Dalla fonte alla bottiglia, il ciclo produttivo dell’acqua Panna

di Redazione Commenta

Come nasce l’acqua in bottiglia e quale percorso compie l’acqua per arrivare dalla fonte prima, la sorgente, fino alle tavole di chi nel mondo preferisce bere acqua in bottiglia? Noi di Ecologiae siamo andati all’interno dello stabilimento dell’acqua Panna per raccontare e valutare la sostenibilità di tutto il processo di estrazione ed imbottigliamento di una delle acque in bottiglia più bevute al mondo, indicata per l’alimentazione dei bambini.

L’acqua Panna sgorga da una sorgente naturale ricca di contenuti minerali all’interno di una riserva naturale e mantenere la risorsa intatta per preservarla al 100% dalla fonte fino alle tavole dei consumatori è lo scopo di tutto lo stabilimento dell’acqua Panna, divisione di Sanpellegrino. La zona di concessione di acqua Panna si trova in Toscana, nei comuni di Scarperia e Barberino di Mugello (FI) e lì sorge lo stabilimento.

L’acqua sgorga dalla sua sorgente tra le rocce all’interno dei 1330 ettari di riserva naturale dell’Acqua Panna che esiste dal 1999 per preservare il più possibile la qualità dell’acqua e mantenere intatto l’ecosistema naturale della zona. L’acqua arriva fino allo stabilimento in ambienti sicuri e deve essere imbottigliata pura in vetro o in bottiglie di plastica, senza subire nessuna contaminazione esterna e senza alcun trattamento. L’acqua minerale naturale Panna viene monitorata costantemente affinché le caratteristiche rimangano invariate e la qualità dell’acqua e dei processi viene certificata costantemente.

La riserva Naturale

Fanno parte del territorio della riserva di acqua Panna anche 700 ettari di terreno su concessione provinciale per la tutela della lepre affinché possa riprodursi. La riserva naturale dell’acqua Panna è abitata anche da fagiani, daini, pernici rosse, caprioli, cervi, cinghiali, lupi. Al suo interno si trova anche un’area recintata di 60 ettari che ospita un allevamento di cervi. Tutti i terreni circostanti sono dedicati a produzioni agricole biologiche per mantenere intatto l’ecosistema della zona, mentre fieno e semine sono prodotti esclusivamente per il foraggiamento degli animali della riserva.

La pulizia degli impianti

Tutti gli impianti vengono puliti senza cloro e per sanificare si usa la soda caustica, poi tutto viene riciclato a ciclo chiuso. Si effettuano poi dei risciacqui che devono essere validati. Il processo di pulizia dura da 2 a 4 ore, 1 ciclo standard di pulizia circa 10-20 minuti.

Acqua e packaging

La bottiglia dell’Acqua Panna, in Pet, è riciclabile al 100%, tappo incluso. Le bottiglie di plastica arrivano nello stabilimento come provette di plastica e vengono poi soffiate, riempite d’acqua, vi viene inserito il tappo a pressione, ed infine vengono etichettate. Tutti i materiali che compongono la bottiglia sono riciclabili.

Perché si usa la plastica e non si opta per packaging più ecologico?

Abbiamo rivolto alcune domande relative alla scelta dei materiali per l’imbottigliamento dell’acqua a Fabio Chimetto, Application Group Manager – Packaging e riciclo.

Perché non si predilige l’uso del vetro a quello della plastica anche per le bottiglie per i consumatori finali?
Il vetro ha problemi di peso e su larga scala l’utilizzo del vetro non è sostenibile perché impone costi eccessivi e viaggi di trasporto dei vuoti, di lavaggi e sterilizzazione che sono più costosi in termini di sostenibilità rispetto al riciclo del vetro stesso.

Il Pet si produce dal petrolio, perché non si predilige l’uso di Pla, la plastica di origine vegetale già scelta da Acqua Sant’Anna?
Il Pet è un derivato del petrolio, ma è riciclabile al 100%, così come lo sono gli scarti di plastica che l’azienda invia al riciclo. Il riciclo delle bottiglie di plastica in PET del Gruppo Sanpellegrino ha permesso di evitare l’emissione di circa 559.000 tonnellate di CO2. Il Pla, invece non può essere riciclato dai consumatori e se finisse nei contenitori della plastica contaminerebbe il processo di riciclo della stessa. In più, la produzione del Pla è più costosa in termini di fabbisogno energetico.

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