Nasce il Forum nucleare italiano, presidente Chicco Testa

E’ avvenuta oggi a Palazzo Marini a Roma la presentazione del Forum nucleare italiano, un’associazione no-profit che ha visto l’adesione di importanti realtà del mondo industriale, accademico e sociale. Il presidente è Chicco Testa, autore del libro Tornare al nucleare? L’Italia, l’energia, l’ambiente edito da Einaudi nel 2008 e dell’ormai famoso Tispaccolafaccia al geologo Mario Tozzi, a proposito del nucleare, che vediamo nel video sopra, a maggio scorso, durante la trasmissione televisiva, in onda su Raitre, Cominciamo bene. Testa che ricordiamo, citando dalla biografia di stampo wikipediano, è

Managing Director di Rothschild, Presidente di Telit Communications Plc, Vice Presidente della Intecs S.p.A., membro del consiglio di amministrazione di Allianz e Idea Capital Funds sgr, Presidente di Energie Valsabbia

si scusò per quell’uscita infelice sul suo blog, ma si attirò ugualmente le critiche dei blog ambientalisti e di Beppe Grillo che lo prese in giro per aver coniato l’espressione minacce metaforiche.

Nucleare, la Prestigiacomo prevede 8 centrali in Italia entro il 2019

Non quattro, non cinque, ma addirittura otto centrali nucleari sono previste nei piani del Governo italiano. A renderlo noto è stato il Ministro Prestigiacomo, in collaborazione con il sottosegretario allo sviluppo economico Stefano Saglia, in occasione dell’incontro di 24 ministri dell’ambiente negli Stati Uniti, a Washington, con il segretario americano dell’Energia, Steven Chu, nell’ambito del forum sull’Energia Pulita.

Purtroppo, mentre per gli altri Paesi energia pulita significa rinnovabili, per l’Italia è sinonimo di nucleare, e la situazione è addirittura peggiore del previsto. Secondo Saglia entro il 2019 dovrebbero essere pronte per entrare in azione ben 8 centrali nucleari, in accordo con le Regioni, anche se non si capisce di quali Regioni si stia parlando, dato che oltre la metà hanno già presentato ricorso contro questa presa di posizione (o di imposizione) del Governo, e non è detto che le altre siano d’accordo.

Centrale solare Archimede, Prestigiacomo parla anche di nucleare all’inaugurazione

centrale solare specchiE’ tornata a parlare di nucleare, oggi, il ministro dell’Ambiente italiano Stefania Prestigiacomo, nel corso dell’inaugurazione della centrale solare Archimede dell’Enel Priolo Gargallo nel siracusano. Lo ha fatto esprimendosi a favore di una convivenza di energie, tradizionali, nucleare e rinnovabili, sul modello di non meglio specificati “tutti i Paesi” e sottolineando come l’energia nucleare non sia da intendersi come un’alternativa alle fonti rinnovabili:

L’energia nucleare non è alternativa alle fonti rinnovabili. Tutti i Paesi si stanno orientando sul mix energetico che vede una metà provenire da fonti tradizionali con l’uso del petrolio e il restante 50% che è un’ulteriore mix tra nucleari e energie rinnovabili.

Nucleare, in arrivo nuove norme sulla sicurezza

agenzia di sicurezza nucleare

E’ stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il nuovo Statuto per l’Agenzia di  sicurezza nucleare, con il compito di stabilire

finalità e compiti istituzionali dell’organismo, è un Ente di diritto pubblico dotato di personalità giuridica e di autonomia tecnica, scientifica, amministrativa e contabile e soggetto al controllo della Corte dei Conti.

Il segretario dell’Associazione italiania nucleare (Ain) Enzo Gatto si dice molto soddisfatto dell’evento perché

con la pubblicazione dello Statuto dell’Agenzia per la sicurezza nucleare l’Italia compie un passo fondamentale verso una nuovo assetto energetico che porterà al paese sicurezza, minori costi, tutela dell’ambiente.

Nucleare di terza generazione, lontano da Chernobyl, lontano dal cuore

chernobylSergio Orlandi, direttore generale di Ansaldo Nucleare, insiste sulla sicurezza del nucleare di terza generazione, a suo avviso totalmente marziano all’era Chernobyl. Orlandi ne ha parlato a margine di un seminario svoltosi nei giorni scorsi sul sistema di prequalificazione per le imprese intenzionate ad accedere alla filiera nucleare, affermando che la terza generazione di impianti non presenta più gli stessi problemi di sicurezza della centrale ucraina, e anzi va ben oltre i requisiti richiesti per funzionare senza il rischio imminente di incidenti. Ma sentiamo le parole dello stesso Orlandi:

Attualmente ci sono a disposizione 4 tecnologie: due di tipo ‘attivo’ (con sistemi di sicurezza che richiedono il funzionamento di specifici dispositivi, alimentati elettricamente) e due ‘passivo’ (azionati da fenomeni fisici che si innescano spontaneamente in presenza di determinate condizioni anche in caso di malfunzionamento).

Nucleare, flash mob di Greenpeace a Roma contro decisione Corte Costituzionale (video)

Nella giornata di ieri la Corte Costituzionale, come facilmente prevedibile con largo anticipo, ha rigettato i ricorsi presentati da 10 Regioni (in precedenza erano 11), le quali si erano opposte al ritorno al nucleare, almeno sul loro territorio. Per protestare contro questa decisione e contro tante altre del Governo che vuole a tutti i costi tornare indietro di 30 anni, quasi un centinaio di persone hanno dato vita ad un flash mob a Roma, in via del Corso, accasciandosi a terra per un minuto.

La decisione della consulta rileva infondatezze ed inammissibilità nei ricorsi di Toscana, Umbria, Liguria, Puglia, Basilicata, Lazio, Calabria, Marche, Emilia Romagna e Molise, mentre il Piemonte, che con l’amministrazione Bresso aveva intrapreso lo stesso iter, l’ha ritirato quando Presidente di Regione è diventato il leghista Roberto Cota.

L’incidente della BP può accadere alle centrali nucleari

centrale nucleare inquinante

Per semplificare la questione, la capacità che qualcosa possa andare molto, molto male a causa della cattiva gestione tecnica (o altri problemi di fondo), può accadere a chiunque in qualunque momento. Ora, ci sono sicuramente un gran numero di cose che si potrebbero fare, come leggi più severe, maggiori controlli, o anche l’assunzione di più responsabilità da parte di chi gestisce le attività, ma alla fine si ritorna sempre al problema di fondo: gli incidenti possono capitare.

Successivamente alla fuoriuscita di petrolio dalla piattaforma BP, sono piovute richieste per passare all’energia pulita. Una buona cosa, se non fosse che per molti ciò significa nucleare. Il problema è che se ascoltassimo gli appelli per l’espansione del nucleare per ridurre il ricorso al petrolio, potremmo metterci in una situazione ben peggiore. Aumentando il numero delle centrali nucleari, per un semplice calcolo matematico, aumenta anche il rischio di incidenti. E cosa accadrebbe se un disastro come quello della BP accadesse in una centrale nucleare?

Olimpiadi 2012 al torio e al radio, stadio Londra sorge su deposito scorie nucleari

stadio olimpico LondraA lanciare l’allarme è il quotidiano britannico The Guardian: molti degli stadi e delle infrastrutture che verranno costruite per le Olimpiadi di Londra 2012 sorgerannno in un’area che contiene scorie radioattive nel sottosuolo.

Stando ai dati raccolti in un’inchiesta e al parere degli esperti consultati dal giornale lo sviluppo dell’area a Est della metropoli londinese, dopo la fine dei Giochi, sarebbe a rischio proprio per la presenza di materiale radioattivo, si parla di centinaia di tonnellate di torio e radio, seppellito decine di anni fa senza rispettare del tutto le norme di sicurezza previste dalle leggi in vigore in Gran Bretagna. Le scorie nuclerari sarebbero infatti mischiate a rifiuti a bassa radioattività contenuti in celle apposite.

Nucleare in Italia, Greenpeace punta il dito contro le banche che guadagnano sull’atomo

banche nucleari
Quando si chiedono finanziamenti alle banche per progetti sulle rinnovabili, a volte capita di sentirsi rispondere “non ci sono soldi”, oppure “aspettiamo che passi la crisi”. Ma dal 2000 al 2009, dunque anche nel pieno della crisi economica, le banche di tutto il mondo hanno finanziato l’industria del nucleare per la folle cifra di 175 miliardi di euro, di cui oltre la metà, 92 miliardi, pagati dalle prime 10 (BNP, Barclays, Citi, Société Générale, Crédit Agricole/Calyon, Royal Bank of Scotland, Deutsche Bank, HSBC, JP Morgan e Bank of China).

Si tratta di investimenti considerati sicuri dalle banche, dato che poi a ripagarli saranno gli Stati, e di conseguenza i cittadini, i quali sicuramente non corrono il rischio di insolvenza che hanno i privati che vogliono investire su sole, vento, acqua e geotermia. Il sito internet nuclearbanks.org ha pubblicato un rapporto, ripreso poi a livello mondiale da Greenpeace, in cui svela quali sono le banche che ci guadagnano in questo investimento, e fa capire come mai ora potremmo ritrovarci le centrali anche in Italia.