Decreto quarto Conto Energia: ritardi su ritardi

di Redazione Commenta

Per gli impianti da fonti rinnovabili, ed in particolare quelli fotovoltaici, le imprese della filiera molto spesso perdono soldi già a partire da quando l’impianto è stato completato. Questo perché i tempi di allacciamento dell’impianto alla rete non sempre sono brevi; inoltre, a questi ritardi si aggiungono anche quelli relativi all’approvazione del quarto Conto Energia, osteggiato da parecchie Associazioni della filiera, nel merito e nel metodo, ma anche dalle opposizioni parlamentari.

Al riguardo Roberto Della Seta e Francesco Ferrante, senatori del Pd, hanno dato ragione al Ministro dell’Ambiente Prestigiacomo sul fatto che il destino degli impianti, e quindi delle imprese, non può essere legato ai tempi di allacciamento, e parlano nel complesso di uno “spettacolo desolante” che fin qui il Governo sta mettendo in atto visto che per l’approvazione del Decreto sul quarto conto energia, dopo il via libera, di recente, al Decreto Rinnovabili, ancora i tempi non sembrano essere maturi.

Il tutto, aggiungono i due senatori del Partito di opposizione, “senza contare che sono a rischio decine di migliaia di posti di lavoro“. Anche la posizione del responsabile green economy del Pd, Ermete Realacci, non è di certo tenera. Egli infatti parla di apertamente di un fatto scandaloso qual è quello per cui l’attuale Governo in carica ha fatto scadere quelli che sono i termini per il nuovo Decreto.

Secondo l’esponente del centro-sinistra trattasi di un risultato che è “il frutto di una cattiva politica, incapace di guardare al futuro del paese“. In merito Ermete Realacci ricorda come l’8 marzo scorso sia stato proprio il Ministro allo Sviluppo Economico, Paolo Romani, ad assicurare che al più entro il 20 marzo la questione inerente il quarto Conto Energia sarebbe stata risolta con un Decreto in grado di soddisfare le esigenze delle imprese della filiera a fronte di una razionalizzazione e di un contenimento dei costi di sistema e delle speculazioni. Ma ad oggi, lunedì 2 maggio 2011, tutto questo non è ancora accaduto.

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