Inventata la piezodoccia, la prima doccia che dà acqua calda senza elettricità

piezodoccia

Le docce sono un problema ecologico sia per l’uso (e a volte abuso) dell’acqua che per l’energia utilizzata per il suo riscaldamento. Ma la “piezodoccia” mira a ridurre almeno il problema energetico. È stata progettata per catturare l’energia dell’acqua che la attraversa per riscaldare l’acqua stessa, spiegano dall’azienda produttrice. Il prototipo esposto in una recente mostra è stato già premiato, e così la piezodoccia ci mostra ciò che potrebbe aspettarci nel futuro dei nostri bagni.

L’invenzione è opera dei progettisti Natalie Weinman, Victor Stelmasuk, Sebastian Jansson e Fernanda Piza. Secondo Mocoloco

L’auto-riscaldamento della piezodoccia usa piezoelettricità, le fibre generano elettricità attraverso il movimento e l’attrito per scaldare l’acqua che scorre attraverso i suoi molti tubi. Le piezofibre sono inserite nei tubi che compongono la doccia, dandogli una forma scultorea. La massimizzazione della superficie attraverso un delicato traforo di tubi destinati a convogliare l’acqua e il calore nel processo, ha prodotto un design molto originale con una forte torsione metaforica.

Le alghe potrebbero ripulire le acque reflue a basso costo

alghe

Le alghe, già venute alla ribalta per la produzione di biocarburanti, potrebbero essere utilizzate ora per rimuovere azoto e fosforo nel deflusso dei reflui zootecnici, secondo una ricerca effettuata all’Agricultural Research Service (ARS). Ciò potrebbe dare ai gestori dei parchi una nuova opzione eco-friendly per ridurre il livello degli inquinanti che contaminano i terreni agricoli tramite acque reflue nella Baia di Chesapeake.

Il microbiologo Walter Mulbry lavora all’ARS di Beltsville (Maryland), vicino al bacino Chesapeake Bay. Nel 2003, Mulbry costruì quattro tappeti erbosi algali ruvidi (ATS), in forma di canalette, fuori dalle stalle delle mucche. I canali superficiali erano coperti con una rete di nylon che ha creato un terreno ideale per la crescita delle alghe.

Risparmio idrico, nuove tecniche di irrigazione in Turchia

coltura turchia

Mentre la temperatura sale ad Istanbul, si ritorna sempre a parlare dell’acqua. In particolare, se vi sia stata pioggia e neve a sufficienza durante l’inverno per garantire l’acqua che esce dai rubinetti della città in modo affidabile durante l’estate, o se giorni di rubinetti a secco aspettano il popolo turco. Ma, secondo il WWF, il miglioramento delle pratiche di irrigazione in una sola regione agricola turca potrebbero eliminare gran parte di questa incertezza. Abbastanza risparmio idrico annuale potrebbe essere sufficiente per soddisfare le esigenze di Istanbul per un massimo di tre anni.

Questo mese, un progetto congiunto tra WWF e i produttori turchi ETI burcak inizieranno la formazione degli agricoltori a Konya, una fertile regione dell’Anatolia centrale nota come “granaio della Turchia”, per usare moderni metodi di irrigazione a goccia che riducono il consumo di acqua da un terzo alla metà.

Niente più battesimi: il fiume Giordano prosciugato entro il 2011

fiume giordano

Anche uno dei più famosi e ammirati luoghi di culto non è immune ai problemi di abuso e inquinamento. Il fiume Giordano è un esempio di cosa è previsto accada ad un po’ tutti i fiumi del mondo a causa del sovrasfruttamento, dell’inquinamento e della mancanza di una gestione regionale, secondo Friends of the Earth in Medio Oriente. Oltre il 90% delle acque del fiume sono state deviate in Israele, Siria e Giordania, e ciò che resta è un mix poco attraente di acque reflue, acqua salata e scarico proveniente dai terreni coltivati. Ed entro la fine del 2011 non ci sarà più nemmeno questo.

Sarebbe un pezzo importante di storia perduta, se non saranno prese misure drastiche per ripristinare il fiume. Save the Planet scrive:

Oggi il fiume è stato deviato, arginato e risucchiato anche molte volte. I liquami sgorgano nel fiume, lasciando punti salmastri e orribili. Nonostante questo, però, migliaia di pellegrini ancora fanno il viaggio ogni anno per entrare nel fiume che si ritiene sia il luogo dove fu battezzato Gesù Cristo da Giovanni Battista.

Ma non ci sarà un posto da visitare in un futuro molto vicino, diverso da un letto asciutto, se alcune cose non cambieranno radicalmente.

Venezia: la carenza d’acqua dolce si combatte con l’ingegno e le rinnovabili

serra energia solare venezia

Ci sono aziende nella Laguna di Venezia che si occupano di produzione alimentare locale ma, come sta accadendo a tutta la città, stanno affondando. Ciò avviene perché l’acqua dalla falda acquifera sottostante viene pompata fuori, e si tratta di acqua salata, che di certo non fa bene alle colture. Queste aziende agricole utilizzano per irrigare l’acqua comunale, ma le artiste Marjetica Potrc e Marguerite Kahrl hanno sviluppato una raccolta di acqua piovana alimentata da energia solare per raccogliere l’acqua dai tetti delle serre.

L’azienda vende poi direttamente ai residenti di Venezia l’acqua raccolta sull’isola di Sant’Erasmo e recentemente ha vinto il premio zero km per i prodotti alimentari locali.

Emergenza idrica, fiume Mekong in Asia tocca livelli più bassi degli ultimi 50 anni

agricoltore sul fiume Mekong alle prese con la siccitàUna grave siccità nel Sud-est asiatico e nella Cina meridionale ha causato l’abbassamento del livello delle acque del fiume Mekong ai minimi storici degli ultimi 50 anni. In Thailandia il commercio via fiume non è più possibile e gli agricoltori dicono che non hanno abbastanza acqua per le loro colture. Molti accusano la Cina di aver sottratto ingenti quantitativi di acqua con le numerose dighe a monte, ma gli esperti dicono che le dighe non possono essere il problema.

Un gruppo di esperti della stazione di monitoraggio delle acque di Chiangsaen sta perlustrando il fiume, controllando con strumenti di precisione il livello dell’acqua.
Nappon Nampon, che è uno degli addetti alla misurazione dei livelli dell’acqua sul Mekong da 36 anni, ha dichiarato che quest’anno il fiume ha toccato il livello più basso che lui abbia mai visto.

“Alcune barche cinesi erano rimaste arenate sul letto del fiume. Poi la Cina ha rilasciato un po’ d’acqua (dalle dighe ovviamente ndr) e sono riuscite a risalire il corso del fiume”, ha spiegato.

Giornata mondiale dell’acqua, oro blu “sotto assedio”

acquaOggi 22 marzo, in occasione della Giornata mondiale dell’acqua, si tirano un po’ di somme sull’oro blu, sulla sua distribuzione e sullo sfruttamento delle risorse idriche del Pianeta. Inutile dire che il bilancio è tutt’altro che positivo. I dati raccolti dall’Onu (l’Organizzazione delle Nazioni Unite) sono poco incoraggianti: sulla Terra 884 milioni di persone non hanno a disposizione acqua incontaminata, mentre sono addirittura in 2,6 miliardi a non beneficiare di servizi igienico-sanitari idonei.

La mancanza di acqua pulita è all’origine della diffusione di numerose malattie, tanto che la contaminazione dei bacini idrici provoca, ogni anno, più morti delle guerre. E ad aggravare la già difficile situazione, ci pensano previsioni poco confortanti: nel 2030 si stima infatti che una persona su tre vivrà in zone dove l’acqua scarseggia.

Tuffi puliti 2010, aree di balneazione migliori su Google Map

tuffi puliti 2010Gli amanti del mare, quello vero, blu, pulito, incontaminato, ammesso che esista ancora, saranno felici di sapere che quest’estate sarà a loro disposizione un nuovo moderno strumento per raggiungere la spiaggia dei nostri sogni e fare un tuffo pulito. Il Ministero della Salute ha infatti deciso di aprire un sito, www.portaleacque.it, con precise indicazioni per i bagnanti sulla qualità delle acque nelle varie località balneari della Penisola.

Avvalendosi di Google Map, il portale condurrà turisti stranieri e cittadini italiani in vacanza verso le acque più limpide. Il sito è stato realizzato con la collaborazione dell’Istituto poligrafico e zecca dello Stato ed è stato presentato nei giorni scorsi a Parma nell’ambito della seconda giornata della V Conferenza ministeriale ambiente e salute organizzata dai ministeri dell’Ambiente e della Salute italiani e dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) Europa.

Risparmio idrico: un dispositivo low cost ci avverte quando stiamo sprecando acqua (video)

waterpebble

Si sente spesso parlare di spreco di acqua e di risparmio idrico. Ma come si dice, a parlare siamo bravi tutti, ma siamo sicuri di non star sprecando anche noi troppa acqua? Uno dei modi per cui si utilizza molta più acqua del necessario è la doccia. Quanto deve durare una doccia per non essere considerati spreconi? Una linea guida precisa non c’è, ma anche in questo la tecnologia ci può dare una mano. Per una volta però non bisogna sprecare centinaia di euro per farci installare un impianto degno di un’astronave.

Se desideri conoscere quando è passato troppo tempo da quando sei entrato sotto la doccia, ma non vuoi un un sistema, come peraltro qualcuno aveva proposto, che chiude l’acqua appena hai sforato il limite, lasciandoti con il sapone negli occhi, la soluzione si chiama “waterpebble“, più piccolo, più economico ed anche più “amichevole”.

Purificazione dell’acqua: un processo possibile a costo (quasi) zero grazie ad una pianta

Moringa-oleifera

L’acqua pura è un requisito fondamentale per una buona salute e per tantissimi processi, ma ha diverse problematiche quando si tratta di metodi di messa in sicurezza in molti Paesi, specie nei più poveri. Il problema principale sta nel fatto che si tratta di un processo energivoro, cioè i purificatori di acqua consumano grandi quantità di energia per la lavorazione. Ma il problema riguarda anche alcune sostanze usate per la purificazione, che se utilizzate in maniera non corretta possono diventare tossiche. Ma da oggi forse anche questo problema verrà risolto.

In un documento che è stato appena pubblicato sulla rivista dell’American Chemical Society, Langmuir, i ricercatori dell’Università di Uppsala, in collaborazione con l’Università del Botswana, descrivono come gli estratti dei semi della pianta Moringa oleifera possono essere utilizzati per la purificazione dell’acqua.

Arrivata la conferma che gli oceani stanno assorbendo il 10% di Co2 in meno rispetto al passato

oceano

Il primo studio effettuato anno per anno sulla quantità di anidride carbonica assorbita dagli oceani del mondo a partire dalla rivoluzione industriale, conferma una tendenza preoccupante: gli oceani stanno lottando per tenere il passo con tutto il carbonio che gli esseri umani immettono nell’atmosfera. La percentuale di emissioni assorbita purtroppo, come anticipato già in un precedente post, è in calo fino ad un massimo del 10% dal 2000.

Lo studio, condotto da Samar Khatiwala dal Lamont-Doherty Earth Observatory della Columbia University, è stato pubblicato nell’ultima edizione della rivista Nature. Dopo il salto esaminiamo il punto centrale dell’articolo, il quale conferma ciò che stava preoccupando da tempo il mondo scientifico, e cioè che la natura non è più in grado di assorbire la Co2 emessa dall’uomo.

Risparmio idrico: recuperare l’acqua dalla nebbia

rete per cattura nebbia

Nei tentacolari insediamenti di Bellavista del Paraiso, una manciata di strade polverose sul lato sud di Lima (Perù), non c’è acqua corrente, nè un pozzo. L’acquisto dell’acqua, per il trasporto, costa nove volte rispetto alle più ricche aree urbane, proprio nei luoghi in cui nessuno può permettersela.

Bellavista ha più di 200 residenti i quali, stanchi di dover fare a meno dell’acqua, hanno avuto un’idea geniale:

Davvero, mi sembrava impossibile catturare la nebbia con rete di plastica, per trasformarla in gocce d’acqua

ha detto Noe Neira Tocto, il sindaco della baraccopoli, mostrando con orgoglio un sistema che funziona con una rete che assomiglia molto ad una da pallavolo, in grado di recuperare l’acqua in questo modo.

Abbiamo cinque pannelli di otto metri per quattro appollaiati sulla cima della montagna. Con loro siamo in grado di raccogliere fino a 60 litri per notte in inverno.

La fecondazione degli oceani con il ferro potrebbe essere abbandonata

oceano aperto

La geoingegneria nel suo insieme suscita forti sentimenti nella comunità verde, e la fecondazione dell’oceano con il ferro non fa eccezione. Ora però, come sottolinea Climate Progress in un nuovo articolo pubblicato su Nature Magazine, probabilmente la prospettiva della fecondazione dell’oceano con ferro potrebbe essere abbandonata. In breve tale fecondazione consiste nel cospargere di polvere di ferro la superficie del mare in modo da alimentare il plancton e alghe, i quali a loro volta si nutrono di CO2. In questo modo gli oceani assorbirebbero inquinamento e aumenterebbero anche la quantità di cibo per i pesci. Ecco perché la si vuol abbandonare.

Fondamentalmente, gli autori Aaron Strong, Sallie Chisholm, Charles Miller, e John Cullen affermano che sia l’IPCC che la Royal Society hanno una visione non proprio positiva della tecnica, dicendo che le conseguenze ambientali non sono note. Con questo si vuol dire che la fecondazione oceanica ha probabilmente una capacità relativamente piccola di assorbire l’anidride carbonica e che le conseguenze ecologiche sono “probabilmente deleterie”.