WWF festeggia i 50 anni con i francobolli degli animali salvati dall’estinzione

Quest’anno riccore il cinquantesimo anniversario della fondazione del World Wildlife Fund (WWF), ed in suo onore la Royal Mail ha emesso una serie di 10 francobolli. In ognuno di essi sono presenti le specie di animali che hanno beneficiato del lavoro della fondazione che li ha salvati dall’estinzione.

I dieci animali selezionati sono l’elefante africano, il gorilla di montagna, la tigre siberiana, l’orso polare, il leopardo dell’Amur, la lince iberica, il panda rosso, il rinoceronte nero, il licaone ed il leontocebo dalla testa dorata, una specie di scimmia. Ognuno dei francobolli sarà caratterizzato da una foto frontale dell’animale accompagnata dal logo WWF in un angolo.

Inquinamento costiero mette a rischio le foche

Tempi duri per le foche. Oltre alla cruenta mattanza che si ripete ogni anno a Primavera, a preoccupare è l’inquinamento delle acque costiere, dannoso per gli animali. L’organismo degli esemplari di Phoca vitulina che vivono negli estuari o lungo le coste risulta infatti altamente contaminato.

A dirlo è un recente studio europeo pubblicato sul Marine Pollution Bulletin, a cui ha partecipato attivamente soprattutto la Spagna, e i cui risultati avvertono del pericolo che corrono questi mammiferi nei porti di tutta Europa.

Marea nera: torna l’incubo nel Golfo del Messico

Nuova marea nera nel Golfo del Messico

Il Golfo del Messico non può riacquistare un minimo di serenità. Solo pochi mesi dopo la soluzione del dilemma della fuoriuscita di petrolio dalla piattaforma della BP, ecco che una nuova perdita si registra nelle stesse acque.

Una nuova marea nera larga 30 miglia (48 km) si sta diffondendo in tutto il Golfo, proprio nei pressi della Louisiana Grand Isle, uno dei luoghi più colpiti nel corso della tragedia dell’anno scorso. La grandezza delle 30 miglia è la stima ufficiale, ma alcuni pescatori hanno riferito che la macchia si estendeva per oltre 100 miglia (oltre 160 km) in alcuni punti. Ed il petrolio ancora una volta finiva a terra, mettendo a rischio gli ecosistemi, e minacciando di rovinare anche questa stagione alle popolazioni della costa.

Orsi Trentino, Licia Colò: “Non vanno rimossi come auto in sosta”

Ancora sugli orsi perseguitati in Trentino. Non si arresta la polemica sul futuro degli esemplari cosiddetti clandestini che sconfinerebbero le frontiere, più che altro mentali, del territorio leghista, da prendere a fucilate o rispedire vivi o morti al mittente, in quanto figli o nipoti di extracomunitari, di sloveni. In verità, senza queste sparate sulla clandestinità che hanno aizzato gli animi, si sarebbe ricondotta la discussione sui temi che davvero sono cari alla popolazione, ovvero la sicurezza, gli attacchi al bestiame, temi su cui è lecito chiedere ed aprire un confronto.

Interviene in merito la presentatrice televisiva Licia Colò che si mostra a dir poco indignata sul trattamento riservato agli animali, prima reinseriti e poi scacciati, o meglio, un po’ come si fa con le auto in divieto di sosta, rimossi.

Stoccaggio CO2: taglio emissioni del 26% entro il 2050

Con lo stoccaggio dell’anidride carbonica (CO2), ovverosia con il cosiddetto sistema “Carbon Capture and Storage“, le emissioni totali in atmosfera potranno essere tagliate del 26% entro l’anno 2050. A farlo presente in data odierna è stato l’MSE, il Ministero dello Sviluppo Economico, dopo che il Consiglio dei Ministri, riunitosi oggi, ha approvato alcuni Decreti, tra cui proprio quello relativo allo stoccaggio dell’anidride carbonica prodotta da impianti industriali e dalle centrali termoelettriche.

Trattasi, in accordo con quanto riportato dall’MSE, di un Decreto approvato in via preliminare che recepisce un’apposta Direttiva comunitaria, e varato dal Governo in collaborazione con il Ministero dell’Ambiente. Grazie al Decreto, in particolare, vengono fissate le norme da applicare per quel che riguarda la scelta dei siti, il trasporto e l’immagazzinamento delle emissioni nocive che, senza essere immesse in atmosfera, vengono iniettate in un sito geologico di confinamento dove le emissioni nocive per l’ambiente rimangono “intrappolate” per un periodo pari a ben 100 anni circa.

Inquinamento indoor: inventato strumento per misurarlo

Un nuovo e promettente approccio per verificare la precisione delle misurazioni di pericolosi agenti inquinanti dell’aria negli ambienti chiusi potrebbe presto essere pronto per l’utilizzo domestico. Lo strumento, inventato dai ricercatori del National Institute of Standards and Technology (NIST) e Virginia Tech, sarebbe in grado di misurare i composti organici volatili (COV), la qualità dell’aria interna e le emissioni di pitture, tappeti, detergenti e prodotti da costruzione presenti in casa.

I ricercatori hanno realizzato questo strumento (quadrati sottili di plastica saturi di vapori di un comune solvente) attraverso la lavorazione in quattro laboratori di prova. Si tratta ancora di un prototipo, realizzato al Virginia Tech, ma ha già prodotto risultati delle misurazioni più accurate di quelle precedentemente realizzate in studi condotti con metodi più costosi e che richiedevano maggior tempo utilizzando materiali meno standardizzati.

Orsi sloveni senza permesso di soggiorno, da prendere a fucilate per la Lega Nord

Quelli che quando cantano l’inno d’Italia sono al bar per un espresso (what else?), il nazionalismo lo avvertono a fucili spiegati se a varcare quel confine nazionale che pure non riconoscono è un orso che non ha sangue al 100% tricolore nelle vene. Anche gli orsi, avete capito bene, potrebbero essere accusati di quell’abominevole reato che porta il nome di clandestinità. Bisogna abbattere quelli senza permesso di soggiorno, gli orsi sans papiers.

Lega Nord e Südtiroler volkspartei uniscono in sinapsi le loro fughe cerebrali per partorire quest’idea geniale, dalla società civile che poco comprende quanto sia cruciale lottare contro tutte le forme di immigrazione, di tutte le specie, moscerini inclusi, subito ribattezzata proposta choc.

Mutamenti climatici: i Paesi più colpiti saranno i meno responsabili

Gli effetti del cambiamento climatico sulle diverse parti del mondo dovrebbero apparire all’incirca come sono stati rappresentati visivamente nella mappa qui sopra, prodotta da un dottorando della McGill University. Jason Samson ha utilizzato i dati climatici e quelli del censimento per disegnare una mappa dei luoghi in cui il cambiamento climatico avrà probabilmente il più grande effetto sul maggior numero di persone.

La mappa mostra in rosso le aree in cui la vulnerabilità umana al cambiamento climatico sarà più grande; i Paesi in giallo si prevede possano sperimentare un effetto più moderato sulla popolazione, quelli in blu indicano le popolazioni meno influenzate, mentre le aree in bianco hanno una carenza di dati o di persone (come nel caso del deserto).

Centrale nucleare Fukushima, gli scenari della contaminazione

Ne parla all’Ansa il professor Mauro Liberatore, esperto di medicina nucleare dell’Università La Sapienza di Roma, dei rischi di una contaminazione da fuga radioattiva per gli abitanti nell’area della centrale di Fukushima e zone limitrofe.
Liberatore spiega che in questi casi sono tre gli elementi determinanti: lo Iodio 131 (I-131), il Cesio 137 (Cs-137), e lo Stronzio 90 (Sr-90).

A dosi elevate possono scatenare l’insorgenza di tumori, maggiore è la dose di radiazioni assorbita, più alto è il rischio. In molti si saranno chiesti perché alla fetta di popolazione potenzialmente a rischio siano state distribuite pillole di iodio. A questa domanda risponde il professor Paolo Vitti, dell’Istituto di Medicina Nucleare di Pisa:

La contaminazione da radiazioni avviene principalmente in due modi, per irradiazione diretta o per ingestione di cibi contaminati. Le pillole di iodio stabile servono a saturare la tiroide impedendo che venga contaminata dallo iodio instabile che danneggia la cellula a livello di DNA facilitando così l’insorgenza di tumori.

Barriere coralline, il modo per salvarle potrebbe essere allevarle

In occasione del primo San Francisco Green Film Festival, una rassegna cinematografica dedicata ai corti e lungometraggi con tematiche ambientali, che si è tenuto due settimane fa, un film ha attirato l’attenzione di molti in quanto potrebbe rappresentare la soluzione ad uno dei problemi principali degli oceani: la perdita di barriere coralline.

Il film si chiama The Coral Gardener (letteralmente “il giardiniere di coralli”, dura appena 10 minuti e racconta di un uomo, Austin Bowden-Kerby, che ha avuto un’idea sorprendente. Il dott. Bowden-Kerby è un biologo marino che vive nelle isole Figi, ed ha trovato un modo semplice ma efficace per ripristinare la barriera corallina: allevarla. Ha insegnato il suo metodo alle comunità costiere ed ha già avuto successo nel migliorare la salute delle barriere locali.

Animali in via d’estinzione: lo squalo bianco conta circa 200 esemplari in California

Nel primo censimento del suo genere, la ricerca condotta dall’UC Davis e dalla Stanford University ha scoperto che ci sono molti meno squali bianchi al largo della California centrale di quanto i biologi potevano pensare. Lo studio, pubblicato sulla rivista Biology Letters, è il primo a stimare con rigore scientifico i numeri di squali bianchi nel Nord-Est dell’Oceano Pacifico. Si tratta anche della migliore stima mai effettuata nelle aree dove lo squalo bianco vive, tra Australia, Nuova Zelanda e Sudafrica.

I ricercatori, usciti nell’Oceano Pacifico su piccole barche, hanno raggiunto i luoghi dove si riuniscono gli squali bianchi. Li hanno successivamente attirati utilizzando un richiamo, ed hanno scattato 321 fotografie delle pinne dorsali dai bordi frastagliati, uniche degli squali bianchi. Conteggiandoli è risultato che essi sono appena 131.

Rischi nucleari in caso di terremoto, io non sono favorevole e tu?

Fuga radioattiva nella centrale di Fukushima in Giappone, a seguito del violento terremoto di magnitudo 8.9 che ieri ha squassato il Nord-Est del Paese, scatenando un devastante tsunami sulle coste del Pacifico. La gabbia esterna di contenimento di uno dei reattori si è polverizzata a seguito di una violenta esplosione verificatasi durante le scosse di assestamento, il tetto del reattore è crollato. L’impianto di raffreddamento ha forti problemi di tenuta.

Un’area di 20 km intorno alla centrale nucleare è stata evacuata, 45 mila i residenti sfollati. Le autorità giapponesi invitano la popolazione a barricarsi in casa, chiudendo le finestre. Per proteggersi contro le radiazioni, gli esperti hanno invitato gli abitanti a coprirsi naso e bocca con asciugamani bagnati, a lavarsi le mani appena rientrati a casa e ad evitare di consumare verdure, acqua del rubinetto e cibi freschi per scongiurare potenziali rischi prima che siano compiuti tutti gli accertamenti del caso. Cosa può scatenarsi quando esplode un reattore?

Animali in via d’estinzione: il mondo rischia di entrare nella “sesta estinzione di massa” della storia

Una “estinzione di massa” si caratterizza come un periodo durante il quale almeno il 75% delle specie della Terra muore nell’arco di pochi milioni di anni o anche meno. Negli ultimi 540 milioni anni si sono verificati cinque casi di estinzione di massa, ma secondo uno studio condotto dalla UC Berkeley da Anthony Barnosky e colleghi, pubblicato sulla rivista Nature, ci sono segnali che stiamo per entrare nel sesto evento del genere.

I cinque precedenti si sono verificati durante le ere seguenti:

  • Ordoviciano (443 milioni di anni fa, l’86% di specie estinte);
  • Devoniano (359 milioni di anni fa, il 75% di specie estinte);
  • Permiano (251 milioni di anni fa, il 96% di specie estinte);
  • Triassico (200 milioni di anni fa, l’80% di specie estinte);
  • Cretaceo (65 milioni di anni fa, il 76% di specie estinte).

Deforestazione: Borneo e Sumatra hanno perso il 9% delle loro foreste in 8 anni

Sumatra ed il Borneo hanno perso 5,4 milioni di ettari, o il 9,2%, della loro copertura forestale, tra il 2000 e il 2008, secondo quanto rivela una nuova valutazione satellitare dell’Indonesia. La ricerca, guidata da Mark Broich della South Dakota State University, ha scoperto che più del 20% della deforestazione si è verificata nelle zone in cui la conversione era limitata o vietata, a indica che durante quel periodo il Governo indonesiano non è riuscito ad imporre leggi forestali.

La nostra analisi ha dimostrato che la maggior parte di tutta la perdita mappata della copertura forestale (79,9%) si è verificata nelle zone di lotti a destinazione urbanistica che permettono la compensazione permanente o temporanea, mentre il 20,1% si è verificato in radure dove era vietato o limitato

scrivono gli autori. Secondo la legge indonesiana, l’area della foresta destinata alla conservazione e alla protezione non può essere tagliata. Ma la perdita di foreste è stata superiore a Sumatra, che ha visto grandi aree trasformate in le piantagioni di cellulosa, carta e olio di palma. Sia Sumatra che Kalimantan, l’area del Borneo più colpita, hanno sofferto anche per gli incendi dolosi su vasta scala per ripulire il terreno.