L’inquinamento alla base dell’epidemia di obesità anche negli animali

di Redazione 1

L’esposizione all’aria inquinata nei primi anni di vita ha portato ad un accumulo di grasso addominale e resistenza all’insulina nei topi, anche se hanno seguito una dieta normale. A spiegarlo è una nuova ricerca scientifica effettuata negli Stati Uniti, dove si è dimostrato che gli animali esposti alle polveri sottili presenti nell’atmosfera erano più in sovrappeso, possedevano più cellule di grasso nella zona addominale e livelli più elevati di zucchero nel sangue, rispetto a quelli che avevano seguito la stessa dieta ma respirato aria pulita. Un meccanismo molto simile potrebbe avvenire anche nell’uomo, e così si potrebbe spiegare l’epidemia di obesità che sta colpendo il mondo Occidentale da alcuni decenni.

I ricercatori hanno esposto i topi all’aria inquinata per sei ore al giorno, cinque giorni alla settimana per 10 settimane a partire dalla terza settimana di vita. Questo arco di tempo corrisponde all’incirca, in un essere umano, al periodo che va dalla prima infanzia alla tarda adolescenza. I livelli di esposizione all’aria inquinata a cui gli animali sono stati sottoposti erano paragonabili all’inquinamento da polveri sottili che si può trovare nelle aree urbane degli Stati Uniti, ma anche in molte zone d’Europa.

Questo è uno dei primi, se non il primo, studio a dimostrare che queste polveri sottili sono causa diretta di infiammazioni e cambiamenti nelle cellule adipose, e che aumentano il rischio di diabete di tipo 2

ha affermato Qinghua Sun, professore associato di Scienze della Salute e tutela ambientale presso la Ohio State University e autore principale dello studio. La ricerca appare sulla rivista Arteriosclerosis, Thrombosis, and Vascular Biology. Sun e colleghi hanno nutrito i topi sia con una dieta normale che con una ricca di grassi e li hanno esposti ad aria filtrata o aria contenente almeno sette volte più polveri sottili dell’ambiente della città di Columbus, Ohio. In media, l’aria urbana contiene 15,8 microgrammi di polveri sottili per metro cubo, contro i 111 microgrammi per metro cubo nell’aria concentrata a cui erano esposti i topi.

Dopo 10 settimane i ricercatori hanno analizzato le cavie per una serie di fattori di rischio associati all’obesità e alla resistenza all’insulina, il segnale che rileva la presenza del diabete di tipo 2. Come previsto, i topi che seguivano una dieta ricca di grassi hanno acquisito molto più peso rispetto a quelli con la normale alimentazione. Ma i topi esposti all’aria inquinata e che seguivano una normale alimentazione hanno avuto innalzamenti di glucosio ancora maggiori dei topi con una normale dieta che respiravano aria pulita. Hanno anche mostrato più segni di insulino-resistenza sulla base di un indice che misura sia lo zucchero che l’insulina nel sangue.

I topi esposti all’inquinamento, a prescindere da quale dieta avevano seguito, hanno avuto anche livelli ematici più elevati di fattore di necrosi tumorale alfa, una proteina coinvolta nell’infiammazione sistemica e livelli più alti di grassi addominali.

Questi risultati suggeriscono che l’esposizione all’inquinamento da particelle sottili da solo, in presenza di una dieta normale, può portare ad un aumento delle dimensioni e numero delle cellule grasse, ed ha anche un effetto pro-infiammatorio

ha concluso Sanjay Rajagopalan, autore senior dello studio.

[Fonte: Sciencedaily]

Commenti (1)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non verrà pubblicato.

You may use these HTML tags and attributes: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.