Jet Stream, la nuova frontiera dell’eolico a 15 km di quota

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Il cielo può essere letteralmente considerato il limite per l’energia eolica. Le pale che vi girano ininterrottamente potrebbero supportare la fornitura di energia elettrica in tutto il mondo. Spiega Ken Caldeira ricercatore presso il Carnegie Institution’s Department of Global Ecology a Stanford, California:

C’è una enorme quantità di energia disponibile nei venti ad alta quota. Questi venti soffiano più forti e costanti in prossimità della superficie, ma c’è bisogno di andare fin nel cielo per ottenere un grande vantaggio. Idealmente, ci vorrebbe un impianto a circa 9 chilometri di distanza da terra.

Si dice che se le turbine eoliche occupassero il 10% del pianeta, vi sarebbe abbastanza energia eolica da soddisfare una domanda mondiale 100 volte superiore a quella attuale. Il sistema più innovativo si chiama Jet stream, cioè degli impianti collegati a 6 e 15 chilometri d’altezza, con turni stagionali, generalmente stabili, capaci di raccogliere vento 10 volte più velocemente che al suolo, il che la rende una potenzialmente vasta e affidabile fonte di energia.

Investimenti nelle rinnovabili quadruplicati dal 2004 in tutto il mondo

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Circa 155 miliardi di dollari sono stati investiti nel 2008 in energia pulita per progetti di imprese in tutto il mondo. Si tratta di un’ottima notizia perché questo significa che gli investimenti negli ultimi 4 anni si sono quadruplicati. Fonti energetiche rinnovabili, dall’energia solare a quella eolica, fino ai biocarburanti, rappresentano oltre il 40% della capacità di generazione di potenza raggiunta durante l’anno.

La relazione è stata effettuata dal Global Trends in Sustainable Energy Investment 2009, per conto del programma ambientale delle Nazioni Unite sull’energia sostenibile. Il trend di crescita si è invertito negli ultimi mesi, tuttavia. Gli investimenti nella seconda metà del 2008 infatti sono scesi del 17% nel primo semestre, e del 23% nel secondo. La relazione conclude che i governi svolgono un ruolo significativo nella promozione degli investimenti privati nelle tecnologie energetiche rinnovabili.

Ecco dove sono finiti tutti questi investimenti:

  • Tra i 105 e i 155 miliardi di dollari sono stati spesi direttamente per sviluppare 40 gigawatt di capacità di generazione di energia eolica, solare, idroelettrica, biomasse e fonti geotermiche;
  • 35 miliardi per lo sviluppo di grandi centrali idroelettriche da 25 gigawatt;
  • 140 miliardi in 65 gigawatt di energia elettrica a basse emissioni di carbonio.

In America le imprese ecoliche si uniscono per protestare contro gli ostacoli burocratici. E l’Italia che fa?

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Le maggiori società di energia eolica si sono unite per mettere in guardia il Congresso americano sulla fissazione di uno standard di energia rinnovabile troppo basso. Esso significherebbe perdere molti posti di lavoro. Hanno unito le forze per contrastare lo strapotere delle imprese del carbone, petrolio, e altre del settore energetico, che tentano di influenzare la legislazione sul clima. Come spesso ribadito su queste pagine, questo costerebbe posti di lavoro e l’economia ne risentirebbe. In America l’hanno capito, in Europa no.

Uno standard nazionale sull’energia rinnovabile richiederebbe che le aziende di servizi pubblici acquistino una certa quantità di energia da fonti di energia pulita. Quest’idea è stata introdotta dai Democratici, i quali hanno stabilito per legge che il 25% dell’energia della nazione provenga da fonti alternative entro il 2025. Ora, nel quadro degli sforzi di compromesso, per favorire le grandi imprese in un difficile momento dell’economia, questo limite è stato tagliato al 12%. Il che significa miore impegno nello sviluppare la tecnologia, meno fondi, e meno posti di lavoro.

Diventa manager del vento, aperte le iscrizioni al primo corso di formazione Anev

Manager del vento. Non è una presa in giro nè tantomeno una battuta di cattivo gusto sul pugno d’aria che si trovano in mano oggi i grandi dirigenti di aziende in crisi. Si tratta piuttosto del primo corso di formazione per operatori nel campo dell’energia eolica promosso dall’Anev, l’Associazione nazionale energia del vento, in collaborazione con l’Uil.

L’idea alla base del progetto formativo, denominato “Essere Manager delle energie rinnovabili: l’energia eolica“, è quella di creare nuove figure professionali da inserire a pieno titolo sul mercato delle energie rinnovabili, dando vita a numerosi posti di lavoro ed incrementando un settore come quello dell’energia da fonti rinnovabili che sicuramente è in crescita ma necessita per decollare definitivamente proprio di figure competenti e qualificate professionalmente in questo ambito, oggi grande lacuna un po’ per tutti i rami dell’energia pulita.  Già l’Unione Europea aveva infatti denunciato la mancanza di project manager nell’ambito dell’eolico, e l’Italia risponde prontamente con questo corso mirato a formare per l’appunto i manager del vento.

Vento al lavoro, Ewea: “per trovare un’occupazione i giovani si specializzino nell’eolico”

Un vero e proprio gap, quello evidenziato dall’Ewea, relativamente alle figure professionali da impiegare nel settore dell’energia eolica. Due, in particolare, le posizioni che rimangono spesso scoperte per mancanza di candidati: gli ingegneri e il personale addetto alla gestione degli impianti industriali.

Queste le lacune lamentate dai produttori, alle quali si aggiungono le difficoltà a reperire esperti nel settore eolico denunciate dai promotori che operano nel rinnovabile: mancano i project manager, vale a dire i professionisti addetti all’ottenimento dei permessi per costruire i parchi eolici, con tutto quello che questo oneroso compito comporta: richiesta di autorizzazioni, conoscenza del territorio, raggiungimento del via libera alla concretizzazione dei progetti. Il lavoro manca e questo è un dato di fatto, ma allora perchè lasciare posti vuoti, non coperti, proprio in un settore in espansione che promette grandi cose per il futuro, soprattutto in Europa, da sempre in prima linea sulle energie pulite?

Perché le energie rinnovabili dovrebbero farci uscire dalla recessione?

Il Nikkei Business Publications ha recentemente annunciato i risultati di un sondaggio condotto in Giappone effettuato su 1.300 ingegneri del settore manifatturiero, l’attuale leader, se così si può definire, della recessione globale. Essi sono stati invitati a rispondere a difficile domande circa l’impatto della recessione e le misure per farvi fronte.

Sorprendentemente (non tanto per noi ma per la classe dirigente odierna) uno schiacciante numero, la maggioranza di essi, pensa che le celle solari, elettriche, a combustibile, i veicoli ibridi e l’energia eolica potrebbero fornire le scoperte di cui abbiamo bisogno per uscire dalla crisi. I risultati hanno mostrato una forte fiducia degli ingegneri di progettazione e di fabbricazione del Giappone della solida infrastruttura industriale e tecnologica di alto livello, la Nikkei:

La chiave per rompere l’andamento della recessione è lo sviluppo di celle solari, veicoli elettrici, e settore agricolo/alimentare, in ordine decrescente.

Energia eolica sempre più efficiente, nuove tecniche contro la variazione del vento

Un modo per rendere più agevole e più efficiente l’energia eolica prevede lo sfruttamento dell’inerzia di un rotore della turbina eolica. Espediente che potrebbe contribuire a risolvere il problema della variazione di velocità del vento, in base ad una recente ricerca pubblicata sul Journal of International Power Electronics.

L’energia eolica viene da sempre indicata come un’inesauribile fonte di energia pulita disponibile in tutto il mondo, ma il vento è intermittente e quindi la potenza dei parchi eolici può essere variabile. Le misure proposte per regolare queste fluttuazioni di potenza di solito comportano l’installazione di unità di pile o condensatori, capaci di immagazzinare l’energia elettrica prodotta nei giorni più ventosi per disporne quando il vento è scarso o ancora nei momenti in cui la velocità del vento è troppo alta per garantire la stabilità del sistema.

Pronti 66 mila posti di lavoro nel comparto eolico

Su queste pagine ve lo avevamo già anticipato qualche settimana fa. Uno degli strumenti più efficaci per combattere la crisi e rilanciare l’economia, almeno in Italia, è il comparto delle rinnovabili. L’esempio che vi abbiamo portato circa 5 mesi fa viene dalla Germania, e parla di 380 mila assunzioni nell’intero comparto rinnovabile negli ultimi 8 anni; ma anche il Consiglio Mondiale dell’Energia Eolica prometteva circa 2 milioni di posti di lavoro nuovi di zecca in tutto il mondo, che si andavano ad aggiungere agli altrettanti in previsione per il settore fotovoltaico.

Ora a darci ragione è anche la Uil, che fa sapere, attraverso il suo segretario Luigi Angeletti, che i posti che si creerebbero in Italia sarebbero circa 66 mila. Anche qualcosa in più dei 50 mila anticipati da Ecologiae.com, ma è meglio così.

La marina americana sceglie le navi ad aquilone

Un grande aquilone in grado di sfruttare il vento per aiutare le imbarcazioni nella navigazione. E’ questa la nuova frontiera della nautica che, come abbiamo già spiegato tempo fa, va alla ricerca di soluzioni ecosostenibili per abbattere i consumi e soprattutto le emissioni nocive. Questo innovativo sistema di propulsione motore-vela verrà impiegato dalle forze armate americane che saranno le prime organizzazioni ad utilizzare l’aquilone per trainare le proprie imbarcazioni. L’ufficio di logistica della marina americana, il Navy’s Military Sealift Command ha deciso, infatti, di noleggiare la Beluga, un cargo tedesco che utilizza il nuovo sistema di propulsione, per il trasporto di materiali dalle basi americane all’Europa. Il meccanismo applicato è per molti versi simile a quello del kitesurf con la tradizionale vela che viene sostituita da un enorme aquilone che, collegato alla nave tramite una cima, sfrutta l’energia del vento per aiutare il motore a far muovere l’imbarcazione.

Finalmente la macchina volante esce dal cinema e diventa realtà

Di modalità di automobili poco o non inquinanti ne parliamo da sempre. Ora però finalmente è arriva l’auto che tutto il mondo aspettava, e che finora aveva potuto osservare soltanto nei film di fantascienza: l’auto volante. E il bello di quest’auto (oltre a risolvere il problema del traffico) è che è al 100% ecologica.

Ad inventarla è stata la Moller int., una piccola azienda californiana composta da grandi cervelli. Gli ingegneri di questa azienda hanno voluto far diventare la fantasia realtà, e per farlo hanno costruito M400 Skycar, il primo modello reale di macchina volante.

Costo delle rinnovabili: eolico

Visto il grande successo dell’articolo di ieri sul costo del solare, continuiamo la nostra indagine nel mondo delle rinnovabili, andando ad analizzare quanto verrebbe a costare al singolo cittadino un impianto privato ad energia eolica.

Premettiamo che di soluzioni ce ne sono veramente tante. Cliccando su questo link potreste trovare solo alcune delle tante possibilità che il vento, ma soprattutto la tecnologia odierna, vi offrono, e che Ecologiae ha raccolto per i suoi lettori, spiegandovele nel dettaglio. Ma andiamo a parlare di costi.

Mini Kin, il ricaricatore Eolico, Ecologico, Economico

Quando siamo fuori di casa, per esempio al parco, in montagna o semplicemente all’aperto, capita che il nostro cellulare si scarichi. Spesso non si dispone del caricabatterie sempre dietro, il che ci costringe di sovente a rinunciare alle telefonate, magari impensierendoci per quella chiamata urgente che stavamo aspettando.

A tutto c’è una soluzione e se poi viene dalla natura anche meglio! Fuori di casa il vento non manca di certo, soprattutto in certe giornate in cui la brezza soffia più intensamente.
In tal caso è utile dotarsi di un ricaricatore eolico, che sfrutta l’energia del vento per produrre piccoli quantitativi di energia.
Sul mercato ne esistono di diversi tipi, ma nessuno è così pratico, compatto ed ecologico come Mini Kin, che sarà presto disponibile per la vendita.

5 miti da sfatare sull’energia eolica

L’energia eolica dovrebbe essere l’energia rinnovabile più semplice da capire. E invece ci sono sedicenti esperti che ne parlano in maniera confusionaria e sbagliata, confondendo ulteriormente le idee ad un pubblico che cerca di saperne sempre di più, ma che molto spesso si ritrova a capirci ancora meno di quanto non sapesse prima di approcciarsi al problema.

Gli Stati Uniti sono il primo produttore mondiale di energia eolica con circa 17 mila Mw di potenza installati che soddisfano l’1,2% della richiesta nazionale di energia elettrica (in Italia siamo al settimo posto con quasi 2000 Mw e all’incirca 1,5% del fabbisogno nazionale). Ma sia negli States che nel nostro Paese ci si sta rendendo conto che è una fonte su cui bisogna puntare sempre di più perchè più facile da ottenere e meno costosa, come dimostrano anche i dati di incremento degli ultimi anni. Per questo ci sono alcuni puntini che vanno messi su molte i.

Firewinder, una luce a vento

Dopo gli alberi solari di Ross Lovegrove che illuminano ed abbelliscono le città europee, è il turno di un’altra invenzione relativa all’illuminazione di far parlare di sè, stavolta però non