Obesità: la nuova epidemia del terzo millennio

di Redazione 5

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Diventa sempre più attuale, anche nelle giovani generazioni di oggi avere problemi di obesità.

I pasti disordinati, l’eccessivo consumo di alimenti come merendine e insaccati, saziare la fame scegliendo un dolce a scapito di frutta e verdura, che sappiamo non è mai facile far mangiare ai bambini, ha portato negli ultimi anni un notevole aumento di questo disturbo, che si presenta già dall’infanzia.



Sappiamo che l’obesità è una malattia molto complessa derivante dall’accumulo al di fuori dei limiti medi di tessuto adiposo nell’organismo.

Dai dati di oggi scopriamo che l’obesità è la nuova epidemia del terzo millenio, anche se probabilmente noi non ce ne accorgiamo, rivolgendo il nostro interesse verso altri problemi, risulta che soprattutto nei paesi industrializzati, questo disturbo colpisce un terzo della popolazione adulta e la sua incidenza sui giovani e in notevole aumento.

L’Italia risulta essere ai primi posti in Europa per il numero di bambini in sovrappeso

Le conseguenze di questo smisurato accumulo lipidico nell’organismo porta un decisivo aumento del fattore di rischio di mortalità, pensiamo inoltre alle numerose malattie che spesso troviamo associate a questo disturbo.

Sappiamo che il sovrappeso porta complicazioni al sistema cardiovascolare e respiratorio e spesso si aggiungono, conseguenza dell’abuso di alimenti ricchi di zuccheri, il diabete e non da meno la formazioni di calcoli, lo sviluppo dell’ipertensione e dell’artrosi.

Per avere un’idea possiamo dire che in una persona adulta, il tessuto adiposo contiene una dose di energia che può variare da 100.000 al 200.000 kcal ed è in grado di mobilizzare rapidamente energia tramite una divisione chimica dei trigliceridi in glicerolo ed acidi grassi.

In poche parole pensiamo all’obesità come ad uno squilibrio tra eccedente introduzione di calorie, contro ad un insufficiente dispendio di energia.

Ad oggi, l’ Organizzazione Mondiale della Sanità ha posto alcuni criteri che permettono di riconoscere il grado di obesità in base all’Indice di Massa Corporea, (BMI ) che si ottiene dal rapporto fra il nostro peso e la nostra altezza. Viene considerato normale un valore di BMI di 24.9, mentre si entra nei gradi di obesità per valori di BMI che superano il numero 25.

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