Probabilmente la discussione sui biocarburanti non si esaurirà mai, tra chi dice che sono il futuro e chi invece si oppone duramente. Oggi si aggiunge una voce in più tra gli oppositori, ed è quella del più grande e completo studio effettuato fino ad oggi sugli effetti dei biocarburanti delle foreste della West Coast americana, realizzato da un gruppo internazionale di scienziati americani, tedeschi e francesi. Secondo la loro teoria, le foreste dedicate ai biocarburanti emetterebbero il 14% di anidride carbonica in più rispetto al normale, considerando uno scenario ottimale, cioè che il processo di estrazione e lavorazione della materia prima non subisca contrattempi ed imprevisti, e tutta la macchina funzioni alla perfezione.
biocombustibili
Biocarburanti dalle feci del panda
Dovrebbe essere l’uomo a salvare il panda, ma probabilmente sarà il panda a salvare l’uomo. Il costo della benzina sempre più alto potrebbe non essere più un problema tra poco, in quanto alcuni scienziati della Mississipi University hanno scoperto che dalle feci di questo animale si possono ricavare dei batteri che possono trasformare tantissime colture non commestibili in biocarburanti.
Biocarburanti: boom nel 2010 di un mercato in continua espansione
Nonostante le polemiche derivanti dalle fonti più comunemente usate per produrli, i biocarburanti continuano a crescere, e nel 2010 la loro produzione ha fatto registrare il record storico di 105 miliardi di litri in tutto il mondo, polverizzando il record dell’anno precedente di 90 miliardi. Non ci sorprenderemmo se anche l’anno prossimo assistessimo a numeri ancora superiori.
Biometano per dire addio ai combustibili tradizionali
Sostituire i combustibili tradizionali con quelli sostenibili, progressivamente, è possibile se si adottano opportune politiche di incentivazione. Ad affermarlo è stato nei giorni scorsi Stefano Maullu, Assessore al Commercio, al Turismo ed ai Servizi della Regione Lombardia in concomitanza con “Biometano. Mobilità sostenibile tra ambiente e benessere”, un seminario che si è svolto a Milano. L’Assessore ha tra l’altro colto l’occasione per invitare le altre Regioni italiane a presentare al Governo centrale delle richieste finalizzate proprio alla scelta del biometano.
Dal seme alla lampadina, energia pulita dalla terra per 350 mila abitazioni
L’Italia è il Paese dei mini-progetti rinnovabili, ma finalmente qualcosa sta cambiando. Se fino ad oggi la gran parte dei progetti riguardanti le energie pulite erano di piccole dimensioni tanto da alimentare solo una quantità molto limitata di abitazioni, un nuovo progetto promosso dal Ministero dell’Agricoltura potrebbe farci fare il salto di qualità.
Si chiama “dal seme alla lampadina” e si basa sulla produzione di energia elettrica proveniente dai biocombustibili che sarà in grado di dare energia a 350 mila case. Il progetto, che ha ottenuto l’autorizzazione dal neoministro Giancarlo Galan, è stato ideato da Coldiretti, Consorzi Agrari d’Italia, PowerCrop e il gruppo Maccaferri, con un principio di base molto importante: non alimentare il conflitto tra le colture per la biocombustione e quelle alimentari.
Individuato metodo per creare biocombustibili più efficienti
Un team di scienziati dell’Università di Sheffield ha sviluppato un dispositivo innovativo che renderà la produzione di biocombustibili l’alternativa energetica più efficiente. Il gruppo di ricerca ha adattato un bioreattore unico per la produzione di carburanti alternativi rinnovabili, per sostituire i combustibili fossili, quali benzina e gasolio. La produzione di biocarburanti attualmente richiede enormi quantità di energia e quando il processo utilizza troppa energia, è antieconomico. Questo nuovo metodo consuma molta meno energia e potrebbe rivelarsi vitale per lo sviluppo economico nella produzione di carburanti alternativi.
Il team ha elaborato un bioreattore che crea microbolle con il consumo del 18% in meno di energia. Le microbolle sono bolle di gas in miniatura di meno di 50 micron di diametro in acqua. Esse sono in grado di trasferire i materiali in un bioreattore molto più rapidamente delle grandi bolle prodotte con tecniche di produzione convenzionale, consumando molta meno energia.
“Oil 2.0”: il petrolio del futuro prodotto dai batteri

Biocarburanti: il paradosso dell’ecologia

La Lipu lancia infatti l’allarme sulle profonde alterazioni dell’habitat naturale di molte specie di uccelli, causate dalla destinazione di molte aree verdi alle colture energetiche.