Ne parla all’Ansa il professor Mauro Liberatore, esperto di medicina nucleare dell’Università La Sapienza di Roma, dei rischi di una contaminazione da fuga radioattiva per gli abitanti nell’area della centrale di Fukushima e zone limitrofe.
Liberatore spiega che in questi casi sono tre gli elementi determinanti: lo Iodio 131 (I-131), il Cesio 137 (Cs-137), e lo Stronzio 90 (Sr-90).
A dosi elevate possono scatenare l’insorgenza di tumori, maggiore è la dose di radiazioni assorbita, più alto è il rischio. In molti si saranno chiesti perché alla fetta di popolazione potenzialmente a rischio siano state distribuite pillole di iodio. A questa domanda risponde il professor Paolo Vitti, dell’Istituto di Medicina Nucleare di Pisa:
La contaminazione da radiazioni avviene principalmente in due modi, per irradiazione diretta o per ingestione di cibi contaminati. Le pillole di iodio stabile servono a saturare la tiroide impedendo che venga contaminata dallo iodio instabile che danneggia la cellula a livello di DNA facilitando così l’insorgenza di tumori.
