Stabilito il tempo che rimane ai panda: 2 o 3 generazioni e poi spariranno del tutto

panda appena nati

Ieri ci siamo occupati di un animale molto importante per la natura e la catena alimentare, il leone, che rischia di sparire dall’Africa. Ma se il re della savana ha ancora a disposizione qualche decennio per tentare di sopravvivere, c’è un altro animale molto più indifeso che rischia di sparire molto prima: il panda.

Scelto non a caso come simbolo del WWF, in quanto animale in via d’estinzione già da qualche decina d’anni, ora il tipico animale cinese ha letteralmente i giorni contati. Abbiamo tutti sentito che il panda gigante ha diversi problemi quando si tratta di riproduzione. Dopo diversi tentativi effettuati negli zoo e nei parchi nazionali di tutto il mondo, si è riuscito a capire che anche nelle migliori circostanze, questi pachidermi si riproducono molto lentamente. Sotto accusa è il fatto che ciò avviene contro natura, cioè in maniera obbligata dall’uomo e non in modo naturale nel suo habitat. Anche perché con la distruzione del suo territorio, il panda in Cina si ritrova diversi ostacoli sul cammino (per lo più  strade e autostrade), e perciò fa molta fatica a trovare il compagno/a, minacciando di ridurre il numero di esemplari in maniera molto grave.

Leoni a rischio estinzione, se ne contano 100 in meno all’anno solo in Kenya

leoni

Il Kenya lancia l’allarme: l’animale simbolo del Paese, il leone, sta scomparendo. Pian piano, a causa della “minaccia umana”, il re della foresta potrebbe essere detronizzato, tanto che, se si continuasse con questo ritmo, tra 20 anni questi bellissimi felini sarà possibile vederli sono negli zoo.

Ad affermarlo è Paul Udoto, portavoce dell’associazione Kenya Wildlife Service, che ha affermato che ogni anno si contano 100 esemplari in meno nell’intero Paese, uno di quelli che ospita il maggior numero di leoni. In particolare 7 anni fa si potevano contare 2.749 esemplari, mentre quest’anno a malapena si arriva a duemila. La causa di tutto questo? Ovvia: l’uomo.

Sbarcano in Italia le Transition Town. La prima a Monteveglio (Bo)

monteveglio

Tra i tanti movimenti ambientalisti esistenti al mondo ce n’è uno molto particolare, che non professa soltanto l’arte dell’ecologia, e non fa delle sporadiche azioni dimostrative, ma che vive secondo natura a 360 gradi. Il movimento è quello delle Transition Towns, e prevede che un’intera cittadina viva senza emettere nemmeno un grammo di CO2. La prima nata in Italia si trova a Monteveglio, in provincia di Bologna, ed è già diventata un mito.

I montevegliesi, che da oggi si dovranno chiamare transition townies, hanno detto no al petrolio, e l’energia di cui hanno bisogno se la procurano con le fonti rinnovabili, solare su tutte. Ma non solo. Per poter abbattere le emissioni, sono letteralmente bandite frutta e verdura provenienti da regioni lontane. Tutti i vegetali sono coltivati negli orti del paese o di quelli vicini. Ma non finisce qui.

Non solo casa: anche il prefabbricato può essere ecologico

zeta-prefabbricato

E’ dura vivere in case prefabbricate, ma forse con qualche accorgimento in più, anche queste costruzioni che assomigliano a delle abitazioni potrebbero diventare agevoli ed ecologiche.

E’ quello che ha provato a fare Marc Porat della Zeta Communities. Porat è anche presidente di Serious Windows, un’azienda che si occupa dello smaltimento delle vecchie finestre per riciclarne i materiali, costruire nuovi prodotti e garantire una maggiore efficienza energetica. Sembra che si stiano applicando la stessa strategia sulle case prefabbricate.

La Cina fissa al 2050 il limite per il taglio delle emissioni

emissioni cinesi

Finalmente anche la Cina ha deciso di aderire seriamente al taglio delle emissioni, e non soltanto a parole come ha fatto fino a questo momento. Il problema è che inizierà le operazioni per diminuire le proprie emissioni di carbonio entro il 2050. A stabilirlo è stato il maggiore consigliere sul cambiamento climatico cinese, Su Wei, uno dei politici più influenti, intervistato sabato scorso dal Financial Times. E’ una data molto remota, ma almeno si tratta della prima volta che la nazione ha fisstato un periodo di tempo.

In Cina le emissioni non continueranno ad aumentare dopo il 2050

ha detto Wei, direttore generale dell’Istituto nazionale per lo sviluppo e la riforma del dipartimento della Commissione sui cambiamenti climatici. La Cina attualmente è in concorrenza con gli Stati Uniti per il posto in cima alla classifica mondiale sulle nazioni che sono le maggiori produttrici di emissioni di gas a effetto serra, e per questo la sua posizione al riguardo sarà al centro dell’attenzione ancor prima dell’inizio dei negoziati sul clima che si terranno a dicembre a Copenaghen (Danimarca).

Il risparmio energetico negli ospedali del Lazio

risparmio energetico ospedali lazioRisparmio energetico. Sempre più necessario. Sempre più inseguito da enti, privati, e aziende. Ora è il turno degli ospedali di cercare nuovi modi per sanare le finanze e inquinare meno. In Lazio si punta ad una vera e propria riqualificazione energetica dei dodici nosocomi presenti sul territorio. Un fondo di 650 mila euro è stato infatti stanziato per la diagnosi energetica e la progettazione esecutiva degli interventi. Si accede all’appalto tramite  bando regionale che si rivolge alle aziende specializzate nella gestione dell’energia.

L’obiettivo primario dello stanziamento è proprio quello di riqualificare il patrimonio immobiliare delle strutture sanitarie dal punto di vista del risparmio energetico. Possono concorrere al bando i grandi distributori obbligati di energia elettrica e gas e le società che operano nell’ambito dei servizi energetici (E.S.Co) accreditate presso l’Autorità per l’Energia Elettrica e il Gas (AEEG).

Rosmarino, timo e menta: gli antiparassitari dell’agricoltura biologica

spezie antiparassitari naturaliRosmarino, timo, chiodi di garofano, menta a cosa vi fanno pensare se non a un pasto delizioso e aromatico? Ma c’è chi ha pensato più in grande ed ha immaginato ben più nobili scopi per le spezie. Per esempio quello di antiparassitari naturali nell’agricoltura biologica, al fine di non utilizzare sostanze chimiche e pesticidi velenosi per l’uomo e per gli insetti “buoni” come le api.

Queste note e comuni sostanze aromatiche stanno diventando una delle armi principali che le coltivazioni bio impiegano contro gli insetti parassiti. L’industria del biologico risulta in ascesa e oggi più che mai cerca di soddisfare le richieste in perenne aumento di frutta e vegetali, fra la crescente quota di consumatori che chiedono alimenti prodotti in modo più naturale.

Emissioni: 20 mila morti all’anno causate dall’inquinamento

emissioni auto

Più di 20.000 vite all’anno potrebbero essere salvate se le grandi regioni industriali tagliassero le loro emissioni di gas di solo un quinto. E il mondo intero ne trarrebbe vantaggio: molte vittime dell’inquinamento da ozono devono la loro morte all’inquinamento “straniero”.

Anche se un alto contenuto di ozono nell’atmosfera è di vitale importanza per la nostra sopravvivenza, la protezione dalle radiazioni UV dannose, a livello del suolo, è molto dannosa ed è stata legata a problemi respiratori, attacchi di cuore e perfino al cancro. Per esaminare il suo effetto sulla salute umana, Susan Anenberg della University of North Carolina, a Chapel Hill, e i suoi colleghi hanno utilizzato simulazioni al computer per stimare la quantità di ozono che ogni persona respira in Nord America, nell’Unione Europea, e nel Sud-Est asiatico, e per capire cosa accadrebbe se ogni regione riducesse le sue emissioni di un quinto.

Record di caldo nel mese di luglio: diminuiscono i ghiacci ed aumenta il livello del mare

sun-traffic

Un nuovo record legato ai mutamenti climatici va registrato oggi, anche se ne avremmo fatto volentieri a meno: gli oceani della Terra sono stati i più caldi della storia durante lo scorso mese di luglio. Ad affermarlo è stato uno studio del National Oceanic Atmospheric Administration.

La temperatura superficiale del mare è stata la più calda registrata per il mese di luglio, superando il precedente record stabilito nel 1998 in base ad un’analisi del NOAA’s National Climatic Data Center in Asheville, NC. La temperatura combinata tra la superficie terrestre media e gli oceani del mese di luglio 2009 è classificata al quinto posto tra i più caldi del mondo, secondo una rilevazione che ha avuto inizio nel 1880.

Riscaldamento globale: anche gli uccelli si stanno rimpicciolendo

aquila in gabbia

Tempo fa ci siamo occupati di un fenomeno strano che stava accadendo in Scozia. Una specie tipica di pecora si stava rimpicciolendo a causa del riscaldamento globale. Sembrava dovesse essere un accadimento speciale, ed invece secondo alcuni ornitologi, pare essere un evento piuttosto diffuso, anche tra gli uccelli.

Esistono infatti alcune specie di volatili, a diverse latitudini, specialmente più verso Nord, che lentamente e progressivamente stanno diventando sempre più piccoli. E’ noto infatti che gli uccelli che vivono vicino all’Equatore sono più piccoli rispetto a quelli che vivono nei territori freddi alle estremità del mondo. Questo è un adattamento evolutivo in quanto un animale piccolo disperde il calore molto più velocemente rispetto ad uno più grande.

La buona notizia: i provvedimenti sul clima in Europa funzionano

parlamento europeo

In Europa le emissioni sono in calo di 50-100 milioni di tonnellate l’anno, o in termini percentuali del 2,5-5% all’anno, mentre il mercato del carbonio ha ora un valore di oltre 56 miliardi di dollari. Si tratta di un grande risultato per l’Europa, ma che ha anche importanti conseguenze per il resto del mondo, soprattutto per gli Stati Uniti. L’accidentata strada del sistema di scambio di emissioni (ETS) è diventata efficace, proprio come vogliono fare i politici americani tramite il cap and trade.

Ma se il nostro Continente ha così tanti problemi (ad esempio l’Europa dell’Est continua ad inquinare senza limiti), cosa fa dell’Europa l’esempio da seguire per il resto del mondo? Uno degli aspetti potrebbe essere l’introduzione dello scambio di quote di emissione, ancora non attuato in tutti i Paesi, ma che secondo i primi dati sembra funzionare. Gli altri aspetti dopo il salto.

Da auto più inquinante a più pulita: ritorna la Trabant con un look “elettrico”

TRABANT

A guardarla potrebbe sembrare la zia tedesca dell’auto di Fantozzi, ma in realtà potrebbe essere l’auto del futuro. Anche se con una linea piuttosto retrò, disegnata negli anni ’70, la buona vecchia Trabant si candida al titolo di auto più ecologica dell’anno. Come ricorda il Corriere della Sera, prima della caduta del Muro di Berlino si diceva di lei che era

l’auto simbolo del lato peggiore del comunismo.

Infatti era piccola, bruttina, lenta (raggiungeva al massimo i 60 km/h), ed inquinantissima, tanto da non reggere il confronto con le auto che si sviluppavano contemporaneamente in America, come le Buick o le Cadillac. Ma nel nuovo millennio la tanto vituperata auto della VEB (Sachsenring Automobilwerke Zwickau) potrebbe ritornare di moda grazie ad una ripulitura generale: avrà un motore elettrico e sarà anche più bella da guardare.

Il riscaldamento globale sta mutando l’inverno nel Mar Baltico

sole sul mar baltico

Il clima durante l’inverno nel Mar Baltico è cambiato spesso negli ultimi 500 anni rispetto a quanto si potesse pensare prima. Una ricerca dell’Università di Göteborg dimostra che questa parte del mondo ha vissuto periodi di inverni sia miti che rigidi, e le transizioni tra questi tipi di clima sembra essere stata brusca.

Alcuni dei più completi dati al mondo sul clima, le temperature dell’aria e la copertura di ghiaccio nella zona del Mar Baltico nel corso degli ultimi 500 anni si possono trovare presso l’Università di Göteborg del Dipartimento di Scienze della Terra. Qui i ricercatori, guidati da Christin Eriksson, hanno utilizzato nuovi metodi statistici per studiare questa serie di dati e per esaminare le variazioni climatiche nel nord Europa dal 1500, concentrandosi in particolare sul clima invernale.

La mosca tsè tsè invade l’Africa a causa del riscaldamento globale

mosca tsè tsè

La mosca tsè tsè è una della specie di insetti più pericolose al mondo. Da secoli esse vivono in Africa, nelle zone molto calde, come la savana, ma a causa del riscaldamento globale stanno cominciando a “migrare” verso le città. Fino a questo momento infatti le già travagliate cittadine dei Paesi del Terzo Mondo finivano con il vedersela, oltre che con la povertà e la guerra, anche con le zanzare ed altri tipi di insetti che trasportavano malattie come la malaria. Ma mai fino ad oggi hanno dovuto combattere con la mosca tsè tsè.

Questi ditteri africani trasportano il virus responsabile della tripanosomiasi, la cosiddetta “malattia del sonno“, una condizione che attacca il sistema nervoso e, se non curata, porta al coma e alla morte. Secondo l’Oms tale malattia colpisce ogni anno dalle 50 alle 70 mila persone, ma a breve potrebbe aumentare a dismisura il suo contagio, in quanto la mosca che la trasmette sta cominciando a popolare le città.