Festival dell’Energia di Lecce: un successo oltre le previsioni

di Redazione 5

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E’ stato un successone il festival dell’Energia di Lecce, tenutosi nelle giornate del 16, 17 e 18 maggio. L’obiettivo della manifestazione era discutere sul cambiamento dei modelli economici alla base della produzione energetica, più democrazia nell’accesso all’energia, più nucleare, con l’intento di arrivare a completare un piano energetico nazionale.

Nella prima giornata, tra giornalisti, addetti ai lavori, docenti universitari e semplici curiosi, si sono susseguiti film, cacce al tesoro, e soprattutto il primo Summit sul mercato dell’energia del futuro, moderato da Antonello Piroso, giornalista di La7, da cui emerge forte la richiesta di un piano energetico nazionale, da sviluppare di concerto con le Regioni.
A margine della manifestazione è stato presentato anche il libro di Crisitina Corazza, “La guerra del gas”, con l’intervento tra il pubblico dell’ex ministro della Repubblica Alfonso Pecoraro Scanio. Dopodichè si è passati agli appuntamenti serali: il film “Il Petroliere“, un dibattito sul clima con Dario Voltolini e Bruno Carli e la presentazione del libro di Paolo Saraceno “Il caso terra”. Insomma, ce n’era per tutti i gusti.


La troupe di La7 è stata presente a tutta la manifestazione, e si è concentata soprattutto sul Summit sul mercato dell’energia del futuro, riprendendo tutto l’evento che potrete vedere in differita nella prossima puntata di Omnibus. Stefano Saglia, tra gli ospiti di questo primo vertice dell’energia del Festival leccese, si è impegnato a convincere il premier Berlusconi a porre l’energia al terzo posto nell’agenda di Governo, dopo il taglio dell’Ici e la detassazione degli straordinari.

Ovviamente alla manifestazione non poteva mancare Nichi Vendola, Presidente della Regione Puglia, e acerrimo nemico di Berlusconi (politicamente parlando), a cui ha lanciato una sfida: permettere alla Puglia di ricoprirsi di pannelli fotovoltaici. Alessandro Ortis, Presidente dell’Authority per l’energia, si è schierato in favore di Vendola, parlando del sistema degli oneri sostenuti dai cittadini, che senza saperlo hanno investito sul loro futuro, dato che una parte di ciò che pagano viene reinvestita nella ricerca di fonti energetiche alternative a quelle classiche.

La mattinata di sabato è stata dedicata alla questione del nucleare. Qui si è tenuto un secondo Summit tra Roberto Potì, dirigente Edison, e GiovanBattista Zorzoli, esperto di problemi energetici del politecnico di Milano. I due hanno parlato di nuove prospettive del nucleare in Italia, soprattutto dedicato alle imprese, e su che cosa è cambiato, interloquendo con Maurizio Cumo, scienziato, e Domenico De Masi, sociologo. La tesi di Poti è che “Il nucleare non è la soluzione, ma senza nucleare non c’è soluzione”. Quindi, pare, che il suo pensiero sia in linea con quello del Governo, che vuole un ritorno al nucleare, non esclusivo, ma complementare all’introduzione di fonti energetiche pulite, considerate ancora poco affidabili, senza però abbandonare la ricerca per fonti alternative definitive. Secondo Zorzoli invece la soluzione dovrebbe essere il fotovoltaico, considerato da più parti l’energia del futuro.

Ma non si è parlato solo di energia per le imprese o le famiglie, ma anche di trasporti. Il caro petrolio ormai non fa dormire tranquillo più nessuno, e allora in questo convegno si è cominciato a parlare seriamente di idrogeno, anche se considerato una potenzialità per il futuro, ma ancora troppo immatura per il presente. La soluzione per oggi è il nucleare, a detta di De Masi e Cumo, perchè “Le centrali nucleari oggi sono sicure, il problema delle scorie è ridicolo, bastano pochi e piccoli siti in aree non a rischio, le riserve sono sufficienti per un migliaio di anni”, e ancora “È un problema esclusivamente culturale, che potrà essere superato solo con la divulgazione. Corretta, scientifica, laica”. I cittadini leccesi comunque sembrano credere alle parole dei due oratori, tant’è che alla fine del dibattito il 60% degli intervistati ha detto di credere nel nucleare.

L’evento si è concluso nella giornata di ieri con molto ottimismo per il futuro, e in una “rivoluzione energetica” che avverrà entro i prossimi 30 anni. Il terzo Summit ha avuto come unico protagonista l’ambiente: quanta energia ci resta? Per quanto tempo? Che cosa fare oggi e che cosa per il futuro? Queste le domande che hanno accompagnato l’ultimo incontro della manifestazione. Secondo alcuni scienziati americani, tra cui Mike Lynch, la Terra ha ancora tempo per affinare le sue tecniche, perchè risorse fossili ce ne sono ancora a sufficienza per continuarle ad usare ancora per decenni, e l’aumento del petrolio non è dovuto solo alla sua scarsità, ma solo alla speculazione. Oggi il nucleare rappresenta, nel mondo, il 5,5% dell’energia totale prodotta, le rinnovabili solo lo 0,5%, il carbone è destinato a crescere. Il petrolio e il gas resteranno per decenni ai livelli attuali di utilizzo. Questo è il dato da cui partire per pensare alle strategie a medio e lungo termine, per Lynch. Secondo Peter Atkins, esperto internazionale di energia e professore all’Università di Oxford, invece bisogna cercare di cambiare le cose, perchè la Terra ha ancora a disposizione 30 anni di tempo per modificare le sue “brutte abitudini”. Se ciò non avverrà, c’è il rischio che sarà modificata per sempre, e in peggio.

Il bilancio della manifestazione alla fine è stato meglio di quanto ci si aspettava. Tantissimi esperti e scienziati di tutto il mondo vi hanno partecipato, quasi 10.000 sono state le presenze agli incontri, alle mostre, alle iniziative per la scuola e al grande spettacolo con Kitonb Company in piazza Sant’Oronzo. L’appuntamento, promesso dal Sindaco di Lecce, Paolo Perrone, è per il 2009, per il replay di una manifestazione che già alla sua prima edizione ha avuto un grande successo, e che servirà per fare il punto sulla situazione 365 giorni dopo.

Commenti (5)

  1. Del nucleare non mi sembra affatto vero, basta leggere sul blog di aspo italia quanti interventi con dati alla mano fanno contro il nucleare

  2. “La Terra ha ancora 30 anni a disposizione… La Terra ha ancora tempo per affinare…” La Terra? L’uomo semmai! Pregherei il giornalista di porre più attenzione a ciò che scrive, e magari riflettere sulla sua concenzione di Uomo, Pianeta, Universo. A quanto ne sappiamo la Terra ha a disposizione ancora circa 5 miliardi di anni, prima di andare in collisione con il Sole.

  3. mi spiace, forse non sono stato chiaro nell’esposizione, o forse lei non ha concesso molta attenzione a ciò che ha letto.
    ho scritto che la terra ha 30 anni a disposizione NON di vita, ma per compiere un’inversione di tendenza, cioè diminuire le emissioni e impiegare le energie rinnovabili. la frase è questa:
    “la Terra ha ancora a disposizione 30 anni di tempo per modificare le sue “brutte abitudini””
    credo non ci sia nulla da fraintendere

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