Eolico: mercato italiano in cerca di riscatto

di Redazione 5

Quello relativo all’eolico è nel nostro Paese un settore delle fonti rinnovabili che presenta e mantiene ancora tutte le proprie potenzialità, ma la crescita della potenza installata, nel 2010, inferiore a quella del 2009, individua un segnale che non può essere ignorato.

Ad affermarlo è stata l’APER, Associazione Produttori Energia da Fonti Rinnovabili, in quanto la nuova potenza eolica installata nel 2010, pari a 950 MW, è risultata essere inferiore del 15% circa rispetto al 2009. L’anno scorso il comparto eolico in Italia ha attratto quasi due miliardi di investimenti, ma secondo l’Aper il calo della crescita della potenza installata, anno su anno, è frutto da un lato della difficoltà legata al finanziamento di nuovi progetti, e dall’altro della confusione normativa che ha contribuito a frenare lo sviluppo settoriale.

Dal fronte dei nuovi finanziamenti per l’eolico ha pesato, in particolare, l’incertezza riguardo ai cosiddetti “Certificati Verdi”; con la conseguenza che secondo l’Aper gli istituti di credito nell’incertezza sono stati meno propensi alla concessione del credito proprio a causa dell’instaurarsi nel comparto bancario di un clima di sfiducia. A livello normativo, invece l’Associazione da un lato sottolinea come, finalmente, dopo sette anni siano state approvate a livello nazionale le Linee Guida sulle Rinnovabili; ma dall’altro viene rilevata la scarsa propensione di alcune Amministrazioni regionali ad adottare delle discipline di natura autorizzativa omogenee ed in coerenza sia con gli obiettivi comunitari al 2020, sia con le stesse Linee Guida Nazionali.

L’Associazione Produttori Energia da Fonti Rinnovabili fa presente come ad oggi in Italia la capacità installata da eolico sfiori i 5.800 MW a fronte di un target al 2020 di  12.680 MW  così come previsto dal Piano di Azione Nazionale. Secondo l’Aper il target è raggiungibile sebbene il cammino risulti essere ancora lungo, ma serve coerenza e certezza da infondere agli operatori attraverso il superamento delle criticità e, quindi, garantendo il rilancio di tutto il comparto e di tutta la filiera della produzione di energia da fonti rinnovabili.

Commenti (5)

  1. Io la penso come il professor Giorgio Nebbia che ha scritto quello che segue in un articolo apparso su la gazzetta del mezzogiorno: http://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/notizia.php?IDCategoria=273&IDNotizia=398117

    (…) Le leggi che hanno consentito la crescita delle fonti energetiche rinnovabili erano motivate dalla buona intenzione di diffondere il solare e l’eolico per motivi ecologici, ma hanno ben presto dato vita ad un ingegnoso sistema di produzione di soldi a mezzo di energia.

    Gli incentivi, alcuni miliardi di euro ogni anno, sono pagati dai cittadini sia sotto forma di imposte, sia sotto forma di aumento del prezzo dell’elettricità che figura, nelle bollette elettriche, nella voce tariffaria A3, per cui ciascuno di noi regala soldi e chi vende, installa e gestisce motori eolici e pannelli fotovoltaici solari, tanto che molti terreni agricoli sono coperti di pannelli solari perché si guadagna di più in questo modo che coltivando carciofi o uva.

    Che la situazione sia drogata dimostra lo spavento che sta colpendo tutti gli interessati davanti alla prospettiva di una diminuzione degli incentivi che cominciano ad apparire esagerati. Purtroppo si ha l’impressione che le leggi energetiche siano scritte più da gruppi di interessi economici che da una nuova politica nazionale energetica, coraggiosa e lungimirante diretta ad aumentare l’uso delle fonti rinnovabili senza speculazioni, a far diminuire il costo dell’elettricità per le famiglie e le attività economiche, a far a diminuire l’inquinamento e le alterazioni ambientali, a una produzione nazionale di dispositivi solari ed eolici adatti alle caratteristiche del nostro territorio. L’attuale politica che ha portato alle speculazioni finanziarie sulle fonti rinnovabili sta gettando il discredito su tali fonti, di cui avremo invece bisogno sempre di più in futuro, e sta facendo il gioco di chi vuol far credere che l’unica salvezza va cercata nel nucleare, il che non è certo vero.

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