Iceberg di Wilkins, secondo distacco in due anni

La situazione dello scioglimento dei ghiacciai sta peggiorando a vista d’occhio, e sono in pochi a rendersene conto. Il Polo Sud, il serbatoio del 91% del ghiaccio del pianeta, si sta lentamente (e nemmeno tanto lentamente) sciogliendo, mettendo in serio pericolo l’uomo a causa dell’innalzamento delle acque e migliaia di specie animali che vedono distruggere il proprio habitat.

Un anno fa di questi tempi, era il 28 marzo 2008, il primo distacco di un iceberg dalla Wilkins Ice Shelf, una delle più grandi montagne di ghiaccio al mondo, che dopo millenni perse un primo pezzo della grandezza di 40 km di lunghezza per 500 metri di larghezza. Oggi, ad un anno di distanza, con il nuovo innalzamento delle temperature, arriva la notizia di un nuovo distacco. Ma stavolta ben più grave. La lunghezza dell’iceberg che pian piano si allontana dal Polo Sud è quasi uguale, 41 km, ma è molto più largo, circa 2,5 km, praticamente quanto l’intera Giamaica.

Ridurre dell’80% i consumi energetici entro il prossimo secolo si può

La famosa multinazionale farmaceutica Bayer ha premiato il professor Eberhard Jochem del Fraunhofer Institute for Systems and Innovation Research (ISI) per le “tecniche d’avanguardia ed i contributi economici per l’efficienza energetica.” Il professor Jochem si è molto impegnato per le cause ambientali sin dalla sua infanzia, quando ha osservato una nuvola di inquinamento oscurare la sua casa, nella zona della Ruhr (Germania) di ritorno da un viaggio attraverso i Paesi Bassi in bicicletta.

Jochem ritiene che sia

commercialmente redditizio aumentare dell’80% in termini di efficienza energetica nei paesi industrializzati entro la fine di questo secolo.

Unendo la sua esperienza pratica e teorica, il professore ha dimostrato che è possibile migliorare l’efficienza energetica, utilizzandola come leva centrale per la riduzione delle emissioni di gas serra nei vari settori della nostra società industrializzata. Specialmente in tempi di crisi finanziaria, le opzioni più interessanti sono le più commercialmente redditizie, nonché più favorevoli per l’ambiente.

Nuovi fattori per il calcolo delle tempeste: eruzioni vulcaniche e polvere

Il riscaldamento delle acque dell’Oceano Atlantico, negli ultimi decenni, è dovuto in gran parte al calo delle polveri dai deserti africani e dalle inferiori emissioni vulcaniche. Secondo un nuovo studio americano, sarebbero queste le nuove cause del surriscaldamento globale, oltre all’inquinamento e a tutto ciò che conosciamo molto bene.

Dal 1980, il riscaldamento del Nord Atlantico tropicale è stato in media di mezzo grado Fahrenheit (un quarto di grado Celsius) per dieci anni. Mentre tale numero può sembrare piccolo, si può tradurre in grossi impatti sugli uragani, che sono alimentati dal caldo della superficie delle acque, spiega Evan Amato, membro del team di studio della University of Wisconsin-Madison. Ad esempio, la differenza di temperatura nell’oceano tra il 1994, un anno tranquillo per gli uragani, ed il 2005, in cui si è registrato il record di tempeste (compreso l’uragano Katrina), è stato di appena 1 grado Fahrenheit.

Innalzamento del livello del mare riscriverà le mappe delle zone abitate

L’innalzamento del livello del mare causato consequenzialmente dal riscaldamento climatico e dallo scioglimento dei ghiacciai porterà ad una vera e propria riscrittura della mappa delle zone abitate e ad una migrazione delle popolazioni interessate in primo luogo dal fenomeno verso territori interni. Un cambiamento che non sarà solo locale ma interesserà e sarà avvertito a livello globale, perchè andrà ad intaccare e a modificare senza vie di ritorno l’economia delle popolazioni costiere, costrette ad abbandonare le terre sommerse.

L’unica via di scampo sembra quella di affidare ai modelli matematici un calcolo approssimativo di dove, quando e come alcune aree costiere ora densamente popolate andranno a scomparire, con l’intento di arginare sin da ora i danni, essere preparati ad ogni evenienza e garantire alle popolazioni interessate un futuro.
Un primo approccio matematico al problema è stato tentato da un gruppo internazionale di scienziati: Sajjad Zahir della University of Lethbridge, Alberta, Canada, Ruhul Sarker della University of New South Wales, Canberra, Australia e Ziaul Mahmud del Lethbridge Community Network. Gli studiosi hanno elaborato un algoritmo matematico per affrontare il problema della delocalizzazione della popolazione.

Fosse comuni per i bufali improduttivi, scoperto nel Cilento un cimitero nascosto

Indagini su reati ambientali, focalizzate sull’inquinamento delle acque dei fiumi Lambro e Mingardo causato dai frantoi, hanno portato oggi gli uomini del nucleo di polizia ambientale a ben più macabra scoperta: fosse comuni in cui giacevano le carcasse in decomposizione di bufali appena nati, probabilmente condannati a morte in quanto maschi improduttivi e dunque inutili nella macchina senza sconti per nessuno dell’imprenditoria priva di ogni scrupolo della zona.

Ci troviamo nel Salernitano, a poche decine di metri dal fiume Alento, paradossalmente la stessa area da tutelare e proteggere di cui fa parte il Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano. E invece proprio qui si perpetrano crimini ambientali di ogni genere. Uno tra questi era quello per il quale si erano aperte le indagini che hanno poi portato al ritrovamento del cimitero nascosto: l’inquinamento illecito e contro il rispetto delle norme ambientali operato dai frantoi della zona. Nove frantoi sui dieci ispezionati scaricavano direttamente nel fiume i liquidi reflui.

Rivoluzionaria batteria: ecologica e low cost ricaricherà telefonini e I-pod con i virus

Virus, un termine che non ha mai avuto un’accezione positiva, vuoi per motivi di salute dell’uomo, vuoi per la salvezza dei computers, si tratta di cinque lettere che mandano subito in allarme sia noi che i sistemi di protezione del pc. D’ora in poi però un che di positivo questa parola l’avrà: è nata infatti una rivoluzionaria batteria che si ricarica proprio grazie ai virus.

Ecologica e low cost, due caratteristiche che di questi tempi vanno per la maggiore e sicuramente contribuiranno a far decollare le vendite qualora e quando dovesse approdare sul mercato. La virus-batteria è l’ultima invenzione del MIT, il prestigioso Massachusetts Institute of Technology, ed è costituita dal virus M13, un virus che uccide i batteri, clonato e geneticamente modificato. A brevettarla è stato un gruppo di ricerca coordinato da Angela Belcher. A diffondere la notizia della straordinaria invenzione è stata la rinomata rivista di divulgazione scientifica Science.

Recupero energetico: si può partire dai rifiuti aziendali

Utilizzare il calore dei rifiuti industriali potrebbe ridurre le esigenze dei combustibili fossili nel breve termine e migliorare l’efficienza di innumerevoli processi di fabbricazione. Ad affermarlo sono stati due scienziati giapponesi, Lihua Zhang e Tomohiro Akiyama della Hokkaido University, Sapporo, i quali spiegano un modo per risolvere al contempo il problema dei rifiuti e quello dello spreco di risorse per il riscaldamento.

Il calore generato dai rifiuti industriali, può generare elettricità ed abbassare il consumo e la dispersione di energia. E’ inutile e dispendioso infatti acquisire una bassa qualità di calore per il riutilizzo della popolazione su un impianto industriale, soprattutto quando potenzialmente la si ha già. Inoltre, date le attuali pressioni ambientali ed economiche sul recupero di tale energia termica, questo aspetto potrebbe diventare redditizio.

17.000 foche uccise in due giorni, il primo bilancio della mattanza canadese

La Primavera è iniziata da pochi giorni, e già si traccia un primo tragico bilancio dopo la riapertura della caccia alla foca in Canada, mattanza che si ripete ciclicamente ogni anno, toccando soprattutto i cuccioli della specie per via del pregiato mantello di alto valore commerciale che li rende prede più appetibili per i cacciatori.
Un’economia come al solito senza scrupoli è alla base del bagno di sangue di un’intera specie animale, con cifre impressionanti diffuse in questi giorni dall’International Fund for Animal Welfare che parlano di 17.000 esemplari sterminati in Canada soltanto nei primi due giorni di caccia.

La mattanza ha preso il via nei giorni scorsi nell’area della Magdalen Island, per poi estendersi al territorio delle vicine Maritime Islands. Clare Sterling, che fa parte dell’IFAW Stop the Seal Hunt, è riuscita ad ottenere alcune immagini della recente strage a Charlottetown, foto che hanno fatto il giro dei blog di tutto il  mondo, con l’intento di sensibilizzare e diffondere purtroppo anche quest’anno quanto accade in Canada.

G-20, ecco cosa è stato deciso per l’ambiente

Il vertice del G-20 di Londra si è appena concluso. I leader del mondo si sono riuniti per discutere ed attuare strategie economiche a livello mondiale per combattere la recessione. E mentre molti si auguravano che l’ambiente potesse svolgere un ruolo più importante tra le priorità dei provvedimenti governativi, gruppi di ecologisti di tutto il mondo stanno già parlando di una “occasione perduta” per affrontare il cambiamento climatico in maniera significativa.

Il G-20 si è concluso con un comunicato in cui si parlava di uno stanziamento di mille miliardi di euro (di cui 750 miliardi andranno al Fondo monetario internazionale, e 250 per l’aiuto al commercio e per regole più severe, soprattutto per quanto riguarda le banche). Ma per quanto riguarda l’ambiente? Bè, il problema è stato lì, ma non esattamente in prima linea. Gordon Brown ha discusso la necessità di costruire una economia verde. Ha infatti dichiarato al Los Angeles Times:

Stiamo avviando un accordo senza precedenti sull’espansione fiscale, che farà risparmiare e creare milioni di posti di lavoro che altrimenti sarebbero stati distrutti. Entro la fine del prossimo anno, l’importo di 5 mila miliardi di dollari aumenterà la produzione del 4%, e accelererà la transizione verso una economia verde.

Il nucleare non è la risposta, parola di Rifkin

Torna a farsi sentire Jeremy Rifkin, economista e guru internazionale dell’economia-verde, da sempre in lotta contro le lobby del nucleare. Stavolta fa sentire la sua voce all’Università La Sapienza di Roma, in cui nei giorni scorsi ha tenuto una lezione ai ragazzi della Facoltà di Scienze Politiche sull’economia internazionale.

Inevitabilmente, quando c’è lui, si finisce sempre con il parlare di nucleare, ed alla domanda se questo tipo di energia potesse essere la soluzione ai problemi energetici mondiali, la sua risposta è stata:

Oggi sono in funzione nel mondo 439 centrali nucleari che producono circa il 5% dell’energia totale. Nei prossimi 20 anni molte di queste centrali andranno rimpiazzate. E nessuno dei top manager del settore energetico crede che lo saranno in una misura maggiore della metà. Ma anche se lo fossero tutte si tratterebbe sempre di un risparmio del 5%. Ora, per avere un qualche impatto sull’ambiente, si dovrebbero ridurre del 20% le emissioni di Co2, un risultato che certo non può venire da qui. Perché il passaggio al nucleare avesse un impatto sull’ambiente bisognerebbe dunque costruire almeno 3 centrali ogni 30 giorni per i prossimi 60 anni. Così fornirebbe il 20% di energia totale, la soglia critica che comincia a fare una differenza. Ma, è evidente che questo non è possibile.

Parte la corsa allo stoccaggio di Co2 e alle centrali a carbone pulito

Sembrava dovesse trattarsi solo di fantascienza, ed invece sta diventando realtà. La future centrali a carbone pulito stanno per essere effettivamente realizzate. Dopo mesi di polemiche, esperimenti ed ipotesi, i primi due Paesi ad iniziare la corsa in questa direzione sono Germania ed Australia, che hanno, nella giornata di ieri, annunciato di voler far partire i primi esperimenti.

Per partire con la spiegazione di come funzioneranno, bisogna prima di tutto cominciare con il chiarire, una volta per tutte, cosa significa centrale a carbone pulito. A differenza di quanto accennato dai nostri politici sottovoce, in quando non capiscono nulla di nuove tecnologie energetiche, non esiste alcun carbone pulito. Il carbone che si utilizza oggi e che si utilizzerà domani per produrre energia elettrica sarà lo stesso identico carbone che si usava anche 100 anni fa.

La centrale a carbone pulito significa che ha un sistema di recupero della CO2, la sostanza che viene rilasciata dopo la combustione del carbone, in maniera da non farla disperdere nell’ambiente e non aumentare l’inquinamento. Una volta recuperata la CO2, bisogna immagazzinarla da qualche parte in cui non possa far danni, e qui sono cominciate le polemiche sul come e dove farlo.

Carta delle Città e dei Territori d’Italia per il Clima, ci sono anche Roma e Milano

Comuni, Province e Regioni saranno a Roma domani in occasione della consegna ufficiale al Governo della Carta delle Città e dei Territori d’Italia per il Clima. Si tratta di una Carta concepita da Agenda 21 insieme ad Anci (l’Associazione Nazionale Comuni Italiani) e Upi (Unione delle Province Italiane).

Le grandi città, insomma, partecipato a questo progetto, che vede Comuni, Province e Regioni impegnarsi attivamente nel raggiungimento di quanto previsto con il pacchetto 20+20+20 dell’Unione Europea e nel novero di quanto si sta realizzando dopo Kyoto.

Luce nuova sull’Europa, al via programma di risparmio energetico comunitario su lampade verdi

Luce nuova sull’Europa. E’ partito infatti il programma di risparmio energetico comunitario, con la pubblicazione di due nuovi regolamenti sui consumi di energia elettrica per uso privato. Lampade verdi e meno sostanze ad alto rischio, mercurio e fosforo in primis, questi i principali provvedimenti sul fronte del risparmio e dell’efficienza energetica decisi dall’Unione con una serie di misure restrittive che toccano in particolar modo il campo dell’illuminazione domestica e l’immissione nell’ambiente di materiali difficili da smaltire e pericolosi per l’uomo.

Ma vediamo di entrare più nel dettaglio partendo proprio dalle lampadine, sulle quali è di interesse comune conoscere le nuove direttive europee che entrano a tutti gli effetti nelle nostre case, cambiando i nostri consumi e migliorando il nostro modo di approcciarci all’energia con responsabilità e meno sprechi. L’Europa ha previsto proprio per ridurre i consumi l’eliminazione graduale dal mercato delle lampade ad incandescenza destinate all’illuminazione di ambienti domestici superiori ad una certa soglia di watt.

Pdl: “L’effetto serra non esiste”

Una volta era soltanto Berlusconi che, vuoi per guasconeria o per un eccesso di simpatia, ogni tanto se ne usciva con delle sparate di cui milioni di italiani si vergognavano. Ma visto che continuava a prender voti, anche i suoi alleati hanno apprezzato questa tecnica di dire frasi senza senso, e non vogliono essere da meno. Si spiega solo così il documento presentato da 37 senatori del Popolo della Libertà e firmato da Dell’Utri, Nania e Poli Bortone. Lo possiamo spiegare in questo modo perché se veramente ci credono, ci sarebbe da preoccuparsi.

Secondo questi luminari del Governo italiano, l’effetto serra non esisterebbe, sarebbe soltanto un invenzione di alcuni scienziati per vendere i libri, e l’effettivo innalzamento delle temperature che si sta verificando in questi anni sarebbe dovuto a cause non dipendenti dall’uomo. La loro tesi è sostenuta da qualche isolato scienziato che afferma (nel rapporto Stern) che questo problema è solo marginale. Se è per questo, esiste anche qualche scienziato che afferma che l’Aids non esiste, o qualche storico che afferma che i campi di concentramento non sono mai esistiti, eppure nessuno si sogna di dargli ragione. Ma dal Pdl ci si può aspettare di tutto, anche questo.