Da circa una settimana si parla della possibilità di bonificare l’Ilva di Taranto. Si tratterebbe di interventi volti a riportare la salubrità dell’aria dentro ed intorno alla centrale per evitare che la popolazione continui a subìre i danni dei fumi dell’acciaieria. Ora però il problema è che, com’è ovvio che sia, gli italiani non vogliono che questi lavori siano eseguiti con i soldi pubblici. Qualche giorno fa infatti era circolata la voce che dei circa 380 milioni che servivano per riportare l’area a livelli accettabili, quasi tutti sarebbero stati pubblici. Oggi però arriva la precisazione (dovuta) da parte del Ministro Clini.
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Ilva Taranto, dove si muore per un lavoro
La logica dice che se un’attività porta alla morte, e peggio ancora alla morte dei tuoi figli, dovresti fare di tutto per tenerla il più lontano possibile da te. Questo non avviene a Taranto, dove l’alternativa a questa attività è la disoccupazione, e la disoccupazione uccide molto più in fretta del cancro. Lo testimonia la dottoressa Barbara Amurri, la quale si occupa da dieci anni dell’emergenza Ilva a Taranto e che si è presa cura di centinaia di operai e dei loro figli. Molti di loro purtroppo oggi non ci sono più.
Ilva Taranto, protesta finita ma inquinamento ancora per 4 anni

La protesta a Taranto degli operai dell’Ilva è finita, ma non finiscono le polemiche. Secondo quanto dichiarato dal Ministro dell’Ambiente Corrado Clini, per riportare la fabbrica ai livelli di emissioni entro i limiti stabiliti dall’UE ci vogliono almeno 4 anni. Ora la domanda è: cosa ne sarà di quelle migliaia di lavoratori in questi quattro anni?
Ilva Taranto, salute più importante del lavoro, ed è rivolta
La salute prima di tutto. Quante volte abbiamo sentito questo detto? Eppure oggi a Taranto non lo vogliono nemmeno sentire nominare visto che quasi tutti i migliaia di operai dell’Ilva (in pratica tutti quelli che lavoravano nell’area a caldo) sono senza lavoro. Il Gip che ha disposto la chiusura della più grande (e inquinante) acciaieria d’Europa ha esposto molto chiaramente nelle sue 600 pagine di requisitoria che la fabbrica deve restare chiusa perché è un pericolo per la salute dei tarantini e delle persone che vivono nei paesi limitrofi, e che i suoi gestori devono essere arrestati in quanto hanno agito nella consapevolezza dei danni che stavano creando.
Taranto, Ilva a rischio chiusura e parte la protesta
Meglio il cancro che la fame. Si potrebbe racchiudere in queste poche parole il concetto che circola da anni nelle menti dei tarantini. L’Ilva, si sa, è la ditta più inquinante d’Europa, e grazie alla sua attività mantiene alte le emissioni industriali dell’Italia che si sta sforzando da qualche anno di abbassarle. Ora però qualcosa è cambiato. Le violazioni alle norme ambientali sono eccessive, e c’è la possibilità che chiuda.
Inquinamento Malpensa, l’UE mette in mora l’Italia
L’aeroporto di Malpensa inquina talmente tanto da aver costretto l’Unione Europea ad aprire una procedura d’infrazione nei confronti dell’Italia. Ma non solo. Il problema non sono soltanto le emissioni, ma l’intero impatto che la struttura ha su uno dei polmoni verdi dell’Italia, il Parco del Ticino, Sito di Interesse Comunitario. La vicenda va avanti da oltre dieci anni, e la Corte d’Appello di Milano aveva già dato un segnale all’Italia in questo senso, condannando il Ministero dei Trasporti e la Società Esercizi Aeroportuali (Sea) per un totale tra le varie spese di circa 7 milioni e mezzo di euro.
Terretomoto a Roma, avvertito ma niente danni
L’Italia riprende a tremare. Dopo circa un mese dalla fine delle scosse in Emilia che hanno messo in ginocchio l’area, questa volta tocca alla Capitale avere paura, per fortuna solo per pochi secondi e, secondo quanto affermano i sismologi, per un caso isolato. E’ avvenuto ieri pomeriggio, alle 17:15, con epicentro i Colli Albani. Secondo i sismologi la scossa di magnitudo 3.5 si è sentita in gran parte della zona Sud di Roma, ma secondo i cittadini alcune avvisaglie si sono avute anche nel resto della città.
Qualità delle acque di balneazione italiane, +7,3% nel 2011
Migliora la qualità delle acque di balneazione sul territorio italiano. Come risulta dal Rapporto 2012 sulle acque di balneazione presentato a Roma dal Ministro della Salute Renato Balduzzi, nel 2011 la qualità complessiva delle acque ha segnato un +7,3%, la qualità delle acque marine un +6,6% e quella delle acque interne un +13,1%.
Trivellazioni off-shore, il Governo le vuol portare vicino alla costa
Le trivellazioni off-shore, per chi non le conoscesse, sono quelle che hanno portato alla famosa Marea Nera del Golfo del Messico. Si tratta di enormi piattaforme che trivellano i fondali marini in cerca di petrolio, e che delle volte combinano dei disastri ambientali di dimensioni incalcolabili. Da anni in Italia si dibatte se permetterle o meno, e nel 2010 si era trovato un compromesso, acconsentendo alla trivellazione, purché avvenisse lontana dalle coste. Oggi invece, nel decreto incentivi, il Governo ha inserito una modifica a questa norma che porta le piattaforme vicinissime alla costa.
Scosse in Emilia e Calabria, la terra continua a tremare
Nuove scosse in Emilia Romagna e in Calabria, dove la terra continua a tremare da diversi giorni. Non si registrano vittime o dispersi, ma tanta tanta paura. La scossa di terremoto che questa mattina attorno alle 9 è stata registrata a Parma, con magnitudo pari a 6.0, è stata avvertita in tutto il Nord Italia. Sale l’allerta tra la popolazione.
Ambiente, al via la Settimana delle Aree protette dal 19 al 27 maggio

Le aree protette, luoghi di salvaguardia e tutela della biodivesrità, sono in festa dal19 al 27 maggio con iniziative, escursioni, attività e appuntamenti in tutta Italia. L’occasione per ricordare e difendere il patrimonio naturalistico italiano è la Giornata Europea dei Parchi che si festeggia il 24 maggio in ricordo dell’apertura del primo parco europeo, avvenuta il 24 maggio 1909 in Svezia.
Ecologia e cohousing, l’abitare Nexus di Pandino (Cr)
Come è possibile contribuire allo sviluppo sostenibile del proprio territorio? Come si possono ridurre gli sprechi e i consumi energetici e vivere nell’agio e nel benessere? Per rispondere a queste e a molte altre domande basta citare l’esperimento coraggioso che da più di un anno sta portando avanti l’Associazione Ecohousing per la creazione di un villaggio ecologico e sostenibile per 24 famiglie ispirato al cohousing “per ridefinire i principi del vivere quotidiano secondo una sostenibilità ambientale, economica e sociale” e creare la propria casa ecologica a Pandino (Cremona) entro il 2013.
Coste italiane a rischio, il 50% è già compromesso
Densità abitativa, costruzioni selvagge e a volte l’inciviltà hanno avuto una sola conseguenza, compromettere le coste italiane. Secondo una recente indagine del WWF, la metà dei nostri bellissimi litorali è compromesso, mentre appena il 30% è rimasto al suo stato naturale. Le conseguenze sono tante e vanno dalla sparizione delle dune (l’80% è scomparso, secondo le stime dell’associazione) all’erosione. Per non parlare dell’inquinamento. Per questo, se non si possono salvare chilometri di costa, almeno è il caso di tutelare quello che resta.
Foreste, in Italia aumento costante in 20 anni
Una buona notizia è quello che ogni tanto ci vuole, e a fornircela oggi è il corpo forestale italiano che ha calcolato un incremento di 1,7 milioni di ettari di foreste nel nostro Paese negli ultimi 20 anni. Dopo il boom economico che ha portato ad una cementificazione selvaggia, in particolare tra gli anni ’70 ed ’80, sembra che questa sia rallentata, e così dall’inizio degli anni ’90 in poi le foreste hanno sempre più preso piede.