Il pellicano californiano di nuovo a rischio estinzione

di Redazione 1

Stavolta non c’entrano nulla gli agenti inquinanti (petrolio, CO2, ecc.), o almeno quelli classici. La causa che sta portando alla morte migliaia di esemplari di pellicano bruno californiano potrebbe essere circoscritta nell’area dello Stato americano. Questo non significa che il problema non tocchi il resto del mondo, ma anzi, essendo concentrata in un punto, c’è il rischio che sia ancora più intensa.

Stiamo parlando del PBDE, polibrominato difenile, un ritardante di fiamma utilizzato per spegnere i roghi susseguitisi nei mesi scorsi in California, e di cui adesso ne stiamo pagando le conseguenze. Si sapeva già che l’agente chimico era un potenziale pericolo per i volatili della zona, ma siccome non si riuscivano a trovare altre soluzioni alle decine di roghi che hanno devastato le case californiane, si è deciso di correre il rischio. Il risultato adesso è che le strade californiane sono piene di centinaia o anche migliaia di esemplari di pellicano bruno senza vita. E non solo le zone costiere.

Si tratta di un vero e proprio stato confusionale che colpisce questi uccelli, i quali, vedendo disattivata la propria “bussola” interiore, quella che gli permette di sopravvivere, lasciano la costa e si spingono anche diversi chilometri sempre più verso l’interno, andando a raggiungere zone mai visitate prima, tra cui anche strade e autostrade, mettendo in pericolo la vita degli automobilisti. Un vero peccato, dato che era dagli anni ’60, da quando cioè questi animali morivano così frequentemente come adesso, che questi pellicani non venivano considerati in via d’estinzione. All’epoca la causa di tutto era l’acido domoico, una biotossina che aveva degli effetti simili non solo su questi uccelli, ma anche su altri animali marini. Ma passato quel brutto periodo, la vita del pellicano bruno era ritornata regolare, la popolazione era aumentata tanto che solo lo scorso anno si era pensato di cancellarlo dalla lista degli animali in via d’estinzione.

Questa tragedia adesso rimette in gioco tutto di nuovo, e non si sa quando finirà, dato che i ritardanti di fiamma sono stati molto utilizzati, ma ce ne sono in circolazione molti di più rispetto agli scorsi anni, dato che sono presenti spesso in apparecchi tecnologici come computer e telefonini. Basterebbe una perdita in qualche discarica di oggetti tecnologici per incrementare lo sterminio.

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