Legambiente, ecco come disperdiamo il nostro calore

L’allarme lo stiamo lanciando da mesi: il modo migliore per migliorare la propria efficienza energetica a basso costo sono gli infissi, e l’isolamento termico in generale della propria casa. Adesso Legambiente, in collaborazione con Epson e con lo studio dell’ingegner Vittorio Bardazzi di Prato, ha fotografato gli edifici abitativi di quattro delle città principali italiane, Roma, Milano, Firenze e Bolzano. Le fotografie erano “termiche”, permettevano cioè di rilevare la quantità di calore che si trovava di fronte alla macchina fotografica. E i risultati sono stati terribili, ma prevedibili.

L’isolamento termico delle città italiane è il peggiore d’Europa. Nei Paesi freddi (Scandinavia, Germania, ecc.) tutte le abitazioni sono fornite di doppi infissi, ed in alcuni casi anche tripli. Ciò non consente al calore di disperdersi nell’ambiente, mantenendo la casa calda, ed al contrario, d’estate, permettono di mantenere la casa fresca non facendo entrare il calore. In Italia? Tutto il contrario.

Samsung presenta Blue Earth, il primo cellulare solare

Come per i notebook, anche per quanto riguarda i cellulari si è scatenata una corsa al prodotto ecologico, anche se con gravi ritardi rispetto ai computer. Finalmente abbiamo un vincitore. A tagliare il traguardo per primo è Samsung, con il suo Blue Earth, il primo cellulare 100% ecologico, o quasi.

La caratteristica principale di questo telefono è che si ricarica con la luce solare. Durante la sua presentazione avvenuta ieri al congresso mondiale sui cellulari tenutasi a Barcellona, si è fatto un piccolo riferimento ad una batteria da ricaricare in maniera classica, il che fa capire che servirà come supporto per quando la carica solare non basta. Assicurano i produttori comunque che con una ricarica di 90 minuti al sole (sul dorso è installato un mini pannello solare) sarà possibile effettuare una conversazione di un’ora. Non è tantissimo, ma è un buon inizio.

Italia a rischio multa, per il protocollo di Kyoto non si è fatto nulla

Un miliardo e mezzo di euro. A tanto ammonta l’ammenda per l’Italia rea di non aver attuato i parametri del protocollo di Kyoto, fino al 2008. Secondo il dossier Kyoto, elaborato dalla Fondazione per lo sviluppo sostenibile, tra i Paesi industrializzati che hanno ratificato il trattato, l’Italia risulta come al solito all’ultimo posto, dato che non ha preso alcun tipo di provvedimento per ridurre l’inquinamento. Anzi, ha fatto solo danni.

I dati completi arrivano finora fino alla fine del 2006, che riguardano cioè i primi due anni da quando il Protocollo è stato firmato. Ebbene, secondo questi dati, Germania e Gran Bretagna sono state le due nazioni che più si sono impegnate per ridurre l’inquinamento, ottenendo un vero e proprio abbattimento delle emissioni. L’Italia è stata l’unica nazione in cui queste emissioni, anziché diminuire, sono aumentate.

Colonel Trush Truck, il modo per insegnare l’ecologia ai bambini

Insegnare ai ragazzi a comprendere il loro impatto sul mondo naturale può essere determinante. Il problema è che già non è facile farlo capire agli adulti, figuriamoci a dei bambini che a malapena sanno leggere e scrivere. Mentre ci sono alcuni classici libri di ecologia per i bambini più grandi, c’è una sorprendente mancanza di storie per i più piccoli. L’autrice Kathleen Crawley ha notato questa lacuna e ha creato un personaggio che “insegna ai bambini l’importanza del riciclaggio, dell’immondizia e la tutela dell’ambiente.”

Nel video dopo il salto c’è la presentazione del nuovo personaggio che si addosserà la responsabilità di inserire queste informazioni nella mente e nella coscienza delle nuove generazioni. Si chiama “Colonel Trush Truck“, letteralmente “colonnello camion dell’immondizia”. Si tratta di un fumetto che, attraverso tante storie, presenta la problematica nel linguaggio più semplice, quello dei bambini.

La biodiversità esiste anche ai Poli ed è maggiore che da noi

L’incredibile scoperta è stata fatta recentemente studiando le rotte dei pesci che transitavano dal Polo Nord e Sud, ma anche durante lo studio diverse specie animali che, quasi per caso, venivano scoperte una dopo l’altra. Se diciamo “biodiversità“, l’immagine che subito ci viene in mente è quella delle varie foreste del mondo, da quella Amazzonica a quelle equatoriali, in cui migliaia di specie viventi si dividono centinaia di migliaia di ettari di terreno.

E proprio questa abbondanza di vegetazione ci ha sempre fatto immaginare che la biodiversità fosse una prerogativa delle zone calde, e che nell’Artide ed Antartide non ci fossero che poche specie animali. Ed invece è esattamente il contrario. A dare la possibilità di una ricca abbondanza di vita è come sempre l’acqua, che permette ai due Poli opposti del nostro Pianeta di possedere addirittura 235 specie marine identiche ad 11 mila km di distanza.

Cambiamenti climatici, anche i pesci migrano al Nord…

Pare che il richiamo del Nord sia irresistibile anche per i pesci. Per ragioni differenti da quelle degli uomini, ovviamente. Scontato dirlo, visto che ormai è responsabile di numerosi danni, ma la colpa è ancora una volta del riscaldamento globale. I mutamenti climatici in corso porteranno la metà dei pesci a Sud a spostarsi nei mari nordici, lasciando semi-vuote le reti da pesca delle popolazioni meridionali del Pianeta.

E’ quanto previsto da un recente studio, effettuato da un gruppo di ricercatori dell’università della East Anglia in Gran Bretagna, coordinato da William Cheung. La ricerca, diffusa dalla rivista Fish and Fisheries, ha dedotto questi dati a dir poco allarmanti, utilizzando un modello climatico di previsione al computer, e simulando, all’andamento attuale, la temperatura delle acque e le condizioni in cui verserà il pianeta nel 2050. Secondo quanto si evince dai risultati dello studio, i pesci migreranno in massa verso Nord, per effetto del surriscaldamento eccessivo dei mari del Sud.

Calcola l’impatto ambientale di ciò che mangi

Tre studenti danesi dell’Interaction Design Institute di Copenaghen hanno sperimentato, in rappresentazioni fisiche, gli impatti ambientali dei prodotti alimentari. Il loro progetto, intitolato “incontra il cibo che mangi” misura le emissioni di CO2 derivanti dal trasporto degli alimenti e l’importo delle compensazioni necessarie per rimpiazzarle, nel corso di un anno, attraverso altri prodotti alimentari.

Destinato  ad un pubblico vasto e concentrata su un controverso settore di un ciclo di vita della produzione alimentare, questo progetto è stato pensato per far riflettere le persone di tutto il mondo, ma non per dare dati scientifici che sarebbero troppo complicati da calcolare. I ricercatori hanno specificato sul loro sito che:

Questa scala solleva interrogativi sul cibo che si acquista, da dove proviene e come è trasportato. Con un argomento così complesso come le emissioni di anidride carbonica e l’economia globale del cibo, la nostra bilancia è solo un punto di ingresso ed è destinato a sollevare più domande che risposte.

Ma come funziona?

San Valentino ecologico: salviamo i rospi innamorati e non regaliamo rose

E’ San Valentino per tutti, anche per i bufo bufo. Come chi sono? Dietro questo nome scientifico in realtà si nasconde una specie molto comune, conosciuta da tutti noi: i rospi. Come ogni anno nella stagione degli accoppiamenti, attraversano le strade, anche in zone particolarmente trafficate del nostro Paese, per raggiungere la propria compagna. Spesso, però, questa marcia d’amore viene interrotta dalle automobili che schiacciano, più o meno inavvertitamente i piccoli animali innamorati.

A lanciare l’allarme è l’ENPA (Ente nazionale protezione animali) di Treviso, che chiede l’aiuto di volontari per salvare i bufo bufo da una morte certa. Come spiega lo stesso responsabile trevigiano dell’Enpa, Adriano De Stefani:

E’ un fenomeno che accade ogni anno in questo periodo e che riguarda soprattutto le province di Treviso, Padova e Verona.

Il riscaldamento globale non ci preoccupa? Colpa dei media

“I media hanno la responsabilità di mettere a fuoco il problema della scienza e dell’ambiente e francamente sono gli unici competenti a farlo”, ha dichiarato l’analista ricercatore sul clima e sulla politica Stephen Schneider, nel valutare lo stato attuale di copertura dei media a livello mondiale sul riscaldamento globale e le questioni connesse.

Schneider, in una relazione del Gruppo intergovernativo di esperti sui cambiamenti climatici, chiede che i media si occupino maggiormente del riscaldamento globale, che si discuta di questo e di altre questioni:

La scienza non è politica. Non è possibile ottenere solo due opposti punti di vista e pensare di aver lavorato diligentemente. Esistono molteplici punti di vista, ed ognuno gode di relativa credibilità, ma il problema è che il giornalista delle volte non capisce cosa è credibile e cosa non lo è. Il problema è che solo la CNN ha formato una squadra di giornalisti scientifici preparati sulla materia. Perché le testate non formano redazioni per l’ambiente così come le hanno sull’economia o sullo sport? Perché non inviano i loro giornalisti ai grandi avvenimenti sul clima così come coprono il Superbowl?

La miniera di São Domingos inquina ancora dopo 40 anni dalla chiusura

Nonostante sia stata chiusa nel lontano 1966, 43 anni fa, la miniera di São Domingos, in Portogallo, situata a cinque chilometri dal confine spagnolo, continua a contaminare le acque del fiume che sfocia nella diga di Chanza, il più grande serbatoio di acqua potabile nella provincia di Huelva. La foto sopra fa alquanto rabbrividire.
Secondo uno studio condotto da un gruppo di scienziati dell’Università di Huelva, pare infatti che l’ossidazione e la dissoluzione di solfuri sono processi che non si sono mai arrestati in quella miniera, attivi ancora oggi, dopo molti anni.

La miniera portoghese di São Domingos si trova insieme ad altre miniere situate sul lato spagnolo, come Rio Tinto o Almagrera. La miniera abbonda di rifiuti altamente contaminanti. Attiva tra 1857 e 1966, nel corso del tempo ha generato sostanze acide a causa dell’ossidazione dei rifiuti solforici.
Secondo Antonio M. Álvarez-Valero, autore dello studio pubblicato recentemente sulla rivista Environmental Geology e attualmente ricercatore presso l’Istituto andaluso di Scienze della Terra (Università di Granada – CSIC):

La preoccupazione è giustificata dal punto di vista ambientale. I rifiuti da cui deriva questa ossidazione generano l’acidificazione delle acque, contaminando il bacino.
E l’acido di scarico di São Domingos colpisce la diga di Chanza,, il più grande serbatoio di acqua potabile che serve Huelva, in quanto le sostanze inquinanti sono sottoposte ad una “relativa attenuazione”.

Come vivere ecologico anche se ti chiami Leonardo di Caprio

E’ sicuramente l’hollywoodiano verde per eccellenza. Per tutte le altre stelle, l’ecologia è spesso motivo di pubblicità per farsi notare come sensibili ai problemi ambientali, ma non per lui, che ha fatto del vivere ecologico una filosofia di vita.

Certo, se poi si prendono tante “precauzioni verdi”, si finisce inevitabilmente sulle pagine dei giornali. E così diventa famosa la sua ultima impresa, quella del documentario ambientalista in stile Al GoreL’Undicesima Ora“, da lui prodotto e narrato, ma soprattutto di grande successo. E così, andando a scavare nella sua vita privata, veniamo a sapere che non sono solo chiacchiere quelle che diffonde in mezzo mondo attraverso il suo film, ma lui nell’ecologia ci crede veramente. Specialmente nella bio-edilizia.

3 mila pannelli solari per la nuova stazione Porta Susa

Procedono i lavori per la costruzione della nuova stazione internazionale di Torino Porta Susa. Lo scorso 13 dicembre sono stati inaugurati i primi 2 binari dei 6 previsti nella nuova stazione che sarà completata nel 2011 in occasione del 150esimo anniversario dell’Unità d’Italia. Tra le caratteristiche della nuova stazione Porta Susa che la renderanno unica nel suo genere, c’è ne è una che ci interessa maggiormente. Si tratta dell’autosufficienza energetica della stazione che sarà alimentata interamente ad energia solare. Saranno oltre 3 mila, infatti, i pannelli solari che andranno a rivestire la galleria superficiale della stazione, lunga 385 metri.

Non si trivella più, Obama sospende le perforazioni petrolifere ordinate da Bush

Obama è stato eletto in un momento non certo propizio per l’economia americana, ma è il mondo intero che sta vivendo una crisi finanziaria che non ha precedenti negli ultimi decenni. Governare in questo difficile frangente e portare avanti il cambiamento tanto dibattuto in campagna elettorale si rivelerà un’operazione ancora più ardua del previsto. Ma Obama non vuole certo rinunciare a mantenere le sue promesse e i suoi piani, soprattutto il Green New Deal, proseguono celermente, come un modo per salvare al contempo l’economia, creando nuovi posti verdi, e il mondo, diminuendo le emissioni di gas serra di una delle potenze più inquinanti, gli Stati Uniti.

La strada per raggiungere i risultati prefissatisi passa per il potenziamento delle energie rinnovabili, a discapito del petrolio, così tanto venerato, quasi religiosamente, da Bush. Il primo passo dell’amministrazione Obama contro l’egemonia petrolifera, è stato quello di sospendere uno dei progetti voluti dal vecchio presidente: la trivellazione di nuovi pozzi petroliferi nelle coste statunitensi di Atlantico e Pacifico.

All’Umbria l’oscar delle rinnovabili

Chi l’ha detto che in Italia non si fa nulla per l’ecologia, ed in special modo per le energie rinnovabili? Certo, potremmo fare di più, molto di più, soprattutto a livello collettivo, ma intanto ci sono già delle eccellenze che sono state premiate.

Martedì sera a Bruxelles c’è stata la notte degli oscar per l’energia rinnovabile, e l’ambito premio è andato ad un progetto tutto italiano, quello del “Consorzio Produttori Agricoli Acque Minerali Umbre s.r.l., Acquasparta” nella categoria del premio ” Comunità Energetiche Sostenibili”.