I canguri non saltano più a causa dei mutamenti climatici in atto che sarebbero responsabili di un cambiamento nella conformazione ossea dei marsupiali australiani. O almeno questo è quanto si afferma in un recente studio pubblicato sul Zoological Journal of the Linnean Society, e condotto da un équipe di paleontologi australiani della Flinders University di Adelaide e della Murdoch University di Perth.
Gli studiosi sostengono che i canguri si sarebbero adattati al surriscaldamento globale con modifiche anche sostanziali nella struttura ossea, nella forma dei piedi, nella dentatura, nel peso e in altezza. Il tutto per potersi spostare in nuovi territori ma anche per alimentarsi in modi nuovi. Come? E’ presto detto: niente più balzi verso l’alto per raggiungere le piante bensì un sostentamento che viene dal terreno, in basso, il che li porterebbe a non aver più alcun bisogno di saltare.
No slogan: l’eco-ottimismo ai tempi del catastrofismo, un titolo che è tutto un programma, quello scelto per l’instant book edito da Sangel, a cura di Mario Masi, giornalista ed esperto di tematiche ambientali, di Luigi Mariani, esperto di agrometereologia all’Università di Milano e di Teodoro Georgiadis, Senior Scientist del Cnr-Ibimet.
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