La qualità dell’aria nelle città europee è progressivamente migliorata negli ultimi 15 anni. Allo stesso tempo però una percentuale molto elevata dei cittadini europei è ancora esposta a livelli di inquinamento atmosferico particolarmente elevati e ritenuti dannosi per la salute. L’esposizione ad alti livelli di particolato (PM10 e PM2,5) resta un problema irrisolto delle grandi aree urbane europee con situazioni difficili registrate in molti paesi inclusa l’Italia. Una questione non solo ambientale ma che si trasferisce direttamente sulla qualità della vita e sulla salute dei cittadini generando centinaia di migliaia di morti premature ogni anno. Sono questi alcuni dei dati chiave contenuti nel rapporto “Air quality in Europe – 2016” presentato nelle scorse ore dall’Agenzia Europea dell’Ambiente (AEA).
particolato
Effetti del PM10 (particolato) sulla salute
Il periodo invernale è tipicamente quello più critico per l’inquinamento atmosferico come è chiaramente emerso anche di recente durante l’emergenza smog dello scorso dicembre. L’attenzione generale attorno a questi temi è legata agli effetti di breve e lungo termine che PM10 ed altre sostanze inquinanti hanno sulla salute umana a cominciare evidentemente dal sistema respiratorio.
PM10, cos’è e come si forma il particolato
Come molti ricorderanno gli ultimi giorni del 2015 si sono caratterizzati per una vera e propria emergenza smog in diverse città italiane che ha destato molte preoccupazioni ed è stata accompagnata dalle immancabili polemiche politiche. Con l’arrivo del maltempo il tema è rapidamente scomparso dal dibattito pubblico anche se da un punto di vista scientifico mantiene tutta la sua allarmante attualità. Il particolato, e nello specifico PM10 e PM2.5, rappresenta uno dei componenti più pericolosi per la salute umana contenuti nel così detto inquinamento atmosferico ed è oggetto di particolare attenzione da parte dei ricercatori in tutto il mondo.
Emergenza smog, dati allarmanti e blocchi al traffico
Grandi città e vaste aree del Paese sono da giorni in uno stato di allerta dovuto agli alti livelli di inquinamento in atmosfera. Una vera e propria emergenza smog che incide sulla qualità della vita di milioni di persone e che nel lungo periodo può avere effetti molto negativi anche sulla salute.
Inquinamento, a Roma tornano le targhe alterne
Sono l’incubo di ogni automobilista, ma di tanto in tanto ritornano. Stiamo parlando delle targhe alterne, la nuova ordinanza voluta dal Comune di Roma per abbassare la percentuale di polveri sottili in città dopo l’ennesimo sforamento. Più precisamente sono stati superati sia i livelli di particolato fine (Pm10) che quelli del biossido di azoto (No2). Una soluzione che evita il disagio dello stop completo al traffico come avviene ad esempio a Milano, ma che comporterà certamente qualche disagio.
L’inquinamento causa oltre 3 milioni di morti l’anno
Anche se negli ultimi anni l’inquinamento mondiale è mediamente diminuito, ancora sono troppi i decessi che sono direttamente collegabili a questo fenomeno. Lo affermano gli esperti dell’NRDC che hanno redatto un rapporto disarmante: in tutto il mondo ogni anno muoiono 3,2 milioni di persone a causa dell’aria irrespirabile. Gli effetti più evidenti si hanno nelle città dove la fuliggine ed il particolato sono dei killer sempre più diffusi.
Milano, l’inquinamento finalmente si riduce grazie alle misure contro il traffico
E’ stato tanto criticato, ma l’Ecopass e l’ultima trovata dell’Area C di Milano a pagamento stanno finalmente dando i primi risultati. La città più inquinata d’Italia infatti torna a respirare, e lo fa grazie soprattutto ai provvedimenti contro il traffico. I dati sono dell’Agenzia per l’Ambiente e il Territorio, servizio Mobilità, e parlano di riduzione di particolato ed anche del numero di auto, che non fa mai male.
Riscaldamento globale: per risolverlo eliminare metano ed altri inquinanti prima della CO2
Per anni abbiamo sentito ripetere la parola CO2 che ormai è diventata il simbolo del riscaldamento globale, tanto che anche chi non ha molta dimestichezza con la chimica ha imparato a capire che si tratta di anidride carbonica. Ma ci siamo sentiti talmente martellare da questa sigla che in molti si sono convinti che si tratti dell’unica causa del fenomeno dei mutamenti climatici. Ovviamente non è così, ed una nuova ricerca pubblicata su Nature ora spiega come eliminare altri gas nocivi dall’atmosfera, come il metano, possa essere più efficace del combattere la CO2.
Polveri sottili
Polveri sottili
Le “particelle”, note come polveri sottili, particolato o PM, sono una miscela complessa di particelle estremamente piccole e goccioline liquide. L’inquinamento da particolato è costituito da un numero di componenti, tra cui gli acidi (come i nitrati e solfati), prodotti chimici organici, metalli, e particelle di suolo o di polvere.
La dimensione delle particelle è direttamente legata alla loro capacità di causare problemi di salute. L’EPA (l’Agenzia per l’ambiente americana), e l’Agenzia europea si sono dette preoccupate per le particelle che hanno 10 micrometri di diametro (PM10) o sono ancora più piccole. Il motivo della preoccupazione è dovuto al fatto che queste sono talmente piccole da essere in grado di passare attraverso il naso e la gola e penetrare nei polmoni. Una volta inalate, queste particelle possono influenzare il cuore e i polmoni e causare seri effetti sulla salute.
Le aree più inquinate al mondo? L’Africa e l’Asia orientale
Se si pensa alle nazioni più inquinate al mondo, vengono automaticamente in mente la Cina e gli Stati Uniti. Ma queste sono sicuramente le più inquinanti, non le più inquinate, in quanto diversi fattori atmosferici, primo fra tutti il vento, spostano l’aria “malata” in altre zone.
Gli scienziati conoscono da tempo l’impatto potenzialmente letale dell’inquinamento atmosferico, ma fino ad ora un calcolo globale preciso era fuori portata. Con le nuove immagini satellitari, tuttavia, i ricercatori hanno finalmente dato la prima occhiata a come il particolato è distribuito in tutto il mondo, e i luoghi dove l’inquinamento dell’aria era stato difficile da misurare con precisione a causa dell’arretratezza tecnologica. Un passo importante verso una migliore comprensione di un problema che gli epidemiologi dicono contribuisce a milioni di morti premature ogni anno.
Inquinamento, donne più a rischio degli uomini
La scadente qualità dell’aria influisce negativamente sulla salute umana, a diversi livelli. Gli studiosi hanno scoperto che a soffrirne maggiormente sarebbero le donne, dato appurato basandosi sulle prestazioni in calo delle maratonete. Pare, infatti, che i tempi di esecuzione delle donne nelle maratone siano condizionati dall’inquinamento atmosferico.
A dirlo è uno studio effettuato dall’ingegnere ambientale Linsey Marr, della Virginia Tech.
I risultati della Marr provengono da uno studio approfondito che ha preso in analisi i tempi della maratona, i dati meteorologici e le concentrazioni di inquinanti nell’aria in sette maratone in un periodo di tempo da otto a ventotto anni. I tempi dei primi tre classificati maschili e femminili sono stati confrontati con il record storico della pista e con i livelli di inquinanti atmosferici, tenendo conto ovviamente delle alte temperature che hanno alterato le prestazioni prese in considerazione.
Polveri sottili aumentano rischio di ictus ed infarto
Molte città italiane, vedi l’esempio di Milano, pur di ridurre l’inquinamento atmosferico hanno optato per soluzioni tanto drastiche quanto impopolari, come l’ecopass, gli stop completi al traffico una tantum, tutto pur di abbassare la soglia di polveri sottili, sempre pericolosamente in bilico tra la norma e l’eccesso.
Queste iniziative non dovrebbero restare episodi isolati, in ballo c’è infatti la salute dei cittadini, in particolare ad essere compromesse dall’inquinamento sono le vie respiratorie, con bambini che sempre più sviluppano asma e allergie.
Tuttavia, una recente ricerca, effettuata da un team internazionale di studiosi, composto da ricercatori svizzeri, spagnoli e californiani, ha scoperto che anche il cuore sarebbe a rischio a causa del particolato dei gas di scarico delle auto. Secondo quanto riportato nello studio, le polveri inquinanti possono portare ad un ispessimento delle pareti delle arterie, con conseguente aumento del rischio di subire un attacco cardiaco o un ictus.
Il calcolo dell’inquinamento ora si potrà fare sulle foglie
Minuscole particelle di inquinamento che sono nocive per la salute umana vengono trattenute dalle foglie degli alberi e rilasciano una traccia magnetismo. A spiegarlo è un nuovo studio che ha dimostrato come l’inquinamento si trova più attaccato alle foglie degli alberi vicini alle strade rispetto a quelli in aree meno trafficate.
L’inquinamento che le foglie cattura potrebbe servire come un modo semplice ed economico per monitorare i livelli di inquinanti, spiegano i ricercatori. Alcuni scienziati europei sono stati i primi a notare che un tipo di inquinamento da particolato aderisce alle foglie nelle zone industriali. Il particolato è creato dalla combustione di carburante e può includere molti composti diversi. Quelli rilevati da questi scienziati sono sostanze inquinanti metalliche, come gli ossidi di ferro dello scarico di motori diesel, che hanno lasciato una traccia magnetica sulle foglie (anche se le foglie stesse non diventano magneti).
L’inquinamento attraversa il mondo
Lo smog e l’inquinamento atmosferico delle fabbriche può avere un impatto negativo sulla qualità dell’aria non solo nelle nazioni in cui è prodotto, ma anche nelle regioni lontane del mondo. Nei prossimi decenni, le emissioni di origine antropica dovrebbero aumentare in Asia orientale ed in un numero crescente di Paesi si potranno sentire gli effetti anche se il mondo industrializzato sta lavorando per rafforzare le norme di protezione ambientale.
Il Consiglio Nazionale delle Ricerche ha analizzato i dati meteorologici e chimici e ha scoperto che alcuni picchi inquinanti negli Stati Uniti possono essere trasportati fin verso l’Asia. Uno studio ha scoperto che una massa d’aria inquinata ha circa otto giorni di tempo per viaggiare dall’Est asiatico fino al centro degli Stati Uniti prima di esaursi.
L’inquinamento atmosferico non conosce confini nazionali, l’atmosfera si connette tra regioni remote del nostro pianeta. Le emissioni in un solo Paese possono influire sulla salute umana e dell’ecosistema in Paesi lontani sottovento. Anche se è difficile quantificare queste influenze, in alcuni casi l’impatto è notevole in termini di prospettive legislative e di sanità pubblica
ha spiegato Charles Kolb, presidente della commissione che ha redatto il rapporto e presidente dell’Aerodyne Research Inc.