Carlo Petrini non vuole diventare Ministro dell’agricoltura, ecco perché

di Redazione 1

Carlo Petrini non vuole diventare Ministro dell’agricoltura, il fondatore di Slow Food lo ha chiarito in maniera irrevocabile dopo le tante voci che lo avrebbero visto impegnato in questo altissimo ruolo istituzionale. Ecco perché Petrini, al di là di possibili offerte, rifiuterà la posizione.

Carlo Petrini, scrittore, gastronomo, giornalista e fondatore della nota associazione Slow Food che porta avanti un’idea di agricoltura e alimentazione basata sulla sostenibilità ambientale e la qualità del cibo, rifiuterà la poltrona di Ministro dell’agricoltura, se questa gli verrà offerta. Il nome di Petrini era stato tirato in ballo piuttosto spesso negli scorsi giorni, incontrando peraltro non pochi favori sul web. Tuttavia lo stesso fondatore di Slow Food in un chiaro e lucido articolo ha spiegato perché questo non succederà:

Negli ultimi giorni si sono moltiplicate le notizie (su quotidiani e siti) circa un mio possibile ruolo come futuro Ministro dell’Agricoltura. Non so dirvi se sono solo ipotesi dei quotidiani o se corrispondono a effettive intenzioni di qualche soggetto politico, tuttavia poco importa. Quando anche questa ipotesi dovesse essere concreta, non è mia intenzione ricoprire in alcun caso un ruolo in qualsiasi futuro Governo. Penso semplicemente che non sia il mio mestiere e penso di poter servire l’agricoltura del nostro Paese molto di più e molto meglio se proseguo nel mio impegno con Slow Food e Terra Madre.

Insomma Petrini ha le idee molto chiare: la sua mission resta strettamente legata a Slow Food e Terra Madre. Da un lato la coscienza di non essere un politico, dall’altro la volontà di non abbandonare due associazioni per lui di grandissima importanza: data la chiarezza delle dichiarazioni, sembra non ci siano spiragli per una possibile trasformazione politica di Petrini. Come ribadisce il fondatore di Slow Food

Non è spocchia o scarsa considerazione delle istituzioni, che anzi più che mai oggi hanno bisogno dell’impegno delle migliori forze del Paese. È coscienza del limite e senso di responsabilità verso ciò che mi sono già impegnato a fare.

Photo credits | Getty Images

Commenti (1)

  1. Siamo ancora troppo pochi a credere che l’unica soluzione per salvare il pianeta sia vivere in maniera sostenibile, speriamo che le nuove generazioni siano più sensibili, ma forse sarà troppo tardi. E’ indispensabile una repentina inversione di rotta.
    Stefania

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