Il colosso cinese fa promesse ecologiche, ma siamo sicuri che le manterrà?

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Da qualche tempo si è diffusa la notizia che la Cina sta intraprendendo una via ecologica nello sviluppo della sua economia. Oltre che su queste pagine, i media di tutto il mondo fanno a gara per elogiare gli annunci di Pechino, salvo poi mantenere delle riserve sulla sua effettiva applicazione. Secondo un articolo dell’Associated France Press lo sviluppo sostenibile cinese non è poi così incoraggiante.

La Cina è ancora un paese in via di sviluppo e il compito che la caratterizza attualmente è sviluppare la propria economia e ad alleviare la povertà, così come aumentare la qualità della vita della sua gente. Dato che è naturale che la Cina possa avere un aumento nelle emissioni, non è possibile, in tale contesto, accettare un obiettivo vincolante o obbligatorio.

Il portavoce del ministero degli esteri cinese Qin Gang indica che la crescita dovrà proseguire sulla strada delle basse emissioni di carbonio. E’ comprensibile il desiderio della Cina di sviluppare la sua economia, ma pare proprio che questo possa avvenire al costo di nuove emissioni di anidride carbonica le quali, considerandole pro capite, è facile immaginare saranno importanti.

I giardini pensili arrivano in Corea, anche lì è cominciata la rivoluzione ecologica

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Uno dei massimi architetti a livello mondiale, Zaha Hadid, era stato accusato di non seguire molto la moda del momento, e cioè di porre più attenzione alle preoccupazioni ambientali. Almeno fino ad ora. Hadid infatti ha iniziato la progettazione di un museo-biblioteca didattico a Seoul di 79 mila metri quadrati che appare molto attento all’ecologia. Secondo la rivista Archinnovations:

Un obiettivo fondamentale del programma è quello di portare gioia ed ispirazione per la gente di Seoul, con l’istituzione di un polo culturale nel centro di uno dei più attivi quartieri storici della città. La progettazione è stata regolata dalla convinzione che l’architettura deve consentire alle persone di pensare al di là dei confini esistenti per raggiungere innovative soluzioni progettuali. Questa combinazione di investimento nel settore dell’istruzione e della ricerca, insieme con i programmi culturali della città dovranno ispirare le nuove generazioni di designer, contribuendo a mantenere la reputazione dell’industria coreana in una posizione leader in materia di innovazione.

Il piano energetico indiano, produzione solare maggiore del nucleare entro il 2050

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Finchè a superarci ci sono Paesi come Stati Uniti e Germania, o colossi come la Cina, nulla da obiettare. Ma quando si nota che a superare l’Italia in quanto a progetti ecologici e a produzione di energia pulita è anche un Paese del Terzo Mondo, allora c’è da chiedersi che cosa c’è che non va.

Un anno fa l’India ha annunciato che l’energia solare sarebbe entra a far parte del suo piano d’azione, anche se dagli annunci dello scorso anno ad oggi non abbiamo visto granché. Ma ora il Worldwatch Institute fa sapere che probabilmente sta per partire un piano nazionale sull’energia solare che sembra più serio di molti europei.

In Giappone scattano gli eco-punti sugli elettrodomestici

I giapponesi, si sa, per quanto riguarda l’ecologia (e non solo) stanno sempre più avanti rispetto al resto del mondo. Mentre in Italia vengono reintrodotti gli elettrodomestici non efficienti e le lampadine ad incandescenza, la tendenza del resto del mondo, e soprattutto in quello nipponico, è contraria, e cioè si tende a favorire l’economia “verde”.

Per questo dal prossimo 15 maggio, in tutto lo stato del Giappone, nei negozi di elettrodomestici sarà possibile ricevere una eco-card, una tessera per la raccolta punti che non si baserà sul prezzo, ma su quanto il prodotto che acquisteremo sarà ecologico.

In pratica, per favorire l’acquisto di elettrodomestici ad alta efficienza energetica, i futuristici televisori di ultima generazione (quelli con la predisposizione al digitale terrestre), ma anche frigoriferi, lavatrici, climatizzatori e quant’altro, se avranno ottenuto il certificato che attesta la loro efficienza energetica, potranno regalare una percentuale del loro valore (dal 5 al 10%) al loro acquirente. Una volta accumulata una certa soglia, essa sarà spendibile dalla prossima estate in poi per l’acquisto di prodotti non ancora specificati. Ma vien da sè che saranno senza dubbio ecologici.

Gli Emirati Arabi Uniti partono con un sontuoso programma di riciclaggio, meglio di quello italiano

Il riciclaggio della plastica si sta facendo strada anche ad Abu Dhabi, dove un programma pilota nella città studentesca di Al Ain ha già raccolto e compresso almeno 50.000 bottiglie d’acqua in un mese. Vista l’efficienza, il programma potrebbe essere esteso a livello nazionale il prossimo anno, eventualmente comprendendo fino ad un quarto delle scuole degli Stati del Golfo.

Rajnish Sinha, direttore generale di Horizon Technologies, una delle due società sponsor del programma pilota, ha detto al giornale locale di Abu Dhabi che gli Emirati Arabi Uniti consumano circa 80.000 tonnellate di PET (polietilene tereftalato), il principale materiale utilizzato per fare bottiglie di plastica, ogni anno, abbastanza per la produzione di 3,2 miliardi di bottiglie.

Parte il mega-programma sulle energie pulite anche in Cina

Ennesima mossa ecologica proveniente dal Paese più odiato dall’Occidente, di cui nessuno dà notizia. La Cina ha appena annunciato che sta redigendo un piano di stimolo per rafforzare le sue industrie energetiche basate sulle fonti rinnovabili. Forse ispirata da qualche altra nazione, visto che la ricerca e la libertà di pensiero in Cina non sono delle migliori, ha recentemente deciso di usare i fondi pubblici per sostenere il nascente settore delle energie rinnovabili, in modo da rafforzare immediatamente i piani ecologici, per far diventare quella nazione il Paese con la più grande industria solare ed eolica del mondo. Un pò da megalomani, ma un Paese da un miliardo e mezzo di abitanti se lo può permettere. Ma qual è il grande piano di energie rinnovabili proposto?

I dettagli sono vaghi, ma molto probabilmente il piano prevede di fornire maggiori sovvenzioni pubbliche alle aziende del settore. Per ora abbiamo solo l’annuncio che un piano è in fase di elaborazione, e questo è stato sufficiente a causare un agitazione nel paese che ha cominciato a produrre turbine eoliche a più non posso, aumentando la propria produzione del 10%. Il settore del solare invece, secondo le rilevazioni di Bloomberg, è passato da una produzione del 4% al 9%.

Penan, è di nuovo protesta

I Penan sono cacciatori-raccoglitori. Un popolo che non si arrende, e che scende per l’ennesima volta, pacificamente, per le strade. Perché devono affrontare una nuova emergenza, ed è per questo che devono lasciare i loro villaggi, nelle foreste del Sarawak, la regione malese del Borneo, e scendere in strada.

Qui la notizia. Perché le strade portano troppo spesso nella vita di questi indigeni motoseghe, bulldozer, e lo stupro della foresta che è la loro casa.

Il Mar Morto sta morendo veramente

Il livello d’acqua nel Mar Morto, il punto più profondo della Terra, è calato ad un ritmo allarmante, con gravi conseguenze ambientali, secondo Shahrazad Abu Ghazleh e colleghi presso la University of Technology  di Darmstadt, in Germania.

Il progetto del canale Mar Morto-Mar Rosso o del Mediterraneo-Mar Morto servirà per ri-riempire il Mar Morto fino al suo livello precedente, al fine di generare energia elettrica sostenibile e produrre acqua dolce dalla desalinizzazione. Lo studio mostra anche che il calo dei livelli di acqua non è il risultato dei cambiamenti climatici, ma è dovuto al consumo umano di acqua sempre più eleveto nella zona.

Inquinamento cinese? Colpa dell’Occidente

Sulla scia della visita incentrata sul clima di Hillary Clinton a Pechino, una nuova relazione dettagliata dimostra quanta CO2 l’Occidente “provoca” alla Cina, quando acquista il “made in China”. Circa il 9% del totale delle emissioni cinesi sono il risultato della produzione delle merci per gli Stati Uniti, mentre il 6% proviene dalla produzione di merci per l’Europa. Ma chi è responsabile, e come si può ovviare a questa situazione?

Il dato del 15% totale delle emissioni prima dimostrate dev’essere almeno raddoppiato se consideriamo i costi di trasporto, effettuati nella quasi totalità da imbarcazioni cinesi perché meno costose, e dallo smaltimento dei residui della lavorazione per i prodotti Occidentali. Da questo si evince che almeno un terzo delle emissioni cinesi sono di responsabilità europea e americana. La nuova ricerca, che sarà pubblicata questo mese sulla rivista scientifica Geophysical Research Letters, mostra che circa un terzo di tutte le emissioni di carbonio cinese tra il 2002 e il 2005 sono ampiamente dimostrabili di provenienza Occidentale. Ovviamente non si può pensare che dal 2005 ad oggi la situazione sia cambiata di molto.

Anche la Cina adotta il Green New Deal

Da quando Obama ha lanciato l’idea del Green New Deal tutto il mondo si è mobilitato per attuarlo. Compresi quei Paesi proprio non “amici” degli Stati Uniti come la Cina. Il mega-Stato asiatico, leader nell’inquinamento globale avendo il 100% delle proprie industrie alimentate a carbone, ha deciso di dare uno strattone definitivo a quest’andazzo, rivoluzionando tutto ed istituendo il nuovo programma ambientalista cinese.

A darne notizia è stato il direttore generale del Ministero dell’Energia Zhang Guobao, che ha annunciato una manovra del valore di circa 65 miliardi di euro, da investire nell’ambientalismo. Niente aiuti alle aziende o alle auto; Guobao punta dritto al cuore del problema, l’energia. Questa enorme quantità di denaro verrà investita in nuove forme di sviluppo energetico, che vanno dalle rinnovabili al carbone pulito, fino a nucleare.

Miyi Tower, il progetto cinese per ripulire le acque contaminate

Ci troviamo nella regione cinese del Sichuan, una delle più popolose, e di conseguenza inquinate di tutta la Cina. Qui a rischio esondazione c’è il fiume Anning il quale viene ingrossato, oltre che dalla naturale piena, anche dagli scarichi industriali che ne aumentano il volume e la pericolosità.

Per questo i cinesi, nonostante siano consapevoli delle conseguenze, non pensano a diminuire gli scarichi rivedendo i loro progetti industriali, ma preferiscono farlo con una struttura innovativa, quasi fantascientifica. Si chiama torre Miyi e sarà un ponte sul fiume in grado di filtrare e pulire il l’Anning.

Ventiquattro stanze in una, la rivoluzionaria casa transformer di Gary Chang

Il problema degli appartamenti moderni, soprattutto nelle affollatissime metropoli, è lo spazio. Soprattutto per chi vive in affitto e sa bene come anche solo una stanza in più faccia lievitare il prezzo della casa. E allora, spesso, si è costretti a scegliere un più economico monolocale, con tutti i disagi che questa scelta comporta in termini di spazio. Come risolvere questo problema? Già tempo fa vi avevamo parlato della casa in tre scatole, Kenchikukagu: in tre comodi box era contenuto un efficientissimo e attrezzatissimo appartamento, alla modica cifra di 8000 dollari.

Oggi parliamo invece di un’altra rivoluzionaria casa che occupa poco spazio, ideata dall’architetto Gary Chang, che più che un appartamento sembra un numero di magia. Si chiama, non a caso, Domestic transformer, e consiste di 24 stanze contenute in una, e richiamabili al momento opportuno. L’idea è nata per risolvere la difficile situazione riguardante le abitazioni ad Hong Kong. Data la grande densità di popolazione giapponese, è difficile vivere e ritagliarsi i propri spazi, non angusti.

I treni sexy, romantici e divertenti del Giappone, dimenticate per un momento Trenitalia!

Il treno ha il suo indubbio fascino. Un mezzo di trasporto che non è solo uno tra i meno inquinanti e i più puliti, ma rappresenta molto altro. L’avvento della ferrovia nel lontano Ottocento rivoluzionò infatti il concetto di distanza e contribuì all’allargamento delle frontiere, alla circolazione delle merci, rendendo più piacevoli, sicuri e meno interminabili anche i viaggi.

Ancora oggi, osservare le vecchie locomotive a vapore rende partecipi del significato storico, a tratti suggestivo, del trasporto su rotaia. Ad alcuni ricorda le partenze, ad altri gli arrivi, o ancora le occasioni perse, o peggio è un’associazione alla drammaticità di alcuni momenti storici come avviene per gli Ebrei. Oggi, che urge trovare mezzi di trasporto efficienti e meno inquinanti, ma al contempo veloci, in grado di coprire anche grandi distanze, si ritorna a guardare al treno con fiducia. E fantasia. Lo fanno in Giappone, dove il governo ha avviato una campagna pubblicitaria per invogliare i suoi cittadini all’utilizzo del trasporto su rotaia.

Arriva la prima spiaggia fredda del mondo, l’ennesimo insulto all’ambiente

Non smetteremo mai di scandalizzarci per quanto accade ai danni della Natura, vittima di un carnefice spietato quale può essere il genere umano. E forse, quella di indignarsi, è l’unica protesta che non potrà mai esserci tolta, insieme alla libertà di pensiero. D’altra parte, la distinzione tra buoni e cattivi è ormai caduta in disuso, la fanno solo i moralizzatori più accaniti, specie rara oggi. Però esiste un’evidenza innegabile: tra gli uomini la razza peggiore sono i ricconi, i magnati del denaro che credono di poter comprare tutto e persino di modificare il corso naturale delle cose a loro piacimento.

Ed è infatti proprio per gente straricca e strafica che è stata pensata, progettata, creata la prima spiaggia fredda della Terra, a Dubai, da sempre paradiso terrestre per i Paperon de Paperoni. Per non bruciare i piedini delicati dei ricchi signori, quando si alzano dalla sdraio per raggiungere l’acqua (mettersi le ciabatte come i comuni mortali no, eh?), nel complesso alberghiero del Palazzo Versace Hotel, sono stati predisposti dei grandi refrigeratori costruiti sotto la sabbia che raffreddano la temperatura, che solitamente nella città araba sfiora i 40-50° C.