Inquinamento: Italia Paese con più ozono d’Europa

E’ appena stato pubblicato il rapporto dell’Organizzazione Mondiale della Sanità che riferisce sul collegamento tra inquinamento e malattie. Stilato in collaborazione con l’Agenzia Europea per l’Ambiente, lo studio ha valutato la qualità dell’aria del vecchio Continente, ed in particolare la quantità di ozono che, ad alte concentrazioni, può essere nocivo per la salute. Ebbene, dalla valutazione è emerso che nessun Paese in Europa rispetta i limiti fissati per legge, ma quello peggiore di tutti è l’Italia.

Buco dell’ozono record registrato a marzo

Le sostanze inquinanti, da quando è stato lanciato l’allarme del buco dell’ozono, sono state ridotte, ma a volte anche i fenomeni naturali possono fare la loro parte. E’ attribuibile a questo il buco dell’ozono record registrato nello scorso mese di marzo che ha polverizzato quello precedente.

A misurarlo è stata l’Esa, l’Agenzia Spaziale Europea, che tramite satelliti ha registrato una diminuzione della colonna di ozono sopra l’Artico, nel settore euro-atlantico dell’emisfero Nord, del 40%. Insomma, quasi dimezzata, ma soprattutto si tratta di un incremento molto forte visto che il precedente record era del 30%.

Inquinamento fotochimico

Inquinamento fotochimico

L’inquinamento fotochimico detto anche smog fotochimico è un particolare tipo di inquinamento dell’aria che si forma in condizioni di calma di vento e di forte insolazione. Lo smog fotochimico è un inquinante secondario dovuto alla reazione chimica di trasformazione di altri agenti inquinanti presenti nell’aria quali gli ossidi di azoto (NOx) e i composti organici volatili (VOC). Tali composti subiscono, per effetto della frazione UV di radiazione solare, una serie di reazioni fotochimiche che portano alla formazione di ozono (O3), perossiacetil nitrato (PAN), perossibenzoil nitrato (PBN), aldeidi e molte altre sostanze che insieme vengono genericamente denominate appunto come smog fotochimico.

Turismo spaziale, la nuova frontiera dell’inquinamento

Se pensavate di aver visto tutti i possibili modi di inquinare l’ambiente, è arrivato il momento di ricredersi. I tentativi di diverse compagnie di avviare un programma di turismo spaziale creeranno, secondo un nuovo studio, una quantità di agenti inquinanti, primo fra tutti la fuliggine emessa dai razzi, tanto da incidere fortemente sul cambiamento climatico globale nei prossimi decenni.

I ricercatori della The Aerospace Corporation di El Segundo, in California, hanno notato che una rapida crescita del mercato del turismo spaziale suborbitale potrebbe svilupparsi nel corso del prossimo decennio, ed hanno esaminato l’impatto sul clima delle emissioni di biossido di carbonio e fuliggine dei circa 1.000 voli suborbitali a razzo che si stima possano partire in un anno. Il numero è approssimativo ed è quello pubblicizzato durante le recenti campagne di promozione del turismo spaziale.

Il Nord America si allea per sostituire gli idrofluorocarburi, i più forti gas ad effetto serra del mondo

idrofluorocarburi

L’agenzia per l’ambiente americana ha annunciato che il Canada e il Messico hanno aderito, insieme agli Stati Uniti, alla proposta di ampliare il campo di applicazione del Protocollo di Montreal sulle sostanze che impoveriscono lo strato di ozono per la lotta contro i cambiamenti climatici. La proposta stabilisce di abbattere gli idrofluorocarburi (HFC), che sono un elemento sempre più significativo nell’aggravarsi della situazione climatica.

La US Environmental Protection Agency (EPA) ha avviato l’analisi della proposta, la quale dimostra che i benefici ambientali dell’eliminazione delle emissioni di gas a effetto serra equivarrebbe ad eliminare dalla strada 59 milioni di automobili ogni anno fino al 2020, e 420 milioni di automobili ogni anno fino al 2050. Ridurre gli HFC contribuirebbe ad un lento cambiamento climatico e ridurrebbe i potenziali impatti sulla salute pubblica.

Individuato un gas naturale in grado di raffreddare il pianeta

recupero isoprene

L’isoprene è un gas alla dottor Jekyll e Mister Hyde perché è in grado sia di riscaldare che di raffreddare la Terra a seconda delle condizioni prevalenti. Si tratta di un gas industriale importante, necessario per la fabbricazione di composti comuni come la gomma e le vitamine, ma si sa molto poco sul ciclo dell’isoprene nell’ambiente.

Al meeting della Society for General Microbiology’s di Edimburgo, il dottor Terry McGenity ha rivelato l’identità di alcuni fattori fondamentali nel ciclo del gas: i batteri di degradazione dell’isoprene che sono in grado di intercettare il suo rilascio nell’atmosfera. Si tratta di una scoperta molto importante in quanto potrebbe servire per regolare la temperatura globale modificando alcuni fattori nell’atmosfera.

Il satellite dimostra come l’inquinamento cinese viene sparso in tutto il mondo

inquinamento cinese

La crescita economica in gran parte dell’Asia è dotata di un effetto collaterale preoccupante: le sostanze inquinanti provenienti dalla regione sono “spruzzate” fino alla stratosfera durante la stagione dei monsoni. La nuova scoperta, effettuata in uno studio condotto dagli scienziati del National Center for Atmospheric Research, fornisce ulteriori prove della natura globale dell’inquinamento atmosferico e dei suoi effetti ben al di sopra della superficie terrestre.

Lo studio è stato pubblicato su Science Express. Per mezzo di osservazioni satellitari e modelli di computer, il gruppo di ricerca ha stabilito che gli schemi di circolazione estiva associati con il monsone asiatico rapidamente trasportano verso l’alto l’aria inquinata dalla superficie della Terra. Tali movimenti verticali creano un percorso di carbonio nero, anidride solforosa, ossidi di azoto e altri inquinanti che salgono nella stratosfera, a circa 20-25 miglia (30-40 km) sopra la superficie della Terra.

L’Asia sta inquinando gli Stati Uniti

inquinamento cina

L’ozono che soffia dall’Asia sta aumentando i livelli di un ingrediente importante dello smog nei cieli occidentali degli Stati Uniti, secondo un nuovo studio pubblicato su Nature. Gli importi sono piccoli e, finora, solo in una regione dell’atmosfera denominata troposfera, ad un’altitudine da 3 a 8 km, ma lo sviluppo potrebbe complicare gli sforzi degli Stati Uniti per il controllo dell’inquinamento atmosferico.

Anche se i livelli sono piccoli, sono stati in costante aumento dal 1995, e probabilmente già da prima, ha spiegato l’autore Owen R Cooper, ricercatore presso l’Università del Colorado.

L’aspetto importante di questo studio per il Nord America è che abbiamo un forte indizio che l’ozono basale è in aumento. Ancora non si sa quanto sta scendendo verso la superficie. Se l’ozono superficiale è in aumento con l’ozono troposferico libero, ciò potrebbe rendere più difficile per gli Stati Uniti raggiungere lo standard di qualità per l’ozono.

Lo studio è il primo a rilevare il collegamento tra l’ozono atmosferico negli Stati Uniti e l’inquinamento asiatico, ha aggiunto Dan Jaffe, uno dei ricercatori dell’Università di Washington-Bothell, dove insegna chimica atmosferica e ambientale.

L’etanolo? Forse è peggio della benzina

distributore etanolo

L’etanolo – spesso pubblicizzato come combustinile-verde, è effettivamente un combustibile rinnovabile che potrebbe contribuire a ridurre la dipendenza dal petrolio, ma potrebbe aggravare i problemi di salute causati dall’ozono, anche più rispetto alla benzina, secondo un nuovo studio condotto da ricercatori della Stanford University.

La produzione di ozono di benzina ed etanolo è per entrambi dell’85%, ma l’etanolo produce diversi sottoprodotti della combustione di benzina e genera aldeidi sostanzialmente maggiori, che sono precursori dell’ozono.

Quello che abbiamo scoperto è che alle temperature più calde, con la E85 (la tipologia più comune di etanolo per le auto, ndr), c’è un leggero aumento di ozono rispetto a quello della benzina. Ma anche un leggero aumento è una preoccupazione, soprattutto in un posto come Los Angeles, perché ci sono già concentrazioni di ozono che dovono far preoccupare, in modo da non desiderarne un aumento

ha spiegato Diana Ginnebaugh, un dottorando in ingegneria civile ed ambientale, che ha lavorato allo studio.

Non solo CO2, nei trattati internazionali si sottovalutano gli effetti di altri agenti inquinanti

inquinamento treno

Come se ottenere un trattato globale sul clima non fosse già abbastanza difficile, Stacy Jackson, ricercatore della University of California di Berkeley, dice che dobbiamo cominciare a pianificare il futuro per un vertice che affronti specificamente a breve e medio termine le componenti del riscaldamento globale che fino ad ora sono state un po’ “tralasciate” come la fuliggine, l’ozono, e il metano.

Dal momento che queste sostanze provocano fino a metà del riscaldamento osservato nel periodo di tempo in cui permangono nell’atmosfera (dalle poche settimane della fuliggine, a qualche decennio per il metano), sarebbe prudente effettuare un’azione forte per mitigare i loro effetti, e non solo quelli della CO2 e di poche altre sostanze inquinanti prese in esame.

L’inquinamento aumenta i casi di appendicite

inquinamento appendicite

Un nuovo studio pubblicato sulla rivista CMAJ (Canadian Medical Association Journal) suggerisce che l’inquinamento atmosferico può far scattare l’appendicite negli adulti. Lo studio, condotto da ricercatori dell’Università di Calgary, l’Università di Toronto e dell’Health Canada, hanno esaminato 5.191 adulti ricoverati negli ospedali di Calgary in Alberta, Canada. Il 52% dei ricoveri sono avvenuti tra aprile e settembre, i mesi più caldi dell’anno in Canada, durante il quale le persone hanno più probabilità di ritrovarsi fuori casa.

La teoria dominante della causa dell’appendicite è stata l’ostruzione dell’apertura dell’appendice, ma questa teoria non spiega la differenza tra l’appendicite nei Paesi sviluppati e quella nei Paesi in via di sviluppo. I casi di appendicite infatti sono aumentati drammaticamente nei Paesi industrializzati nel secolo 19 e all’inizio del ventesimo, per poi scendere a metà e la fine del 20° secolo, in coincidenza con la legislazione per migliorare la qualità dell’aria. L’incidenza di appendicite è cresciuta nei Paesi in via di sviluppo che stanno diventando più industrializzati.

L’inquinamento attraversa il mondo

nube di polvere

Lo smog e l’inquinamento atmosferico delle fabbriche può avere un impatto negativo sulla qualità dell’aria non solo nelle nazioni in cui è prodotto, ma anche nelle regioni lontane del mondo. Nei prossimi decenni, le emissioni di origine antropica dovrebbero aumentare in Asia orientale ed in un numero crescente di Paesi si potranno sentire gli effetti anche se il mondo industrializzato sta lavorando per rafforzare le norme di protezione ambientale.

Il Consiglio Nazionale delle Ricerche ha analizzato i dati meteorologici e chimici e ha scoperto che alcuni picchi inquinanti negli Stati Uniti possono essere trasportati fin verso l’Asia. Uno studio ha scoperto che una massa d’aria inquinata ha circa otto giorni di tempo per viaggiare dall’Est asiatico fino al centro degli Stati Uniti prima di esaursi.

L’inquinamento atmosferico non conosce confini nazionali, l’atmosfera si connette tra regioni remote del nostro pianeta. Le emissioni in un solo Paese possono influire sulla salute umana e dell’ecosistema in Paesi lontani sottovento. Anche se è difficile quantificare queste influenze, in alcuni casi l’impatto è notevole in termini di prospettive legislative e di sanità pubblica

ha spiegato Charles Kolb, presidente della commissione che ha redatto il rapporto e presidente dell’Aerodyne Research Inc.

Emissioni: 20 mila morti all’anno causate dall’inquinamento

emissioni auto

Più di 20.000 vite all’anno potrebbero essere salvate se le grandi regioni industriali tagliassero le loro emissioni di gas di solo un quinto. E il mondo intero ne trarrebbe vantaggio: molte vittime dell’inquinamento da ozono devono la loro morte all’inquinamento “straniero”.

Anche se un alto contenuto di ozono nell’atmosfera è di vitale importanza per la nostra sopravvivenza, la protezione dalle radiazioni UV dannose, a livello del suolo, è molto dannosa ed è stata legata a problemi respiratori, attacchi di cuore e perfino al cancro. Per esaminare il suo effetto sulla salute umana, Susan Anenberg della University of North Carolina, a Chapel Hill, e i suoi colleghi hanno utilizzato simulazioni al computer per stimare la quantità di ozono che ogni persona respira in Nord America, nell’Unione Europea, e nel Sud-Est asiatico, e per capire cosa accadrebbe se ogni regione riducesse le sue emissioni di un quinto.

L’aria si fa irrespirabile, i più a rischio sono i bambini piccoli

problemi-respiratori-cambiamento-climatico-bambiniIn un futuro ormai prossimo i cambiamenti climatici potrebbero causare gravi problemi respiratori nei bambini piccoli, che risultano già  tra i soggetti più esposti e maggiormente sofferenti a causa dell’aria pressocché irrespirabile di molte città.
Un recente studio, realizzato dai ricercatori della Mount Sinai School of Medicine, è giunto ad infauste previsioni che vedono nei prossimi dieci anni un aumento allarmante dei bambini ricoverati in ospedale per colpa di problemi alle vie respiratorie. Aumento dovuto, secondo gli studiosi, proprio al previsto cambiamento climatico.

In particolare, la causa dei disturbi alle vie aeree sarebbe provocato da un aumento nei livelli di ozono dell’atmosfera, generato dal riscaldamento globale. Più le temperature si innalzano, maggiori quantitativi di ozono vengono liberati nell’atmosfera. Un componente altamente nocivo, che ha effetti negativi sulla salute del sistema respiratorio, e che andrebbe a colpire, secondo le stime, in particolar modo i bambini in tenera età, al di sotto dei due anni.