Rabi Rashmi Abasan: il primo complesso residenziale in India alimentato ad energia solare

 

In India, a causa della rapida industrializzazione e dell’incremento demografico, la domanda di energia elettrica è cresciuta notevolmente. Secondo i dati della Planning Commission l’India, per far fronte alla maggiore richiesta energetica, dovrà produrre, entro il 2030, almeno 700 mila MW di energia in più. Il governo indiano sta cercando di rispondere a questa necessita attraverso l’impiego di fonti di energia rinnovabili, istituendo anche un apposito ministero: Ministry of Non-Conventional Energy Sources.

 

Nell’ottica dello sfruttamento delle energie rinnovabili si inserisce perfettamente il Rabi Rashmi Abasan, il primo complesso residenziale in India alimentato completamente ad energia solare. La struttura, costruita dalla West Bengal Renewable Energy Development Agency (WBREDA) e da Bengal DCL, è situata a New Town in Calcutta e rappresenta un notevole passo avanti nell’utilizzo di energia alternativa.

Passo indietro delle rinnovabili in Italia

Ma non dovevamo andare avanti? Secondo uno studio del Gestore del servizio elettrico nazionale, in Italia la produzione di energia elettrica proveniente dalle rinnovabili sta diminuendo. E’ quanto si apprende dai dati diffusi sullo studio che va dal 1994 al 2007, che vedono un progressivo aumento di produzione, con alti e bassi, di energia pulita, fino al crollo dello scorso anno.

Sono circa 3000 i gigawattora prodotti in meno nel nostro paese lo scorso anno, e a farne le spese è stato il settore portabandiera della nostra energia pulita, l’idroelettrico, sceso da una produzione oraria di quasi 37 mila gigawatt a 32.800.

Produrre elettricità sfruttando l’energia delle maree. Ci prova la Francia

Sfruttare l’energia pulita proveniente dalle maree. È quello che ha deciso di fare la Francia, seguendo l’esempio dell’Irlanda del Nord che da qualche settimana ha avviato SeaGen, il primo impianto per la produzione di elettricità dalle maree. Ad annunciare il progetto francese è stata EDT (Electricité de France) spiegando che a breve prenderà il via la costruzione sulle coste della Bretagna di un primo impianto pilota. La zona prescelta per l’installazione del’impianto è Paimpol in quanto lì le correnti marine sono le più forti d’Europa

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Secondo i dati forniti da EDF, l’impianto sarà terminato entro il 2011 e sarà composto da 3 0 6 turbine in grado di sviluppare elettricità tra i 4 e i 6 MW che verrà successivamente immessa nella rete elettrica di Paimpol.

Inaugurata la prima centrale a carbone pulito d’Italia

Inaugurata ieri la prima cetrale a carbone pulito d’Italia a Torrevaldaliga, vicino Civitavecchia, tra mille polemiche. Dopo le numerose proteste dei “No Coke“, che si oppongono al ritorno all’utilizzo del carbone come fonte per produrre energia elettrica, il Ministro Scajola ha lanciato una delle sue solite perle di saggezza, definendo questo evento con queste parole:

“Dopo tanti sacrifici, anni di lavoro e qualche vita umana si è costruito questa modernissima centrale dove tutto è controllato e tutto è sicuro”.

Il cattivo gusto del Ministro si conferma, non solo nelle scelte politiche, ma anche in quelle delle parole da usare nelle conferenze. Comunque, mettendo momentaneamente da parte le gaffes, vediamo in cosa consisterà questa centrale “pulita”, di proprietà dell’Enel.

Tricastin atto terzo, si sospetta un nuovo incidente

Incidente numero tre alla centrale di Tricastin. Ma stavolta sembra un pesce d’aprile fuori stagione. In questo caso le possibilità sono due, o il responsabile della sicurezza della centrale francese ha molto senso dell’umorismo, oppure quella centrale dev’essere immediatamente chiusa per evitare guai ben peggiori. Ma andiamo a vedere cosa è successo stavolta.

Ieri mattina, nonostante tutti i guai che sta passando quella centrale, oltre un centinaio di persone erano al lavoro come un normale giorno feriale. Ad un certo punto suona l’allarme, e i 120 impiegati presenti sgomberano l’edificio in pochissimo tempo, probabilmente già preparati ad un’eventualità simile.

L’evoluzione degli alberi solari di Ross Lovegrove

La proposta di Ross Lovegrove, designer gallese, di impiantare alberi solari ai bordi delle strade fu inizialmente accolta con scetticismo: le solite belle idee che resteranno irrealizzate.
Ma chiunque abbia pensato una cosa simile ha dovuto ben presto e piacevolmente ricredersi perchè l’idea geniale di Lovegrove è diventata realtà.

Di luci solari che illuminano i viali ne sono state realizzate tante, ma mai così belle come quelle progettate dall’ormai famoso designer.
Gli alberi solari si sono rivelati idonei ad immagazzinare energia solare sufficiente ad illuminare una città come Vienna, luogo prescelto per testare l’ecoilluminazione.

Catturare l’energia solare direttamente dallo spazio

Come abbiamo più volte ripetuto, quello dell’energia solare rappresenta un settore in continua evoluzione. Il costante aumento del prezzo dei carburanti, poi, ha dato il via, ultimamente, a tutta una serie di innovazioni per limitare il più possibile la dipendenza dal petrolio e dai suoi derivati.

Una di queste idee consiste nel catturare l’energia del sole direttamente dallo spazio. Pravna Mehta, coordinatore delle operazioni in India per lo Space Island Group, per risolvere la carenza di elettricità in India ha pensato di catturare l’energia del sole attraverso appositi satelliti.

In Canada l’energia si ottiene anche dal letame delle mucche

La ricerca nel campo delle energie alternative sta compiendo notevoli passi avanti. Numerosi, infatti, sono i progetti e gli esperimenti messi in campo da scienziati di tutto il mondo nel settore del solare, dell’eolico ma anche di altre forme innovative di energia come la produzione di carburante ad opera di batteri o a partire da rifiuti organici e non.

L’ultima, in ordine di tempo, arriva dal Canada: produrre elettricità dal letame. Nell’Ontario un allevatore di mucche da latte, Laurie Stanton, ha deciso di limitare gli sprechi all’interno della sua fattoria utilizzando il letame prodotto dalle vacche per produrre energia.

Incidenti nucleari in Francia: l’Italia di Scajola minimizza

Nucleare o non nucleare? Questo è il problema. Da quando il nuovo governo Berlusconi ha risollevato l’ipotesi per l’Italia di ritornare al nucleare, l’attenzione degli italiani e non è tutta rivolta ai possibili sviluppi della questione. Il nucleare è la soluzione giusta? Quali sono i costi e i tempi per costruire nuovi impianti? Le centrali sono sicure? Mentre l’Italia si interroga su tutte queste problematiche, nel mondo c’è chi si trova a pagare il conto, a volte salatissimo, di una decisione già presa.

Gli ultimi, come ha spiegato Marco Mancini, sono gli oltre cento operai contagiati, nei giorni scorsi, dalla fuoriuscita di materiale radioattivo in seguito ad alcuni incidenti verificatesi in due centrali nucleari della Francia, quella di Tricastin e quella di Saint Alban. Le autorità locali hanno rassicurato sulla non pericolosità dell’incidente e l’Italia, dal canto suo, minimizza l’accaduto.

Quarto incidente nucleare in Francia, di uno nessuno ne sapeva niente

Anche a costo di sembrare ripetitivi, non ci stancheremo mai di riportarvi notizie su quanto accade nel mondo del nucleare. Purtroppo, per la seconda volta in due settimane, la centrale di Tricastin si ripete, e stavolta va anche peggio.

97 uomini sono stati contagiati dalla fuoriuscita di un elemento pericoloso, il cobalto 58, un metallo bianco con proprietà atomiche elevatissime ed in grado di prendere fuoco istantaneamente, creando danni immani. Le autorità si sono subito precipitate a ribadire il concetto che non c’è nessun pericolo e che le persone sono state solo “leggermente” contaminate. Leggermente o no, chissà come avrebbero reagito se ad essere contaminati fossero stati loro. E non è tutto, perchè solo oggi si viene a sapere che altri 15 operai hanno subito un incidente simile solo pochi giorni fa nella centrale di Saint Alban.