Decreto rinnovabili: le osservazioni del GIFI/ANIE

di Redazione Commenta

Da qui al 2020 in Italia l’industria del fotovoltaico sarà in grado di garantire al Sistema Paese una potenza complessiva installata ed incentivata pari a ben 15.000 MW; il tutto a fronte della creazione di ben 80 mila posti di lavoro nell’intera filiera del solare già entro l’anno 2015. Questo è quanto ha dichiarato il Presidente di GIFI/ANIE, Valerio Natalizia, che di conseguenza, auspica che, anche tenendo conto, dopo un’attenta analisi, dei costi di sistema, possa essere prevista una rivalutazione del sistema incentivante.

Intanto proprio GIFI/ANIE, presso la X Commissione – Industria Commercio e Turismo, ha presentato le istanze e le proprie osservazioni sul settore del fotovoltaico in base ai contenuti del Decreto Rinnovabili in discussione in Parlamento. La Relazione GIFI/ANIE, in particolare, è stata presentata da una delegazione e descrive in sei punti una proposta che punta ad uno sviluppo sia sostenibile, sia bilanciato al fine di conseguire entro il 2020 gli obiettivi per i quali il nostro Paese s’è impegnato in sede comunitaria.

Nel dettaglio, secondo GIFI/ANIE, in rappresentanza dell’industria del fotovoltaico, non dovrebbe essere lasciata alla Regioni la facoltà di poter estendere la procedura abilitativa semplificata per gli impianti fino ad una potenza pari ad 1 MW. Per quel che riguarda gli impianti fotovoltaici a terra, e quindi di taglia industriale, GIFI/ANIE ritiene che la limitazione dei 50 kW per ettaro nelle aree agricole risulta essere eccessiva; questo perché secondo GIFI/ANIE andrebbe data anche alle aziende agricole la possibilità di realizzare impianti fotovoltaici che, a supporto proprio dell’agricoltura, possano dare una ulteriore fonte di reddito grazie alle tariffe incentivanti.

Tra i punti presentati da GIFI/ANIE c’è anche quello che prende in considerazione i distributori di energia elettrica, ai quali, ai fini dello sviluppo delle rete elettrica nelle cosiddette aree critiche, andrebbero riconosciute delle maggiorazioni per quel che riguarda la remunerazione del capitale investito. D’altronde gli impianti fotovoltaici di taglia medio/alta sono spesso realizzati in aree marginali e comunque molto lontane dai centri abitati, ragion per cui l’allacciamento in rete dell’impianto al fine di poter fruire delle tariffe incentivanti, senza adeguati investimenti nei sistemi di trasporto della corrente, può trasformarsi in un collo di bottiglia.

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