Marea nera BP: aperta inchiesta sulle bugie dopo un anno

Come si suol dire, meglio tardi che mai. A quasi un anno di distanza dal giorno in cui la BP ha finalmente trovato la soluzione per risolvere la marea nera, e chiudere quella maledetta falla che ha distrutto un intero ecosistema, la giustizia americana si è svegliata ed ha aperto una nuova inchiesta. Questa volta non si indaga sulle cause, ma sulle menzogne che la compagnia petrolifera ha raccontato al mondo.

Ambiente a rischio crescita urbana da qui a vent’anni

Crescere o decrescere? Questo è il problema. La soluzione forse è crescere sì, ma nel modo giusto optando per uno sviluppo sostenibile che coniughi il rispetto del territorio alle esigenze di un’umanità in progressiva espansione e fame di ampliamento. Pensiamo ad esempio ai luoghi del vivere, dalla desertificazione che sta interessando i piccoli centri che cadono a pezzi alla crescita onnivora di edifici alle periferie delle grandi città, un equilibrio a dir poco sbilanciato che vede, da una parte andare in rovina le vecchie case e gli antichi borghi, dall’altra diminuire la qualità della vita nei nuovi sconfinati agglomerati urbani che sorgono ex novo, occupando ulteriore territorio e sottraendo superficie agli spazi naturali.

A volte ritornano: le lontre nei fiumi inglesi, i leoni marini a San Francisco

Due buone notizie fanno capolino in questa scottante ed infuocata estate, costellata di guerre, disastri ambientali ed inquinamento, sprazzi di speranza o forse, più probabile, semplicemente il risultato di buone politiche, avviate da tempo e che stanno dando i loro frutti, come quasi sempre avviene quando si lanciano progetti di riqualificazione ambientale e di ricostruzione degli habitat. E’ sicuramente questo il caso del ritorno delle lontre nei fiumi inglesi, un vero e proprio rientro massiccio dal momento che, dalla quasi totale scomparsa dal territorio britannico, ora gli animali sono tornati a popolare quasi tutte le contee della Gran Bretagna.

Inquinamento: Italia emette 10-20 volte in più di quanto dichiara

Una pesante denuncia arriva dalla Svizzera nei confronti del nostro Paese. Secondo i calcoli dell’Empa, i laboratori federali di ricerca in scienza dei materiali e tecnologia, l’Italia sarebbe uno dei Paesi più inquinanti dal punto di vista dei gas serra. In particolare la denuncia si basa sugli idrocarburi fluorurati, dei gas talmente inquinanti da essere vietati dall’Europa, che l’Italia emette dalle 10 alle 20 volte in più di quanto dichiara.

Scioglimento ghiacci, record nel 2010 e 2011 in Groenlandia

I ghiacciai della Groenlandia sono un po’ come il termometro della Terra: la loro perdita significa che fa troppo caldo. E’ esattamente per questo che scoprire che gli anni 2010 e 2011 hanno fatto registrare perdite record di massa ghiacciata è un fattore molto preoccupante. A rivelarlo è stato il ricercatore Edward Hanna, specialista nelle ricerche artiche.

Ecopass Milano: stop alla pausa estiva


Torna oggi, lunedì 22 agosto del 2011, a Milano, l’Ecopass dopo la sospensione dall’1 al 19 agosto. A darne notizia è l’Amministrazione comunale nel precisare che, secondo le consuete modalità, l’Ecopass all’interno della Cerchia dei Bastioni sarà attivo dal lunedì al venerdì dalle ore 7,30 alle ore 19,30. A seguito di quanto è stato deliberato dalla Giunta del Comune di Milano nello scorso mese di luglio, il provvedimento associato all’Ecopass è stato prorogato dal 30 settembre al 31 dicembre del 2011; questo comporta anche la proroga della validità dei titoli di ingresso all’interno della Cerchia dei Bastioni.

Chiazze marroni a Sperlonga, quel color escremento tipico del mare italiano ma di origine sconosciuta

Non tutti lo sanno ma in Italia, oltre ai prodotti tipici, ci sono anche i colori tipici, come quelli che assume il mare ad agosto, chiazze marroni, sfumatura escremento che a guardar bene, e purtroppo non sono semplicemente allucinazioni da solleone, forse forse l’escremento ce lo trovi e ti fai un bagno indimenticabile in scenari contaminati mai visti prima. Questa peculiarità appartiene, tra le altre, alle acque di Sperlonga, fiore (o forse dovremmo dire altro ma ci tratteniamo per ovvie ragioni)  all’occhiello di quella che era già una bandiera blu ma voleva fare ancora di più ed allora si è tinta un po’ di marrone, qualche mèches qua e là tanto per far risaltare ulteriormente l’azzurro cristallino del mare.

Marea nera in Scozia: Shell chiude la valvola, ma è ancora emergenza

Nella vicenda della marea nera in Scozia, oggi arrivano due notizie, una buona ed una cattiva. La buona è che la Shell è riuscita a chiudere la valvola che perdeva maggiormente e che ha sversato in mare 218 tonnellate di petrolio greggio. La cattiva è che per ripulire l’area ci vorranno ancora diverse settimane, anche perché c’è un secondo pozzo che perde, anche se quantità decisamente minori. Ma almeno è un buon inizio.

Shell: il NY Times scongiura Obama di non dare l’autorizzazione alle trivellazioni nell’Artico

La marea nera scozzese ha riaperto una ferita che sembrava essersi chiusa nel settembre scorso. Mai più maree nere, ci era stato promesso, ma da allora se ne sono susseguite diverse, di ogni dimensione. Ora però i giochi cominciano a farsi seri, e come vi avevamo già preannunciato qualche giorno fa, nonostante l’incidente nel Mare del Nord ed i disastri provocati in Nigeria, la Shell ha chiesto l’autorizzazione per trivellare nell’area più instabile della Terra: l’Artico. Ma stavolta, tra i vari oppositori, ce n’è uno d’eccezione.

Marea nera BP: nuova perdita all’orizzonte?

Una grande patina luccicante è stata avvistata nel Golfo del Messico nelle ultime ore, e già molti stanno dando la colpa alla BP. Ancora non si sa molto né delle cause né di quanto sia estesa, ma il timore principale è che il tappo che lo scorso anno fu posto sulla perdita che causò la marea nera si sia corroso, lasciando nuovamente fuoriuscire del petrolio.

Posidonia di Formentera rischia l’estinzione in pochi anni

Formentera è una delle località turistiche più famose al mondo, non solo perché è frequentata da vip e per i locali alla moda, ma anche per la bellezza dei suoi paesaggi. E buona parte di questa bellezza la si deve alla flora marina che la caratterizza, come la Posidonia oceanica, una pianta “maltrattata” negli ultimi anni e che ora rischia di sparire in breve tempo.

Marea nera in Scozia: un incidente impossibile, che corre il rischio di ricapitare

Un incidente nel mare di Scozia? Impossibile! Rispondevano così le autorità britanniche ed i rappresentanti di Shell (magari ridendo tenendosi la pancia con le mani) alle domande preoccupate di giornalisti e ambientalisti quando, in seguito all’incidente dello scorso anno nel Golfo del Messico che ha riguardato la BP, tutte le trivellazioni in mare sono state messe sotto accusa. Ad un anno di distanza siamo tornati al punto di partenza.

Aquila reale, elicottero del 118 ostacola riproduzione

Un elicottero del 118 ha la precedenza su tutto, anche sulla riproduzione dell’unica coppia di Aquila reale presente in un’area naturale protetta, per la precisione l’Oasi WWF Bosco Frasassi, in provincia di Ancona? Ci risiamo, direte, i soliti ambientalisti che posizionano la vita di un animale sopra alle emergenze che  metterebbero a repentaglio la salvezza dell’uomo se non affrontate tempestivamente. E in effetti la polemica di cui vi parliamo oggi, tra il WWF Marche e l’elisoccorso, potrebbe prestarsi a delle interpretazioni errate e ad una facile strumentalizzazione. Anticipiamo dunque che la priorità, ovviamente e razionalmente, è dell’elicottero del 118.

Marea nera Shell in Scozia, una valvola di sicurezza all’origine della seconda falla

Marea nera Shell in Scozia: all’origine della seconda falla di cui si è avuta notizia ieri dalla stessa compagnia petrolifera, ci sarebbe una valvola di sicurezza vicina alla tubatura difettosa della piattaforma Alpha Gannet. Malgrado la prima fuoriuscita, di cui era trapelato poco o niente la settimana scorsa, fosse, a dire della Shell, sotto controllo e di portata insignificante, l’incidente è apparso subito più preoccupante ieri quando la compagnia ha ammesso l’esistenza di una seconda fonte di dispersione di greggio dalla piattaforma. Ad allarmare le scarse informazioni che trapelavano sull’entità dello sversamento ma soprattutto il fatto che anche i pochi comunicati della Shell fossero tutt’altro che rassicuranti.