamentare il flusso delle navi nei nostri mari in uno scenario naturale che tutto il mondo ci invidia. Allo stesso tempo dobbiamo evitare che sul fronte delle trivellazioni marine ci si possa aprire ad una liberalizzazione estrema.

Parole molto condivisibili che però non trovano ascolto nell’attuale politica ambientale italiana. Le ricerche di idrocarburi in mare non si fermeranno, ma seguiranno le norme di salvaguardia a riguardo. Lo dice il ministro Corrado Clini intervenendo alla settima edizione di Mediterre, in corso fino al 4 febbraio a Bari. Secca la replica del presidente della Regione Puglia Nichi Vendola che si sta battendo molto per la green economy nel Mezzogiorno e per una maggiore tutela e salvaguardia dell’area del Mediterraneo

Se non saremo ascoltati cercheremo di farci sentire con la voce di tutte le regioni costiere dell’Adriatico e del Mediterraneo. Cercheremo di allargare la nostra coalizione anti-petrolio.

Il ministro Clini tenta di mediare la situazione, proponendo una riforma delle norme di salvaguardia per le aree marine protette, i siti d’interesse comunitario e per le zone ad alta protezione e, ha dichiarato

Dobbiamo scegliere se siamo capaci di investire sulle fonti rinnovabili e sul loro sviluppo così da creare una competizione con le fonti fossili. Dobbiamo cominciare a capire qual’è la direzione di marcia della nostra crescita economica e io sono convinto che le fonti rinnovabili possano rappresentare non del tutto ma in buona parte un’alternativa ai combustibili fossili.

Eppure la Puglia, prima regione in Italia per la produzione di energia da fonti rinnovabili, dimostra proprio che un cambio di rotta è possibile. Forse, bisogna solo volerlo.

[Fonte: Ansa]

 

 

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