Prime reazioni all’Earth Day: Barack Obama

di Redazione Commenta

Il motivo del recente silenzio sul problema ambientale di Barack Obama è presto spiegato. Il presidente degli Stati Uniti, in puro stile cinematografico-americano, ha voluto dire la sua sul futuro della Terra attendendo proprio l’Earth Day, il giorno in cui le maggiori attenzioni del mondo sono dedicate a questa problematica.

Ma il suo annuncio non arriva da Siracusa, dove sono riuniti i ministri dell’ambiente di mezzo mondo, ma dalla sua America, e più precisamente dall’Iowa, uno degli Stati chiave per la sua campagna elettorale. Qui, in risposta al g8, ha “lanciato la pietra”, tentando di dare spunti sui quali discutere e magari decidere collettivamente.

I punti centrali del suo intervento sono stati sulle energie rinnovabili, sui provvedimenti che gli Stati possono e devono prendere a livello politico, e sulle auto. Importante per Obama è stato anche ribadire che gli States sono e devono essere, anche per il futuro, il punto centrale della rivoluzione ecologica, e che con il loro esempio devono essere il leader mondiale della svolta.

La fonte rinnovabile su cui Obama punta più di tutti è l’eolico. Momentaneamente relegate al ruolo di comparse le altre tecnologie, l’eolico è l’energia del futuro. Tanto che, secondo le previsioni del presidente, entro il 2030 il 20% dell’energia americana proverrà da quella fonte. Tanto sarà fondamentale che, soltanto per quanto riguarda l’energia del vento, si verranno a creare 250 mila posti di lavoro nella sola America. Costo dell’investimento, 11 miliardi di dollari, nemmeno tanti se pensiamo ai 700 miliardi scuciti per salvare le banche.

Ma nuovi investimenti dovranno andare anche a migliorare l’efficienza energetica, soprattutto degli edifici pubblici (ma qui siamo a buon punto visto che il 75% è già a norma), ma anche su nuove fonti d’energia poco utilizzate finora come l’off shore, e i mezzi di trasporto, con i treni ad alta velocità e le automobili. In questo settore non si è parlato tanto di biocarburanti o auto elettriche, ma soltanto di maggiore efficienza e basso consumo, che rispetto alla situazione attuale sono già un bel passo in avanti.

Ultimo spunto su uno dei capisaldi della lotta all’inquinamento di Obama, il famoso cap-and-trade. Questo obiettivo è ancora allo studio, ma probabilmente verrà presto attuato. Con il ricavato del commercio dei crediti poi verranno finanziate le industrie in crisi, che se seguiranno norme ecologiche potranno essere salvate, come già accaduto in alcune zone d’America, come proprio l’Iowa ad esempio, in cui alcune aziende oggi vivono grazie al rilancio statale.

Fonte: [Repubblica]

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